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Attenzione: questo capitolo contiene scene adatte a un pubblico maturo.

«Baciami anche se fa male,
Vieni,
stringimi finché non farà più male.
Piccola,
anche se sono ubriaco va bene,
adesso ti berrò profondamente,
un whiskey,
chiamato "te".»
-BTS, Blood Sweat & Tears.

«Fammi tua» era stata la mia richiesta dopo un lungo, tanto atteso e passionale bacio consumato sulle gambe e tra le braccia di Louis, l'unico posto in cui mi sentissi realmente a casa.

Ancora ansante per la situazione il ragazzo mi guardò con occhi stupiti, quasi non si aspettasse che, dopo tutto ciò che era accaduto, non ci fosse altro che bramassi più di concedermi completamente a lui.

«Amber...» pronunciò il ragazzo con voce grave e incredula, tenendomi ancora stretta su di lui.

I suoi occhi cristallini espressero tutto ciò che stesse pensando: la mia determinazione lo aveva indubbiamente sorpreso, ma sembrava comunque essere restio, probabilmente perché avrebbe preferito fosse accaduto in circostanze diverse, in cui né il dolore dell'anima e neppure le ferite aperte avrebbero potuto rovinare quel momento.

Tuttavia, decisi di bloccare le sue seguenti parole posandogli un lieve bacio a stampo, fissandolo intensamente negli occhi.

«Lo voglio, Louis» dissi, incastonando i nostri occhi chiari tra loro come gemme preziose. «È te che voglio». Volevo che capisse quanto fossi seria, desideravo sapesse cosa provavo realmente per lui.

Fu proprio per questo che, finalmente, lo dissi.

«Sono pronta, Louis, perché... perché ti amo».

Il respiro del ragazzo parve mozzarsi all'istante, come se si fosse aspettato di tutto, meno che quelle parole.

Poggiai la fronte sulla sua, lasciando che alcuni boccoli dorati solleticassero la mascella pronunciata di Louis, che mi guardò come se fossi stata la donna più preziosa al mondo.

In assenza di una risposta, però, mi preoccupai: attesi a lungo, ma il ragazzo non proferì alcuna parola, limitandosi a fissarmi meravigliato, e cominciai a chiedermi se, forse, Louis non ricambiasse i miei sentimenti.

Tuttavia, quando finalmente parlò, compresi il motivo della sua reazione.

«E che mi dici di Zade?» m'interrogò infatti, senza interrompere il contatto visivo con le mie iridi azzurre.

Fui io a farlo, colta per un attimo alla sprovvista: sapevo che prima o poi quella domanda sarebbe arrivata, e anche se ciò significava affrontare una volta per tutte i miei sentimenti, non ne ero più spaventata.

In fondo, tutti meritavamo la sincerità.

Non avrei mai potuto ignorare le forti emozioni che Zade mi faceva provare quando mi era vicino, ma neppure il passato che irrimediabilmente ci legava.

Non attesi a lungo prima di parlare.

«Non mento quando dico che ho perdonato Zade» esordii, tornando con lo sguardo sulle iridi attente del ragazzo su cui ancora mi trovavo a cavalcioni, «il nostro rapporto è sempre stato pieno di alti e bassi, tormentato dagli elementi del nostro passato che ci accomunano, e forse proprio per questo Zade è sempre stato capace di farmi provare emozioni forti e contrastanti. So di provare un affetto smisurato per lui e desidero sinceramente aiutarlo e continuare a rimanere al suo fianco, se lui lo vorrà». La vista di Louis non si spostò per un attimo dal mio viso, intento a prestare ascolto a ogni singola parola proferissi.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora