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Il ragazzo sconosciuto parcheggiò la macchina di fronte a una villetta che sembrava piuttosto grande e accogliente, vista da fuori.

Mi costrinsi a uscire dalla vettura quando lo fece il castano, e subito una folata di vento mi fece rabbrividire, obbligandomi a portare le mani sulle braccia nel tentativo di scaldarmi, nonostante fossi convinta che nulla, in quel momento, avrebbe potuto farlo.

Dopotutto, non avevo dimenticato il motivo per cui fossi con quel ragazzo, e neppure ciò che di lì a poco sarebbe accaduto.

«Seguimi» quasi ordinò il soggetto dei miei rassegnati pensieri, rivolgendomi un insolito sorriso rassicurante prima di aprire la porta di casa, e trascinarmici dentro.

Sembrava quasi... impaziente.

La debole stretta dello sconosciuto sul mio polso mi condusse lungo una scalinata che portava a uno stretto corridoio, in cui erano situate diverse porte chiuse: il castano ne aprì velocemente una, sbattendone la porta e chiudendola a chiave non appena fummo entrambi dentro, per poi girarsi verso di me.

Mi squadrò da capo a piedi, mordendosi il labbro inferiore con fare sensuale.

Finsi di essere felice del suo sguardo su di me, nonostante non riuscissi a sopportare l'idea di essere costretta a perdere la mia castità in quel modo, con un ragazzo che avevo appena conosciuto e che non amavo: io non me lo meritavo.

Io, che ero sempre stata una ragazza per bene.

Io, che in vita mia avevo rifiutato così tanti ragazzi, perché nessuno di loro mi aveva mai apprezzata per la donna che ero.

Io, che non mi ero mai sbilanciata con nessuno, ma che ormai stavo per perdere ogni mio valore e la mia purezza, donandola a uno sconosciuto.

A causa di Jacob. Mio fratello.

Il ragazzo si avvicinò velocemente a me, prese il mio viso tra le mani e, in un secondo, poggiò le labbra sulle mie, prendendo a baciarle avidamente.

Non potei fare altro che ricambiare quel bacio passionale e violento: non era la prima volta che condividevo un momento del genere con un ragazzo, ma non lo avevo mai fatto con così tanta foga.

Lo sconosciuto avanzò verso di me, e io indietreggiai fino a quando non caddi sul letto.

In breve tempo il castano si posizionò sopra di me, staccandosi dalle mie labbra per passarle sul collo, dove lasciò una scia di baci caldi e umidi: la sua bocca prese poi a concentrarsi in un punto preciso della mia pelle sensibile, prendendo a morderla e succhiarla.

Emisi un gemito di disapprovazione, che però lui, naturalmente, scambiò come uno di piacere.

Quando ormai la pelle del collo divenne troppo sensibile, decise di passare gentilmente la lingua sulla parte che aveva morso, cominciando poi a scendere con i baci.

Iniziai a sentirmi male quando in pochi secondi afferrò i lembi del giubbotto che portavo, sfilandomelo con un'abile mossa e rivelando la mia pelle lasciata scoperta da un top attillato davanti ai suoi occhi pieni di desiderio: la scollatura permetteva di scorgere una parte del mio seno prosperoso, e mi sentii mancare sotto lo sguardo attento del ragazzo, che osservava il mio corpo come se mi stesse esaminando.

«Dio, sei perfetta...» sussurrò poco dopo incatenando i nostri occhi, e rimasi a fissare le sfumature chiare dei suoi quando passò il pollice sul mio labbro inferiore.

Ero così a disagio che anche solo il fingere che mi piacesse, mi faceva sentire in uno stato costante di ribrezzo verso me stessa.

Quando la sua mano scese lungo il mio mento fino ad arrivare alla spallina del top, entrai nel panico: non volevo che mi svestisse, non volevo mostrarmi nuda e vulnerabile dinanzi alla sua imponenza.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora