Il ragazzino osservava i suoi genitori correre da una parte all'altra della stanza per fare le valigie. Erano agitati, era abbastanza grande per capirlo, ma non sapeva il perché. Lo divertivano a dirla tutta, vederli correre così gli ricordava una scena che aveva visto in un vecchio film. Si aspettava quasi che uno dei due inciampasse, facendo cadere anche l'altro e ribaltando tutto il ribaltabile. Poi suo padre sembrò notarlo.
-hai fatto le tue valigie?- gli domandò, chiudendo la sua. Il ragazzino annuì.
-e quella per tuo fratello?
Il ragazzino annuì di nuovo, un po' scocciato. Non era un irresponsabile, si ricordava le cose!
I suoi genitori si scambiarono un'occhiata, poi suo padre tornò a rivolgersi a lui -vai a prendere tuo fratello, forza. Dobbiamo partire.
-dove andiamo, papà?- era una settimana che continuava a chiederglielo, ma quelli non gli avevano ancora dato una risposta soddisfacente.
-al sicuro- rispose brevemente il padre. Poi un sorriso lieve gli illuminò il viso, e gli spettinò i capelli con una mano -sei un bravo ragazzo, lo sai? Ti vogliamo bene, anche se non te lo diciamo spesso- il ragazzino annuì. Il padre sospirò -ti prometto che quando saremo al sicuro ricominceremo da capo, okay? Ti staremo più dietro, sia a te che al tuo fratellino. Ora vai a prenderlo, che dobbiamo andare.
Tre ore dopo, mentre stava guadando fuori dal finestrino annoiato, la macchina esplose.
No, non esplose come lo intendete voi. Qualcuno aveva messo una bomba proprio dove stavano passando, così la macchina era saltata in aria, si era ribaltata ed era atterrata al contrario. Il ragazzino voleva urlare, ma non ci riusciva, aveva la gola bloccata per il panico. Si voltò verso suo fratello, che stava dormendo prima dell'incidente, e quando vide che stava tutto sommato bene tirò un sospirò di sollievo. Ma, voltandosi verso i genitori, a stento trattenne un urlo di puro terrore.
Erano morti. Era abbastanza grande da capirlo. Il suo fratellino, di nove anni, li fissava anche lui pietrificato, cercando di capire; non sapeva che stava succedendo, o forse lo sapeva ma non riusciva a elaborarlo, ma sapeva che voleva un abbraccio. Quindi si slacciò la cintura, la tolse anche a suo fratello e strisciò verso di lui, che lo prese in braccio. Il ragazzino voleva solo piangere, urlare, battere i pugni per terra finché qualcuno non avesse riportato in vita i suoi genitori, ma due voci esterne gli gelarono il sangue nelle vene.
-allora, sono morti?- sembrava una donna, aveva un tono annoiato, come se la morte di quattro persone fosse interessante quanto una spiegazione dettagliata su come si fabbricassero i cartoni delle pizze. Il suo collega rispose con tono altrettanto annoiato. Avevano due accenti strani, diversi tra loro.
-in teoria. È difficile che qualcuno sopravviva a una cosa del genere- aveva uno strano accento, ma il ragazzino non sapeva indicarne la provenienza.
-sempre meglio controllare, altrimenti ci andiamo di mezzo noi- udì dei passi avvicinarsi, poi fermarsi davanti ai suoi genitori. Il ragazzino sentì il cuore battere all'impazzata. Adesso li avrebbero scoperti e uccisi. Suo fratello fu abbastanza furbo da tacere, ma stava tremando. Gli prese la mano, che quello strinse con forza -quanti è che erano?
-boh- rispose lui -hanno solo detto "uccidi la famiglia di Beilschmidt", cioé loro. Dovrebbe esserci il figlio e sua moglie, ma non so se abbiano avuto dei marmocchi.
"Be'" si disse il ragazzino, che era sobbalzato nel sentire il cognome di suo e di suo padre "ne hanno avuti due. Che ora ammazzerete"
La donna si inginocchiò davanti alla macchina e si sporse a guardare. Aveva dei lunghi capelli biondi, ma di più il ragazzino non riusciva a vedere, a causa dei sedili che gli bloccavano la visuale.
"Ecco" si disse, cercando di nascondersi dietro il sedile di sua madre "adesso si accorgerà di noi due e ci sparerà. O ci farà esplodere. O ci farà morire in qualche altra maniera orrenda"
Quella studiò l'interno della macchina per un po'. Per un terribile istante, li guardò negli occhi. Aveva due inquietanti occhi viola, che lo fecero rabbrividire di paura. Poi però si rialzò.
-a posto, c'erano solo marito e moglie.
-sicura?- l'uomo si chinò a controllare nel finestrino del ragazzino, che gelò e non ebbe il coraggio di voltarsi a guardarlo. Adesso li avrebbe visti per forza. Ma l'uomo, dopo aver studiato per qualche secondo l'interno, si rialzò.
-bene. Andiamo, non ho voglia di arrivare tardi alla base.
Il ragazzino attese di non sentire più i loro passi, e anche dopo che quelli se ne furono andati rimase lì, abbracciato a suo fratello, per sicurezza, senza il coraggio di muoversi. Solo quando il sole cominciò a tramontare osò uscire di lì. Si tolse il fratello dal grembo, senza lasciargli la manina, poi cominciò a dare spallate alla portiera della macchina, fino ad aprirla e a sgusciare fuori, aiutando poi il piccolo a uscire.
-bene- sempre tenendogli la mano si allontanò da lì. Adesso doveva occuparsi di lui, che era ancora vivo. A parte alcuni graffi, per fortuna stavano abbastanza bene. Si guardò intorno. Erano in mezzo al nulla, ma c'erano alcune case abbandonate in lontananza. Sospirò e si girò verso l'altro, chinandosi per essere alla sua altezza. Si sforzò di sorridere -ehi, campione. Dobbiamo arrivare lì- indicò le case -forse c'è qualcuno. Mamma e papà...- gli tremò la voce. Tossicchiò -loro vorrebbero che ci salvassimo. Ce la fai a camminare?
Quello annuì, ancora tremante, con le guance rigate dalle lacrime.
-bene- sospirò, passandosi la mano libera tra i capelli. Gli sorrise, sforzandosi di sembrare fiducioso -andiamo allora.
Quando arrivarono lì il sole era già tramontato da un pezzo. Le case sembravano abbandonate da decenni, ma una aveva ancora il tetto intatto, così decisero di rifugiarsi lì. Solo allora, che erano più o meno al sicuro, il maggiore si azzardò a lasciare la mano dell'altro, che sgranò gli occhi.
-G-Gilbert...
-sì?
-s-sei i-invisibile...
STAI LEGGENDO
Rebuild Me
Fanfiction(un grazie a @Mangaka05 per la copertina) Ispirato a "Shatter Me" di Tahereh Mafi Lovino era un mostro. Come altro poteva definirsi? Cos'altro poteva essere un ragazzo che distruggeva tutto quello che toccava e uccideva chiunque provasse a sfiorarlo...