*GIUSEPPE*
Finalmente avevamo ottenuto la fiducia in parlamento, il 5 giugno quella del Senato, invece il 6 quella della Camera.
Da quel giorno in poi, il governo avrebbe assunto i pieni poteri e sarebbe stato capace di lavorare seriamente. Non stavo più nella pelle ed ero felicissimo di iniziare la mia nuova carriera.
Per festeggiare quella seconda vittoria, cioè la fiducia della Camera, decisi di uscire a cena fuori con Aurora.
Avevamo scelto di andare in un ristorantino poco distante da casa mia, sembrava il posto adatto per trascorrere del tempo assieme. Quella sera, a nessuno dei due andava di cenare in un posto lussuoso e di classe, avevamo preferito qualcosa di più intimo e meno formale.Erano le otto e mezza di sera, io e Aurora eravamo ancora a casa a prepararci perché per le nove saremmo dovuti essere al ristorante.
Era un po' tardi, ma in fondo ero da poco tornato a casa, dopo una lunga giornata a Montecitorio.
Nonostante la stanchezza, mi sentivo anche elettrizzato, carico, pronto a qualsiasi cosa. Ero appena all'inizio della mia carriera politica, ma avevo una voglia matta di esplorare quel nuovo ambiente, lavorare duramente e mettermi alla prova.
Finalmente la fiducia in me stesso stava lentamente crescendo e quello, per me, era già un passo avanti.
Forse era successo anche grazie ad Aurora, che mi era sempre stata vicina fino ad allora. Apprezzavo quel lato di lei, anche se spesso non capivo cosa provasse effettivamente.
Mi diceva che era fiera di me, e sapevo che fosse sincera, ma non credevo che quella mia nuova vita le andasse completamente bene.
Avevo l'impressione che in verità vivesse nella costante paura di perdermi, o qualcosa del genere, ma potevo immaginare il perché.
I due uomini più importanti della sua vita, il padre e il suo ex, erano scomparsi quindi probabilmente temeva che l'avrei abbandonata pure io. Forse era per quello che si era attaccata emotivamente a me così tanto.
Io non volevo deluderla, volevo esserci per lei, però il cambiamento era inevitabile. Sarei stato un po' meno presente nella sua vita, ma ciò non voleva dire abbandonarla, o smettere di amarla. Speravo solo che lo capisse, anche se per la prima volta iniziai ad avere dubbi sul nostro futuro. Dovevamo sicuramente lavorarci su, trovare qualche compromesso, qualche via di mezzo, se volevamo che andasse tutto bene."Come sei messa?" domandai bussando alla porta del bagno.
"Mi sto vestendo!" disse lei. "Se vuoi, entra. Sono quasi pronta."
Aprii la porta lentamente ed entrai nel bagno, ma spalancai gli occhi quando la vidi praticamente nuda, con addosso solo gli slip.
"Abbiamo due concetti abbastanza diversi di "quasi pronta", eh?" dissi scherzando.
"Dai, tre minuti e sono veramente pronta." rispose sorridendomi, poi tornò a guardarsi allo specchio.
Io rimasi immobile appoggiato sul bancone del bagno a guardarla con ammirazione. Si infilò un reggiseno bianco semplice con un movimento preciso, ma allo stesso tempo delicato, e un piccolo sorriso prese vita sul mio viso. Mi venne una voglia improvvisa di avvicinarmi ulteriormente, baciarla, accarezzarle il corpo, ma mi morsi il labbro e tenni a bada quegli istinti. Quella sera, più tardi, avremmo sicuramente avuto del tempo per passare dei momenti intimi assieme.
"Le piace quello che vede, Presidente?" domandò ridendo, col chiaro intento di punzecchiarmi.
Doveva aver notato che la stavo guardando con una certa insistenza."Sì, decisamente." annuii sorridendo.
Presidente, che strano essere chiamato così.
La guardai da testa a piedi ancora una volta, trovando che fosse assolutamente perfetta.
Aveva un viso davvero dolce, sembrava un angioletto, o forse una bambolina di porcellana. I suoi occhi erano di un azzurro chiaro che mi ricordava molto quello del cielo, invece i capelli biondi ondulati le ricadevano dolcemente sulle spalle, incorniciandole il viso.
Il suo fisico era tonico e asciutto, inoltre era anche abbastanza alta, quasi quanto me, per questo ogni tanto scherzavamo sul fatto che avrebbe potuto fare la modella se si fosse stancata della carriera da avvocato.
Osservai con attenzione ogni dettaglio del suo corpo, tra cui le clavicole sporgenti, il seno piccolo e sodo, la vita stretta, infine il sedere e le gambe lunghe e snelle.
Poi mi cadde lo sguardo sulle sue mani, accorgendomi che portava alcuni anelli sulle dita, inoltre le sue unghie erano dipinte di un rosa molto pallido, quasi impercettibile.
In tutti quegli anni passati assieme, avevo notato che fosse una donna che amava prendersi cura di sé e avere un bell'aspetto, ma lo faceva in un modo riservato, mai appariscente.
Non le piaceva mettersi in mostra, era sempre umile, e io non potevo che apprezzare quel lato di lei.
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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fanfic"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...