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Passati tre giorni dalle rivelazioni di Jacob, nulla parve più come prima. Se qualcuno me l'avesse detto non ci avrei creduto, eppure, il rapporto tra me e Jacob sembrava pian piano migliorare sempre di più.

Sarebbe certamente servito del tempo per guarire le ferite, ma finalmente conoscevo la storia per intero, avevo capito che Jacob aveva un cuore e che teneva a me, ma l'abuso di quelle sostanze stupefacenti non gli permetteva di dimostrarmelo, né di agire come in realtà avrebbe voluto.

Decidemmo comunque di tenerci a debita distanza: io perché ancora incredula che tutta quella situazione fosse reale, lui per paura di fare qualcosa di sbagliato, che avrebbe portato ad allontanarmi nuovamente da lui.

In quei giorni mi raccontò particolari a cui ancora non aveva accennato; ad esempio come non fosse riuscito a sbarazzarsi ancora del tutto della dipendenza, che spesso aveva dei forti attacchi di panico e che passava da uno stato di pace interiore, a odiare profondamente sé stesso.

Mi confidò anche che il primo passo per allontanarsi dall'orrendo stile di vita che aveva intrapreso lo aveva compiuto, disintossicandosi dalla droga che assumeva, e quello successivo sarebbe stato trovarsi un lavoro onesto, abbandonando quello che conduceva.

Rivelò che non sarebbe riuscito a realizzare nulla di tutto questo, se solo non avesse avuto una presenza costante al suo fianco pronta a sostenerlo ogni qual volta crollasse.

Rimasi scioccata quando mi disse che si trattava proprio di Anne, la ragazza che con tanta amorevolezza e malinconica mi aveva accolta sulla strada, trattandomi con il dovuto rispetto e assicurandosi che non finissi con qualcuno di viscido e pericoloso.

«Ciao! Sei la ragazza nuova, vero? La sorella di Jacob!» chiese con entusiasmo, come se fosse statodavvero emozionante per lei avermi lì. «Io sono Anne, tu?»

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«Cosa vorresti dire con "non lo è"?» domandò, prendendosi un attimo per riflettere. Ad un certo punto parve capire qualcosa, perché i suoi occhi uscirono fuori dalle orbite. «Jacob, perché diavolo questa ragazza si trova qui, se non è quello che vuole?»

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«Eppure, vuole che io mi prenda cura di te. Dovrà pur significare qualcosa, non credi?» domandò Anne, mettendomi una mano sulla spalla.


Anne aveva sempre creduto in lui e, probabilmente, dopo la mia scomparsa doveva essere stata tutto ciò che Jacob aveva: una spalla su cui piangere, una mente lucida a cui rivolgersi, a cui confidarsi e da cui ricevere aiuto; una brava ragazza in cui trovare riparo.

Nonostante tutto, ero contenta che Jacob non fosse rimasto solo per tutto quel tempo, ed ero grata ad Anne per averlo guidato verso la strada più giusta: doveva amarlo davvero tanto, per aver creduto in lui nonostante tutto quello che aveva fatto.

E dal modo in cui lui me ne parlava, dal modo in cui gli brillavano gli occhi quando la nominava, sapevo per certo che Jacob non volesse altra donna al mondo al suo fianco, se non la bionda ossigenata dalla pelle pallida che lo aveva salvato dalla perdizione.

Ero sinceramente felice per loro.

Jacob mi chiese poi che cosa ci facessi tutta sola in quel quartiere, quando Victor mi aveva trovata. Gli risposi che avrei preferito non parlarne, ancora afflitta da ciò che era successo tra Louis e Zade prima che me ne andassi, e lui non fece più domande al riguardo.

Si scusò in ogni modo possibile per il trattamento che Victor mi aveva riservato: avevo inteso che come i ragazzi, anche mio fratello si fidava di lui, non si aspettava una cosa del genere.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora