Il modo in cui lo avevo visto la sera prima, consumato dall'alcol e ricoperto di marchi violacei, mi aveva distrutta.
Ma com'era conciato in quel momento...
Nulla avrebbe potuto logorarmi all'interno più di così.
«Come facevi ad avere il telefono di Isaac?» mi chiese con voce apparentemente ferma, ma notai dal modo in cui alzava e abbassava il petto velocemente che aveva il fiato corto, e che non stesse affatto bene.
Una profonda preoccupazione s'impossessò di me.
«Lui... l'ha lasciato qui...» riuscii a dire, ancora in lacrime. Ci trovavamo in piedi l'uno di fronte all'altra, proprio a pochi metri di distanza, eppure sembrava così impossibile avvicinarsi, sfiorarsi, anche solo guardarsi negli occhi per troppo tempo, senza farci del male.
Tirai su col naso, osservando il suo volto perfettamente squadrato privo di barba, studiando attentamente ogni singola ferita riportasse: le labbra piene presentavano una spaccatura nel centro ed erano gonfie, come il suo occhio sinistro; dal naso pareva essere colato del sangue, in quanto mi sembrò di scorgerne delle piccole macchie ormai secche.
«Perciò... hai sentito tutto» affermò d'un tratto. Indirizzando nuovamente la mia visuale verso le sue iridi celesti, mi accorsi di quanto il suo sguardo sembrasse vuoto, come se l'alcol avesse risucchiato ogni briciolo di emozione e sentimento.
Sperai con tutta me stessa che la birra che reggeva in una mano fosse l'unica bevanda alcolica avesse bevuto quella sera.
Mi aggrappai nuovamente al bancone alle mie spalle, colpita da quella gelida occhiata, prima di proferire parola, un tono profondamente angosciato e sofferente.
«S-sì. So quello che hai fatto. Come hai potuto, Louis...» mi bloccai per un attimo, fissando le sue distaccate iridi chiare puntate nelle mie, «invece di provare a parlarmi... semplicemente pensare che ti odiassi per quello che è successo? Come hai potuto ridurti in questo modo? Credevi forse che io volessi questo, credevi forse di meritartelo? Beh, non è così, Louis, non è così!» mi ritrovai ad alzare il tono della voce, rivolgendomi al ragazzo dinanzi a me in maniera disperata, «perché non sei venuto ad affrontarmi, invece di buttarti sull'alcol e di farti pestare da qualcuno? Perché, diamine? perché?» gli chiesi, abbandonandomi totalmente un pianto disperato e liberatorio.
Una piccola scintilla sembrò prendere il possesso dei suoi occhi per un istante.
«Perché non potevo, Amber! Non avrei mai potuto reggere un confronto con te, sapendo di averti ferita!» sbottò così improvvisamente da farmi sobbalzare, gesto che non sfuggì alla sua attenzione.
Quando riprese a parlare, si mostrò più calmo: il suo tono fu afflitto, angosciato.
«Anche se è stato del tutto involontario, nonostante mai ti avrei colpita, qualunque cosa tu avessi fatto... queste mani» Portò le mani distese sui fianchi all'altezza della sua visuale, fissandole con odio puro, «queste fottute mani che odio con tutto me stesso lo hanno fatto. Ti hanno fatto del male. E non potevo ignorarlo, Ambs. Non potevo tornare a casa fingendo che non fosse successo nulla. Io non volevo fare finta di nulla».
Le sue parole mi ricordarono quando, pochi minuti prima, aveva confessato al telefono come avesse lasciato che un uomo lo percuotesse senza fare nulla, credendo di meritarselo.
Improvvisamente, il bisogno di interromperlo divenne incessante.«Smettila Louis, ti prego, smettila!» supplicai, non volendo sentire una parola in più.
Era giunto il momento che sapesse cosa pensavo, che l'unico a condannarsi, in quella situazione, fosse solamente lui. Perché io non l'avevo mai fatto.
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Ti Salverò La Vita Stanotte
ActionCompleta - DISPONIBILE SU AMAZON IN E-BOOK E CARTACEO. La vita di Amber Sullivan viene stravolta quando il fratello la pone davanti a un bivio. Cos'è peggio: perdere la propria dignità, oppure l'unico membro della famiglia rimastole? La strada che A...