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Amber

Sospirai, chiudendo la porta d'ingresso a chiave, strisciandovici contro fino a sedermi sul freddo pavimento.
Louis era stato l'ultimo a uscire quella sera: a quel punto, in casa eravamo rimasti solamente io e Zade.

Mi portai le ginocchia al petto e vi poggiai il mento, beandomi di quei pochi minuti di silenzio.

Silenzio che venne brutalmente spezzato dall'acida voce di Zade, che mi rivolse la parola mentre scendeva le scale.

«Hai intenzione di rimanere lì tutta la sera?» domandò, superando l'ultimo gradino e osservandomi dall'alto verso il basso con sguardo impassibile.

«No...» risposi, alzandomi subito da terra e distogliendo lo sguardo dal corvino, in evidente imbarazzo.

«Se hai fame, preparati pure qualcosa» suggerì freddo, incamminandosi poi verso la cucina.

Trovavo quel suo modo di fare profondamente ingiusto, non aveva motivo di comportarsi così: qualunque conto in sospeso avesse avuto con Jacob, io non c'entravo assolutamente nulla, non meritavo un simile trattamento per un qualcosa a me sconosciuto che aveva compiuto mio fratello.

Sospirai pensierosa, avviandomi verso la cucina dalle pareti blu.

Quella, fu senz'altro la cena più brutta della mia vita.

Non avevo mai cenato in un così perfetto silenzio, neppure con Jacob...

Era assurdo.

L'unico rumore percepibile proveniva dalla televisione, che Zade guardava seduto sulla poltrona dandomi le spalle, gustando il suo pasto in silenzio.

Non sembrava minimamente intenzionato ad avere una conversazione con me; piuttosto pareva quasi ignorare la mia presenza, ma forse era meglio così.

Non sarei riuscita a sopportare le sue cattiverie anche quella sera.

Quando finii di mangiare mi alzai da tavola, sparecchiai rapidamente e poggiai i piatti nel lavabo per cominciare a lavarli, notando lo sguardo di Zade spostarsi dallo schermo del televisore e rimanere fisso su ogni mio singolo movimento.

I suoi occhi scuri puntati sulla mia figura mi diedero parecchio fastidio: quel ragazzo mi metteva in soggezione, non mi sentivo affatto a mio agio quando si trovava nei paraggi.

Non appena conclusi il lavaggio dei piatti corsi in camera, dove mi rinchiusi, nel tentativo di tenermi il più lontano possibile da quel ragazzo così cupo da mettermi i brividi.



Zade

Quando la ragazza concluse di fare ciò che la teneva impegnata, si precipitò immediatamente su per le scale, senza rivolgermi la parola.

Sembrava la intimidissi, ma non m'importava affatto; anzi, era meglio così: almeno non mi si sarebbe avvicinata, tentando di avere una conversazione con me.

La sua presenza in casa già bastava a irritarmi: Lincoln aveva cercato di farmi cambiare idea su di lei, chiedendomi cosa vedessi di male in quella ragazza così dolce e fragile...

Il suo sangue, gli avevo risposto.
Il suo fottuto sangue era lo stesso che scorreva nelle vene del pezzo di merda che mi aveva rovinato la vita: non avrei mai potuto ignorare una cosa simile.

Nonostante ciò, però, mi ritrovavo comunque a badare a lei quel giorno, rimanendo in casa solamente per assicurarmi che alcun male le venisse fatto.

Fosse stato per me sarebbe potuta annegare nella vita che gli era stata imposta dal fratello; quella ragazza sarebbe potuta morire davanti ai miei occhi, non mi avrebbe fatto né caldo né freddo.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora