.11. Part One.

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Aprii lentamente gli occhi, sbadigliando, trovando due occhi celesti intenti a osservarmi.

«Buongiorno» sussurrò un Louis allegro, strappandomi un sorriso.

Impiegai un po' di tempo a ricordare gli avvenimenti della serata precedente: io e il ragazzo chino dinanzi a me avevamo deciso di guardarci un film, di cui però non ricordavo il finale.

«Oh, no, Louis... non dirmi che mi sono addormentata» dissi stropicciandomi un occhio, sperando vivamente di non averlo fatto.

«Invece è proprio così». Il ragazzo mi diede un dolce buffetto sul naso, «ti ho portata fino in camera in braccio, non volevo che dormissi sul divano» ammise, sorridendomi.

Gli sorrisi di rimando, portandomi una mano alla bocca quando sbadigliai di nuovo.

Era passato più di un mese, ormai, dalla notte in cui avevo avuto quell'incidente nel bagno comune, e io non ero più entrata in doccia da allora, preferendo di gran lunga la vasca da bagno, dopo il trauma che avevo subito.

Da quando tra di noi c'era stato quel bacio, il mio rapporto con Louis era cambiato.

Passavamo davvero molto tempo insieme, avevamo preso ancor più confidenza e, ancora una volta, era persino scappato anche un bacio rubato...

Tuttavia, non sapevo come avrei potuto definire il nostro legame.

Era tutto molto strano: non avevo mai provato qualcosa di simile prima di allora, non c'era mai stato alcun ragazzo al mondo capace di farmi sentire come faceva Louis...

Stavo bene con lui, questo era chiaro, e per lui sembrava essere lo stesso: lo capivo dai suoi intensi sguardi, dai sorrisi sinceri che mi rivolgeva e dai pochi baci dolci che mi eravamo dato fino a quel momento.

Durante quel mese Louis aveva dovuto affrontare diversi incontri; nonostante questo, però, non mi aveva mai lasciata sola: continuava a credere fosse prudente che rimanesse qualcuno con me, nel caso in cui Jacob avesse fatto la sua apparsa.

Di lui, in realtà, non avevo più avuto notizie: era decisamente meglio così, anche se temevo stesse tramando qualcosa per trovarmi. In fondo, sapevo che mio fratello non mi avrebbe lasciata scappare così facilmente.

Tuttavia, non temevo più che quel momento arrivasse: sapevo che finché Louis sarebbe stato al mio fianco, avrebbe fatto di tutto per evitarlo. Bastava quella consapevolezza a dare pace al mio cuore.

Gli incontri di Louis, che ancora mi rendevano irrequieta e apprensiva, mi avevano permesso di trascorrere del tempo coi suoi coinquilini, che avevo iniziato a conoscere meglio: la sera che ero rimasta con Lincoln, il ragazzo dal ciuffo castano mi aveva condotta a una fiera in un paesino limitrofo di Londra e, chiacchierando del più e del meno, avevo capito che fosse una persona molto dolce e sensibile.
Era stata senz'altro una bellissima serata.

Quando invece mi ero ritrovata a passare del tempo con Nolan, avevo avuto la possibilità di conoscere la sua nuova ragazza, Claire; una giovane donna dalle lunghe treccine afroamericane bionde e dagli occhi scuri che sapeva di certo il fatto suo.
Eravamo da subito entrate in sintonia, soprattutto perché il suo carattere solare ed estroverso era molto simile a quello di Nolan.

Mi sentivo come se, per la prima volta in tutta la mia vita, fossi riuscita a farmi dei veri e propri amici.

Non avevo invece avuto modo di passare una serata insieme ad Isaac: un giorno, però, durante il pranzo, una sua frase mi aveva stupita.

«Non preoccuparti, Amber: Zade non potrà mai odiarti più di quanto già odi sé stesso».

Quelle parole mi avevano profondamente colpita: mi chiedevo cosa fosse accaduto a quel ragazzo di così terribile, da arrivare a detestare sé stesso più di chiunque altro.

Ti Salverò La Vita StanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora