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Dopo essermi sistemata bene tra le coperte, assicurandomi che emanassero calore al mio corpo gelido, sentii un lieve bussare alla porta.

«Avanti» sussurrai, così flebilmente da farmi pensare che la persona al di fuori della della stanza non mi avesse sentita.

Era ormai passata quasi una settimana dal giorno in cui Jacob aveva cercato di portarmi via con sé, dal giorno in cui, inspiegabilmente, si era trattenuto dal farmi del male.

Una settimana in cui ero a malapena uscita dalla mia camera.

In quei giorni non avevo fatto altro che rimanere a letto, alzandomi solamente per i pasti, eseguendo l'unica richiesta di Louis.

Lui era il solo a essermi stato vicino: ogni sera si presentava da me per chiacchierare, starmi vicino e assicurarsi che stessi bene.

Zade, d'altro canto, mi aveva ignorata per tutto il tempo, e io avevo fatto lo stesso: non meritava la mia attenzione. Non più.

Avrei dovuto dire a Louis la verità, avrei dovuto raccontargli ciò che c'era stato tra di noi,  ma non ci riuscivo. Louis era l'unico capace di farmi del bene, di farmi sentire meglio...

Se avessi perso anche lui, la mia vita sarebbe stata privata della sola persona avesse mai tenuto a me per davvero.

Zade mi aveva solamente presa in giro, e io, come una stupida ingenua, c'ero cascata.

Non sarebbe mai più accaduta una cosa simile: mi aveva colta alla sprovvista, aveva approfittato di un mio momento di debolezza fisica e psicologica per ottenere quello che voleva.

Tutto ciò che desideravo, in realtà, era Louis, e avrei tanto voluto rendermene conto prima di commettere uno sbaglio del genere.

I ricordi di quella sera erano ancora freschi, indelebili nella mia mente.

La porta della villa si aprì e si richiuse di scatto, mentre un'accecante luce illuminò il soggiorno.
«Amber?» urlò una voce preoccupata, precipitandosi nell'ampia stanza. Riconobbi subito di chi si trattava.

Immediatamente corsi all'entrata e, non appena vidi Louis, non esitai nemmeno per un secondo a buttargli le braccia al collo, sentendomi realmente a casa solo in quel preciso istante.

Lo presi alla sprovvista, ma accettò volentieri l'abbraccio, stringendomi forte a sé.

Nel momento in cui udii la voce preoccupata di Louis parlarmi, mi sentii immediatamente in colpa per quanto era accaduto con Zade, ma il pensiero di ciò che Jacob aveva provato a fare sovrastava ogni cosa.

Ero stata ingannata dall'espressione malinconica di Zade.

Non era ciò che realmente volevo.

«Diamine Amber, dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare così tanto! Temevo ti fosse accaduto qualcosa, e... che cos'hai qui?» chiese quando si allontanò di poco da me, indicando le mie gambe sfregiate a cui ormai non avevo più prestato attenzione.

Lo guardai negli occhi, non riuscendo a trattenermi dallo scoppiare nuovamente a piangere.

Quando avevo spiegato a Louis che i lividi e gli squarci nella pelle erano tutta causa di Jacob, un impeto di rabbia aveva preso il possesso del suo corpo.

«Io lo uccido. Giuro che lo uccido» ringhiò Louis, stringendomi ancora più forte a sé.

«Ti prometto che non mi allontanerò mai più da te, Amber, mai più. Una cosa del genere non si ripeterà una seconda volta» mi sussurrò più dolcemente, cullandomi tra le sue braccia.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora