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Tirai un lungo sospiro, volgendo lo sguardo alla sveglia.
Le quattro del mattino.

Erano passate circa tre ore dalla mia lite con Zade, e da quel momento non ero più riuscita ad addormentarmi.
Quello che ci eravamo detti continuava a martellarmi nel cervello senza alcuna interruzione.

Mi sentivo così dannatamente in colpa per averlo ferito...

Non era nelle mie intenzioni, eppure ero riuscita a peggiorare ogni cosa.

Ormai rassegnata dal fatto che non avrei più preso sonno mi alzai dal letto, avviandomi verso il bagno comune, nella speranza che una doccia calda avrebbe scacciato ogni brutto pensiero dalla mia mente.

Chiusi la porta dando un giro di chiavi, sfilando poi la lunga t-shirt bianca che ormai utilizzavo come pigiama, infilandomi quindi nella doccia e chiudendomi il box alle spalle.

Sospirai, poggiandovi la fronte contro: mi chiedevo per quale motivo la mia vita dovesse essere così difficile, anche se la risposta non tardò ad arrivare: Jacob. Mio fratello era la causa principale del mio dolore.

Lui aveva segnato il nostro cognome, aveva deciso per me ciò che sarei dovuta diventare, lui mi aveva rovinato la vita.

Mi scostai dal box, decidendo di porre fine a quei pensieri, girandomi verso l'impianto doccia.
Notai immediatamente quanto fosse diversa da quelle che avevo visto in precedenza.

Il soffione era fissato al muro; invece di avere una sola manopola per regolare la temperatura, ne aveva ben due: aggrottai la fronte a quella vista, non sapendo come avrei dovuto agire.

Pensai subito che una segnasse il caldo e l'altra il freddo, quindi procedetti d'istinto, girando la manopola situata a destra: subito un'ondata d'acqua bollente mi colpì, facendomi cacciare un forte urlo.

«Merda!» imprecai quando la mia pelle venne scottata dal getto d'acqua ustionante che scese lungo il mio corpo. Sussultai, sentendomi mancare l'aria, e impulsivamente girai completamente la manopola che si trovava a sinistra: da estremamente calda, a quel punto, l'acqua cominciò a scorrere ghiacciata.

Provai un imminente senso di sollievo nel  sentir scivolare l'acqua fredda sul mio corpo dopo essermi scottata e, passato qualche attimo di beatitudine in quel modo, decisi di provare a regolare la temperatura.

Avevo ormai capito come funzionasse: le due maniglie non segnavano una la temperatura calda e l'altra quella fredda, bensì con una si apriva il getto d'acqua, mentre con l'altra si sceglieva il livello di calore.

Quando tentai di girare il miscelatore verso l'acqua calda, rabbrividendo per il freddo che mi aveva pervasa, notai però che non si mosse di una virgola.

Ritentai più e più volte, ma non ottenni alcun risultato.

Avevo usato così tanta violenza nel momento in cui, colpita da un getto d'acqua ustionante, avevo girato la manopola tutta a sinistra, che doveva essersi bloccata.

Spalancai gli occhi, percependo un forte peso sul mio petto: dovevo calmarmi. Non era successo niente, avrei presto trovato una soluzione a quel problema. Non avevo motivo di agitarmi.

Le gocce fredde che scorrevano lungo il mio corpo ghiacciarono ogni mio arto, facendomi rabbrividire, e istintivamente portai le mani sulle braccia, cercando di riscaldarmi per quanto possibile.

Tentai nuovamente di muovere la maniglia, applicando tutta la forza che avevo in corpo, ma non accadde nulla.

L'unica soluzione per non congelare sotto quella doccia, oramai, era quella di uscirne: cercai quindi di aprire il box scorrevole, ma le mie mani tremarono, impedendomi di riuscirci.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora