Capitolo 33

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11 maggio 2018.

*GIUSEPPE*

"Sei stato un grande." disse dopo aver sorseggiato del caffè.

"Anche tu, Monica." dissi sorridendo.
Un'oretta prima eravamo usciti dal tribunale trionfanti, dopo aver vinto una causa. Avevo lavorato duro e lei era stata al mio fianco per tutto il tempo.
Avevamo, poi, pensato di prenderci un caffè in un bar che aveva la vista sul mare. In seguito, ci saremmo fatti una breve passeggiata prima di ritornare in centro.

"Non esagerare, adesso!" esclamò lei, ridendo.

"Non esagero, sei il mio braccio destro." dissi con sincerità. "Sei stata impeccabile, come sempre."

"Ti ringrazio di cuore, allora." disse lei. Sembrava in imbarazzo ma capii subito il perché, forse non era abituata a me che le parlavo in quel modo. Tenevo a lei, ma effettivamente non glielo dicevo mai.

Poi calò un silenzio abbastanza imbarazzante, era come se non sapessimo di cosa parlare o come mantenere in piedi una conversazione, anche se ci conoscevamo da ormai una quindicina d'anni.
In quegli ultimi tempi ci eravamo un po' allontanati, per un motivo o per un altro. Era come se il nostro rapporto fosse diventato solo professionale, non più amichevole come una volta.
Un po' dispiaceva a entrambi, ma era evidente che quella che soffriva di più fosse lei.

"Come stai, tu?" domandai, desideroso di mantenere viva la conversazione.

"Beh, tutto bene, nulla di cui possa lamentarmi." disse lei, scuotendo leggermente il capo.
Manteneva lo sguardo basso sulla tazzina mezza vuota davanti a sè.
Si sentiva forse a disagio?

"Qualche novità?"

"Mh, no... Oltre al fatto che sto traslocando, direi nulla." rispose facendo spallucce.

"Ma... Ecco..." esitai, prima di continuare a parlare. "Con il tuo compagno?"

"No, macché, ci siamo mollati di recente."

"Mi dispiace..." dissi, quasi sussurrando.

"No, non devi. Era giusto che finisse, quella relazione mi pesava troppo. Non potevo continuare a fingere di amarlo. Il mio cuore si trova... Altrove." rispose alzando lo sguardo verso di me mentre pronunciava quelle ultime parole.

Capii immediatamente dove volesse arrivare.
Rimasi in silenzio, poi abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.
Cosa avrei dovuto dire?
Avevo sempre saputo che provasse qualcosa per me, qualcosa che andava oltre all'amicizia, ma quell'ennesima conferma mi colpì molto, quasi come se fosse qualcosa di nuovo per me.
La conoscevo da quindici anni, ma per me era solo una semplice amica, oltre che segretaria.
La stimavo perché era una grande lavoratrice, tuttavia c'erano alcuni lati del suo carattere che non apprezzavo, ad esempio il fatto che fosse troppo saccente, perché la faceva sembrare più arrogante di quanto non lo fosse veramente.
Eravamo simili su certe cose, ma veramente distanti su altre.
Non l'avevo mai vista in "quel" modo.
Quando l'avevo conosciuta ero ancora felicemente sposato, la relazione con mia moglie andava a gonfie vele, quindi non mi ero avvicinato a lei in nessun modo.
Dopo la fine del mio matrimonio, invece, mi ero avvicinato ad Aurora.
Era entrata improvvisamente nella mia vita e si era rivelata una compagna perfetta, sembrava praticamente la mia anima gemella e non volevo nessun altro al mio fianco. Mi ricordai delle scenate di gelosia che aveva fatto Monica e di quanto avesse disprezzato Aurora in passato, ma ormai ci ero passato sopra, quei fatti avevano poca importanza per me perché ben presto la rabbia aveva lasciato spazio solo al dispiacere.
Ci ero rimasto male quando Monica mi aveva detto che si era lasciata col compagno, speravo che finalmente fosse riuscita a trovare qualcuno che la amasse e le desse tutto il rispetto che meritava, ma niente...
Meritava qualcuno al suo fianco, ma quel qualcuno non potevo essere io.

I Wanna Be Yours // Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora