2. Ciao

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JUNGKOOK

"Guardate laggiù" esclamò uno dei migliori amici dell'Università di Minho, indicando in modo furtivo con l'indice destro un ragazzo lontano più di qualche metro.
"Chi è?" chiese Minho solamente, aguzzando gli occhi nel tentativo di osservarlo meglio e, poi, strabuzzandoli nel momento in cui si rese conto di quanto fosse dannatamente bello.

"Quello è il figlio di Kao Seongsik. Sai, il temuto avvocato che ha fatto perdere la casa a centinaia di persone vincendo cause parecchio controverse grazie a furbizia, denaro e...un po' di macchinazioni illegali.
E, a vederlo così, mi sa che il figlio non sia molto diverso dal padre" gli rispose l'amico, aggiungendo, subito dopo, di allontanarsi il più lontanamente possibile da quel luogo visto che la sola visione di quel ragazzo gli stesse facendo salire milioni di brividi lungo la spina dorsale.

"In realtà...sono stato informato ieri del fatto che oggi avrei dovuto fare da guida ad un ragazzo nuovo. E, visto che qui non ci viene mai nessuno, direi che sia proprio lui" mormorò Minho dopo qualche secondo di silenzio, dirigendosi verso il ragazzo, ancora fermo davanti all'Università con aria scocciata, solo dopo mille raccomandazioni da parte di tutto il suo gruppo di amici.

Ma, dal canto suo, Minho non se ne curò più di tanto, visto che una delle sue principali convinzioni fosse che non si doveva mai giudicare una persona dal rispettivo padre.
Forse perchè il suo, di padre, l'aveva abbandonato quando era ancora in fasce...

"Ciao, sono Minho. Dovrei essere la tua "guida" in questo primo giorno, quindi...ti faccio fare un rapido giro" esclamò con il solito tono allegro che lo contraddistingueva, rivolgendo, poi, un sorriso caloroso al ragazzo che aveva davanti.

Quest'ultimo, invece, si voltò verso Minho con aria seccata e piuttosto spazientita, rispondendogli solamente: "Senti, Minho: non mi interessa proprio niente del giro dell'edificio. Portami semplicemente all'aula C24, dove ho lezione, e poi torna alla tua vita come se non mi avessi mai conosciuto".
"Ehm...d'accordo" acconsentì Minho un po' confuso, iniziando ad incamminarsi verso il luogo richiesto dal ragazzo al suo fianco, che, invece di badare alla strada, aveva tirato fuori dalla tasca il suo cellulare e stava smanettando sullo schermo.

"Posso almeno sapere come ti chiami?" chiese Minho dopo più di qualche minuto di silenzio, ovvero quando, ormai, erano quasi arrivati davanti all'aula.
"Ma come? Non lo sai?" fu la risposta, pronunciata in tono secco e sorpreso, di quello che Minho avrebbe scoperto chiamarsi Jun qualche istante più tardi.

Il più minuto dei due scosse semplicemente la testa, dipingendosi in faccia un'espressione lievemente imbarazzata.

"J-jun. Mi chiamo Jun" balbettò il più alto con un tono molto diverso rispetto alle parole precedenti, quasi insicuro, notando, poi, che fosse arrivato davanti all'aula C24 e, quindi, entrandoci senza dire assolutamente nessun'altra parola.
E, in realtà, nemmeno un piccolo cenno di saluto...

"Buongiorno, Jun e Minho" mormorai a me stesso nel momento stesso in cui, finito uno dei soliti sogni che mi capitava di fare, aprii gli occhi sulla mia stanza illuminata solamente dai piccoli raggi di Sole che filtravano dalle tapparelle non completamente abbassate.

Mi diressi verso la stanza da bagno con rapidità, pensando, nel mentre, a tutte le volte in cui mi ero chiesto come avesse fatto Minho a far sentire in imbarazzo Jun solamente dicendogli che non conosceva il suo nome.

Perchè...no, non era la prima volta che sognavo il loro primo incontro. Come, in molti giorni, e mesi, precedenti a quello, non era la prima volta che sognavo il loro primo discorso civile, la loro prima sezione di "tutoraggio di inglese", la loro prima uscita ufficiale, strappata a Jun con la forza, il loro primo bacio, la loro prima volta o la loro prima "vacanza" insieme.

Jun e Minho, negli ultimi quattro anni, mi erano apparsi in sogno talmente tante volte che mi sembrava di conoscerli per davvero.

Perchè sognassi la loro storia dagli inizi fino al loro primo: "Ti amo"? Non ne avevo la più pallida idea...
E, ve lo giuro, me lo sono chiesto milioni di volte ed altrettanti milioni ho tentato di darmi inutilmente una risposta, perdendo anche ore a pensarci.

E, quella mattina, non fu altrettanto diverso, visto che mi resi conto, non appena uscii dalla porta di casa per andare a prendere il mio ragazzo per andare, poi, a scuola insieme, che avrei dovuto essere già da lui.

Così, mi diedi semplicemente una mossa per strada, non seguendo proprio tutte le regole del codice stradale ma, almeno, arrivando davanti a casa di Tae in pochi minuti.
E quindi, di conseguenza, con un ritardo piuttosto moderato...

"Buongiorno, Kookie" esclamò Tae non appena montò sul sedile del passeggero, scoccandomi un rapido bacio sulla guancia e, poi, chiedendomi come mi sentissi per il mio "primo vero giorno di scuola".

Infatti, avevo sempre studiato a casa, acconsentendo di fare quell'ultimo anno di liceo alla scuola di Tae solo perchè mi aveva pregato di farlo più volte, e non scherzo, in modo che potessimo diplomarci insieme, facendo milioni di foto carine subito dopo la consegna dei diplomi.

E, dopo tutta quell'insistenza, cosa volete che abbia risposto al ragazzo con cui stavo da quasi tre anni?

"Bene, credo" risposi solamente, tenendo lo sguardo fisso sulla strada ed ascoltando le sue indicazioni per capire dove svoltare.
"Comunque...io devo passare un attimo in segreteria prima dell'inizio delle lezioni di oggi, sai, in vece di vice del Consiglio di Istituto, quindi la classe la dovrai trovare da solo.
Ma, tranquillo, non è assolutamente difficile. Basta che vai al primo piano, svolti a destra ed entri nella "5B". Credo che tu sia abbastanza sveglio da farcela" mi avvisò in tono divertito, facendomi alzare gli occhi al cielo con, inoltre, un finto sbuffo seccato annesso.

Il resto del tragitto in macchina trascorse nel silenzio, che perdurò fino a quando non parcheggiai la macchina ed entrammo nell'edificio, salutandoci al limitare della rampa di scale che portavano al primo piano.

Continuai con il percorso che Tae mi aveva indicato come se niente fosse, aggrottando le sopracciglia, però, quando questa famosa "5B" non la trovai nemmeno percorrendo tutto il corridoio due volte.

E, poi, perso com'ero dal guardare la targhetta sopra ogni classe con insistenza, non mi resi nemmeno conto del fatto che qualcuno, probabilmente ancora più distratto di me, mi finì addosso, cercando di abbozzare un tentativo di scuse subito dopo.

Alzai lo sguardo all'istante, incontrando degli occhi color cioccolato piuttosto penetranti, che, a loro volta, mi stavano osservando con curiosità.

"Ciao" dissi praticamente in automatico, senza nemmeno sapere perchè quella parola fosse venuta fuori dalla mia bocca e, poi, vergognandomene mortalmente quando mi resi veramente conto della situazione.

Perchè...avevo appena salutato come se fossimo amici di vecchia data un ragazzo che, in realtà, non avevo idea di chi fosse...

•We will meet again {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora