.13. .Part Two.

1.2K 125 371
                                    



«Ripetimelo tra cinque secondi».

E prima che potessi aggiungere una sola altra parola, senza darmi neppure il tempo di protestare, Zade prese il mio viso con una mano e appoggiò con forza le labbra sulle mie.

Spalancai gli occhi, scioccata, e inizialmente non seppi come reagire: quel gesto fu del tutto inaspettato, mai avrei pensato che il migliore amico di Louis potesse arrivare a fare una cosa simile.

Poco dopo, però, posai le mani sul suo petto nel tentativo di respingerlo, ma il ragazzo afferrò i miei polsi e li portò al di sopra della mia testa, mordendomi il labbro inferiore.

Mi lamentai per il dolore e cercai di allentare la sua presa sui miei polsi, ma ciò non fermò il moro che, dopo aver baciato avidamente le mie labbra senza il mio consenso, decise di scendere, percorrendo tutto il mio mento e la mia guancia, fino ad arrivare al mio orecchio.

Sussultai quando mille brividi ricoprirono il mio corpo a quel contatto, e non capii come interpretare ciò che stavo provando: sapevo solo che avrei voluto smettesse all'istante.

«Adesso basta!» esclamai, «smettila, Zade!»

Venni completamente ignorata nel momento in cui, dopo aver mordicchiato il lobo del mio orecchio, vi sussurrò: «sei così fottutamente attraente».
Fece poi scivolare le sue labbra sul mio collo, dove lasciò una scia di baci umidi, ma prima che potessi dire qualunque cosa, parlò di nuovo.

«Dimmi la verità» ignorando totalmente le mie proteste morse la pelle, facendomi sussultare, «ti sta piacendo, non è così?» 

«Smettila, Zade, sono seria!» mi opposi, voltando la testa dall'altra parte: non avrei mai creduto che le sue convinzioni potessero portarlo a tanto.

Il tono che il corvino utilizzò per rispondermi, mi diede i brividi.

«Tu sei abituata a tutto questo. Hai fatto queste cose talmente tante volte da non battere ciglio quando tuo fratello ti ha chiesto di ripeterle con un ragazzo che non conosci, compiacendolo solo per scoprire quello che Sullivan vuole».

Non avevo idea di cosa stesse parlando: la verità era che non c'era niente, di quella sua violenza nei miei confronti, che avrebbe potuto piacermi.

Cominciai a dimenarmi dalla sua stretta.

«Lasciami andare, Zade! Io non vi ho mai mentito!» urlai, cominciando a spazientirmi, ma il ragazzo non mi ascoltò, continuando a mordere ogni singolo centimetro della mia pelle, come se avesse voluto infliggermi una lenta e dolorosa punizione per quello che credeva fosse la realtà.

«Zade, smettila, non è quello che voglio!» urlai a perdifiato con tono implorante, ogni traccia di coraggio era ormai svanita dal mio corpo: volevo solamente porre fine a quella lenta tortura.

Inaspettatamente il ragazzo sembrò ascoltare le mie parole, perché bloccò ogni sua azione, rimanendo immobile col viso nell'incavo del mio collo. Mantenne i miei polsi stretti al di sopra della mia testa,  lasciandomi in uno stato totale di sgomento.


Zade

Sentire i lamenti di Camille mentre quel viscido la baciava contro la sua volontà faceva  salire ancor di più la mia rabbia alle stelle.

Se solo avessi potuto muovermi, fare qualunque cosa, lo avrei ammazzato con le mie stesse mani.

Ma il bastardo mi aveva colto di sorpresa e, nonostante ci fossero voluti ben cinque uomini per tenermi fermo, erano riusciti a immobilizzarmi a una sedia.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora