Lo sapete: accenni a tematiche delicate.
Trovarono Francis in uno sgabuzzino delle scope.
Gilbert sospirò, aspettò che entrasse Antonio e si chiuse dentro con lui, piombando nell'oscurità quasi totale -si può sapere che hai combinato, freund?
-ti lasciamo solo per due minuti e scompari per ore- aggiunse Antonio, sedendosi accanto a lui e circondandogli le spalle con un braccio. Gilbert fece la stessa cosa dall'altra parte.
Francis rimase immobile a fissare davanti a sé.
-Fran? Francis?- Gilbert lo scosse leggermente per le spalle -sei vivo?
Francis si strinse le ginocchia al petto, ci posò sopra il viso e scoppiò finalmente a piangere.
-no, no, non fare così- Antonio gli accarezzò la schiena, lentamente, per calmarlo, infondendoci un po' del suo potere per aumentare l'effetto.
Francis singhiozzò, con la voce tremula -perché dovunque vada finisco sempre per essere la puttana di turno?!
L'albino sospirò -che è successo?
Il biondo non riusciva a parlare, per via del groppo in gola che lo lasciava appena respirare. La sua risposta fu quasi un singhiozzo.
-A-Arthur.
-giuro che la prossima volta che lo vedo gli distruggo quella faccia da cazzo con un pugno, a quel pezzo di mierda- ringhiò Antonio.
-di solito non ti incito al britiscicidio, ma in questo caso concordo pienamente con te.
Francis scosse la testa -non, mes amis.
-daaaaaai. Non dico di ucciderlo, solo di dargli un paio di pugni su quella boccaccia sputa sentenze...
-se vuoi puoi dargli qualche botta anche tu- propose Antonio
-non- ribadì Francis. Si asciugò gli occhi con aria infastidita -così non sareste migliori di lui.
-saremmo peggiori, ma almeno ci toglieremmo la soddisfazione.
Gilbert indicò lo spagnolo -non hai tutti i torti.
Francis scosse la testa -no, non... non mi interessa. Abbiamo troppi problemi per crearcene altri cercando vendetta.
Gilbert sbuffò -odio quando hai ragione.
-che ti ha detto quel cretino?
Francis tirò su col naso e fece una piccola risata -in realtà non... non è che abbia detto granché. Mi ha visto con i preservativi...- li raccolse da terra e glieli passò -a proposito, tieni. Dentro c'è anche del lubrificante, male non fa.
Antonio si prese la testa tra le mani e sospirò, a metà strada tra la furia e la tristezza -Dios, non avrei dovuto...
-la colpa non è tua- lo interruppe il francese -né di Gilbert, né di nessun altro. È... è che gente come me non è accettata. Non posso... andare in giro come voglio, vivere una vita tranquilla senza fingere di essere quello che non sono, perché avrò sempre e comunque il marchio della zoccola addosso, anche dato senza sapere che effettivamente lo sono.
-lo eri- lo corresse Gilbert -e non eri lì per tua volontà. Dirti che sei una puttana per quello che hai passato è come dare la colpa di uno stupro alla vittima. Non ha un fottuto senso.
-concordo- Antonio strinse a sé l'amico -e ora non lo sei più.
Il tedesco fece un verso di scherno -anzi, tra tutti e tre sei il più casto. Tra Antonio che si deprime per la mancanza delle sue pomiciatine segrete con uno che abbiamo letteralmente mandato a mentire a manetta per qualche mese...
-ehi!
-...e io che ogni tanto vado ancora a letto con Rod...
-tu cosa?!
-...tra i tre sei il più simile a una suora. Una suora che mette jeans aderenti e magliette con lo scollo a v, ma comunque...
-dopo torniamo sulla questione Roderich- promise Francis. Poi sbuffò una risata, che era molto simile al suono di un palloncino che si sgonfia -ma in ogni caso è ovvio che...- si interruppe di colpo.
-che?
-Fran? Tutto bene?- Antonio lo scosse leggermente per un braccio, cominciando ad allarmarsi.
-n... non respiro- rantolò, a voce bassissima.
-mierda!- insieme lo tirarono in piedi, poi Gilbert corse fuori a chiamare aiuto mentre Antonio prendeva in braccio l'amico e si precipitava il più velocemente possibile verso l'infermeria. Non era la prima volta che succedeva una cosa del genere, sapevano come comportarsi.
Abbassò lo sguardo su Francis, bianco come un lenzuolo, che con il fiatone cercava di riprendere aria. Gli infuse un po' del suo potere, sperando lo aiutasse almeno a soffrire un po' meno.Arthur si stava dando dell'idiota in tutti i modi che conosceva. Persino in scozzese.
Era stato uno stronzo. Okay. Se n'era reso conto. Ora l'unica cosa decente da fare era andare da Francis a chiedergli scusa e ammettere ad alta voce di essere stato un...
Unico problema. Non sapeva dove si fosse cacciato Francis. E per questo stava girando come una trottola per tutto il Punto Omega per cercarlo.
Ad un certo punto incrociò Gilbert, che stava correndo come un pazzo. Lo trattenne per un braccio.
-sai mica dov'è Fr...
Quello si liberò con uno strattone, guardandolo in cagnesco -Francis? Si sta sentendo male. Per colpa tua. Quindi, se non ti dispiace, vado a chiamare aiuto. Sei pregato di riprovare... vediamo... mai più.
E corse via senza dargli il tempo di replicare.
Francis stava male? Oh porco...
Fu Antonio a passargli davanti questa volta, reggendo un Francis mezzo svenuto tra le braccia. Arthur ebbe appena il tempo di registrare pochi dettagli, come le labbra blu del francese, il modo in cui si appoggiava all'amico, come se avesse bisogno di quel contatto per sopravvivere, e l'occhiata truce che gli rivolse lo spagnolo un attimo prima di superarlo.
A quel punto Arthur fece la cosa più naturale di tutte. Gli corse dietro.
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Rebuild Me
Fanfiction(un grazie a @Mangaka05 per la copertina) Ispirato a "Shatter Me" di Tahereh Mafi Lovino era un mostro. Come altro poteva definirsi? Cos'altro poteva essere un ragazzo che distruggeva tutto quello che toccava e uccideva chiunque provasse a sfiorarlo...