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Più mi guardavo allo specchio, più ero disgustata da me stessa.
Tentai di abbassare un po' la minigonna di pelle, non ottenendo però alcun risultato, poiché era stretta e molto corta...

Troppo corta, per una come me che non aveva mai amato mostrare troppo il suo corpo.

Diedi un'aggiustata al top nero che lasciava scoperto il mio ventre e una piccola parte del mio seno, per poi cominciare a truccarmi, come mi aveva imposto mio fratello.
«Agli uomini che incontrerai non piacciono le ragazze acqua e sapone», aveva affermato.
Odiavo quello che mi stava facendo dal profondo del cuore.

Avrei potuto ribellarmi, avrei potuto scappare... ma non ne avevo il coraggio.
Se solo lo avessi fatto lui mi avrebbe trovata, e in quel caso, non sapevo come sarebbe potuta finire.

Ero in trappola.

«Amber, sei pronta?» urlò Jacob dalla cucina mentre finivo di applicare un ultimo tratto di eye-liner.

Quando finii sospirai amareggiata, portai le mani ai lati del lavandino e presi a osservare il mio riflesso allo specchio.

Non potevo credere di stare realmente per farlo: terrorizzata dalle sue minacce stavo per entrare nel giro di mio fratello, stavo per diventare una prostituta.

Non che la mia vita fosse stata migliore prima di quel momento, ma non avrei mai pensato di dover affrontare una cosa simile...
Eppure, avevo altra scelta?

Jacob era l'unica persona mi fosse rimasta al mondo, il mio unico punto di riferimento: dopo essere stata abbandonata da nostra madre in quella comunità non c'era altro che temessi di più, e per quanto fosse da squilibrati e masochisti, avrei preferito piegarmi al volere di mio fratello, nonostante questo significasse affrontare un dolore insostenibile, piuttosto di vivere con la consapevolezza di essere rimasta completamente sola.

Avrei potuto sopportare qualunque cosa, persino le pene dell'inferno, ma un secondo abbandono...

Un secondo abbandono mi avrebbe distrutta.

Inoltre, sapevo che con le buone o con le cattive, Jacob avrebbe ottenuto comunque ciò che voleva da me.
Da quando aveva capito quali fossero le mie paure più grandi, aveva iniziato a utilizzarle per trarne vantaggio: questo non faceva altro che farmi sentire dannatamente male, e senza alcuna via d'uscita.

Una lacrima rigò il mio volto, e mi affrettai ad asciugarla prima di presentarmi dinanzi a mio fratello. Quando il bruno udì i miei passi percorrere il pavimento della cucina, si voltò subito in mia direzione.

«Wow, Amber» si complimentò dallo stipite della porta, squadrandomi, e la sua voce priva di emozione non fece altro che ricordarmi la tragica realtà che stavo affrontando. «Sai quanti soldi faremo così?» alluse al mio aspetto, e io rimasi profondamente disgustata dal suo freddo entusiasmo.

Come se a me importasse qualcosa dei soldi.

Mi sentivo una stupida incapace di reagire, di fare qualcosa per cambiare la situazione: avrei dovuto oppormi a tutto quello, avrei dovuto preferire di andarmene di casa, al posto di trovarmi nella condizione di vendere il mio stesso corpo.

Eppure, non ne ero capace: non riuscivo a oppormi a Jacob.
Avevo più paura di affrontare la sua furia, o ancora peggio la sua assenza, piuttosto di farmi strappare via la purezza e la dignità.

Per quanto sbagliato e terribile fosse, io dipendevo da lui.

Sospirai frustrata, abbassando lo sguardo verso le scarpe col tacco che avevo ai piedi.
Mio fratello sembrò notare quanto mi stessi sentendo umiliata, perché di punto in bianco si avvicinò a me, stringendomi con una strana delicatezza il polso.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora