Capitolo quarantasette

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Buonsalve!
Iniziano le vacanze, sei giorni perché non si è mai troppo tirchi, e i prof stanno facendo a gara a chi dà più compiti come sempre. Quale momento migliore per aggiornare?
Buona lettura!

Se Lovino avesse saputo quanto fosse una merda organizzare il proprio matrimonio, ci avrebbe pensato due volte prima di dire a qualcun altro dell'evento. Avrebbe fatto una roba più in piccolo, due invitati di numero, Mia, Antonio e bom. Una cosa veloce, un pranzo rapido e un po' di musica, poi via verso la luna di miele in un posto segreto solo per loro tre.
Invece aveva avuto la pessima idea di dirlo a suo fratello. E così, l'intera base del Punto Omega era stata magicamente invitata, causando un'infinità di problemi pazzeschi.
La cosa spaventosa? Che lui amava i matrimoni in grande, e un centinaio di persone gli sembrava fin poco.
Sì, insomma... il suo lato terrone stava venendo fuori.
La cosa non era tanto organizzare il matrimonio. La cosa era il panico che lo assaliva ogni volta che ci pensava perché ohcazzomistosposandononsaràtroppoprestoohcazzoohcazzononvedoloraperòhopauraesecambiasseideaesecambiassiideacazzocazzocazzocazzo
Quindi capite che riuscire a ragionare e organizzare qualcosa con la pulce nell'orecchio che ti urlava quelle cose non era esattamente semplice.
Nel frattempo, ogni tanto lui e Antonio andavano a dare una sistemata alla casa. Mia l'aveva adorata, e quindi avevano iniziato a metterla a posto. Il che era, come penso abbiate intuito, una scusa per stare un po' da soli. Lavoravano alla casa, eh, ma nel frattempo ne approfittavano per prendersi qualche momento per loro, senza troppe ansie.
Potete ben immaginarlo, ma la prima cosa che avevano sistemato era il letto della camera matrimoniale. Non penso di dover aggiungere altro.
Visto che stavamo parlando di Mia... la bambina era entusiasta, a dir poco. Il che era anche un problema, visto che una bambina di quattro anni che corre in giro saltellando e rischiando di farsi male con qualsiasi cosa non è esattamente una cosa rilassante per i genitori di suddetta bambina.
Ma, alla fine, bene o male, riuscirono a organizzare qualcosa. Una settimana prima delle nozze, Feliciano ebbe la fantastica idea di rispettare le tradizioni. Cioé tenerli separati fino al matrimonio.
Se non bestemmio guarda...
Abbracciò Mia, tirandosela contro. Ho le carenze di affetto, cazzo.
La bambina si lamentò -papà, sto leggendo- nella sua vecchia camera avevano trovato diversi libri per bambini, e ne avevano approffittato per portarglieli. Lei si era innamorata di un vecchio libro per bambini sulla mitologia, e non aveva fatto altro che leggerlo per giorni. Adesso erano sdraiati entrambi sul letto di Lovino, ognuno con il proprio libro, ma il ragazzo non riusciva a concentrarsi.
-papà- lo chiamò, lasciandosi stringere.
-mh?
-che significa questa parola?- indicò un punto sul libro. Lovino trattenne un sorriso, forse non era stata una grande idea dare a Mia dei libri in italiano, ma stava imparando molto in fretta la lingua e, lentamente, certo, ma riusciva più o meno a leggere.
-battaglia- lesse. Gliela tradusse.
Mia annuì, continuando a leggere.
Qualcuno bussò alla porta. Mia non staccò gli occhi dal libro, così Lovino sbuffò e si alzò per andare ad aprire.
Feliciano sorrise e sollevò tre grucce -sono arrivati i vestiti!
Lo trascinò dentro e chiuse la porta -fa vedere.
Per i vestiti si erano rivolti a una sarta amica del nonno. Non erano fatti da zero, avevano preso dei vecchi abiti e se li erano fatti sistemare. A Lovino non è che fregasse tanto, ma c'era anche un vestito per Mia, e quello sì che gli fregava.
-tesoro, vieni a provare il vestito.
Mia sbuffò -che palle papà.
-su, su.
Feliciano diede una gomitata al fratello e gli fece l'occhiolino -stasera ci divertiamo.
Il suddetto fratello alzò gli occhi al cielo, mentre appendeva le grucce all'alta aperta dell'armadio e toglieva le coperture bianche -niente di esagerato.
-ti divertirai- promise, con un sorriso che non prometteva niente di buono.
-chissà perché non mi fido. Ricordati di Mia.
Feliciano si rivolse alla nipotina, che ancora non si era mossa dalla sua posizione -amore?
-mh? Sì zio?
-ti va di stare con il nonno stasera? Ha detto che ha un libro bello da farti leggere.
La bambina si illuminò -sì!
Feliciano sorrise al padre -risolto.
Lovino sbuffò, senza rispondergli.

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