*GIUSEPPE*
18 dicembre 2013.
"Buongiorno, Giuseppe." disse Paolo, dopo aver aperto la porta del suo ufficio. Rimase in piedi a scrutarmi, probabilmente chiedendosi cosa ci facessi lì.
"Buongiorno." sospirai. "Hai un po' di tempo?" chiesi dopo averci pensato su per qualche secondo.
"Sì, ho mezz'ora adesso. Che succede?" rispose lui spostandosi dall'uscio della porta.
Non dissi nulla, entrai nel suo ufficio e mi buttai sul divanetto. Inspirai profondamente e chiusi gli occhi, buttando la testa all'indietro e appoggiandola sullo schienale del divanetto. In quel momento avrei potuto giurare di sentire il suo sguardo inquisitorio su di me.
Aprii gli occhi e infatti lo vidi seduto sulla sua scrivania, con le braccia incrociate e con gli occhi puntati verso di me.
Stava aspettando che iniziassi a parlare io."Sono successe un po' di cose in queste ultime settimane..." dissi dopo aver trovato il coraggio di parlare. "Non sapevo come dirtelo, ma è giusto che tu sappia tutto. Ho intenzione di separarmi da mia moglie."
Dopo aver pronunciato quelle parole, rimasi in silenzio a fissarlo.
Lui era impassibile, come se cercasse di dare un senso a quelle mie parole. Avevo passato i nove mesi precedenti a lamentarmi con lui dei problemi con mia moglie e probabilmente gli sembrava strano sentirmi dire che volessi mettere fine a quella situazione.
Mi aspettavo che iniziasse a urlare o a chiedermi cosa mi fosse successo, ma niente. Era visibilmente confuso.
Mi guardava come se avessi in fronte degli esercizi di meccanica quantistica sui sistemi continui unidimensionali.
Mi guardava come se gli avessi parlato in lingua Khmer.
Eddai, Paolo."Ma seriamente?" chiese con stupore.
Finalmente, vidi sul suo viso qualcosa di diverso dalla pura e semplice confusione. "Come? Perchè? Vi siete già separati?""Sì, seriamente. Ci ho messo un po' ad accettare il fatto che fossimo irrecuperabili ma alla fine eccomi qui. Penso sia la scelta giusta, è bene per me, per lei, ma soprattutto per nostro figlio. Non possiamo continuare così. Però gliene devo ancora parlare, a dire il vero..." dissi con totale sicurezza.
Pensai al mio piccolo ometto, alla luce dei miei occhi, alla mia priorità.
Era piccolo, ma non era ingenuo. Anzi, era un ragazzino parecchio sveglio e aveva capito che tra me e sua madre non ci fosse più nulla. Ci soffriva, anche se non lo dava tanto a vedere. Chissà cosa pensava di noi, dei suoi genitori. Saremmo dovuti essere il suo esempio, la sua roccia, il suo porto sicuro, ma invece eravamo solo due adulti che si non si sopportavano più e non si facevano scrupoli nel farlo vedere. Che imbarazzo.
Ormai il mio matrimonio non funzionava più e la cosa che mi infastidiva maggiormente era che nostro figlio ne subisse le conseguenze.
Mi chiesi se fosse stato meglio per lui crescere con due genitori che si disprezzano o se con uno solo, potendo vedere l'altro meno spesso.
Avrebbe sofferto tanto in entrambi i casi, non potevo negarlo.
Ero impaurito, ma non mi sarei tirato indietro. Forse un giorno mio figlio avrebbe compreso quella mia scelta e avrebbe capito che era la cosa migliore per tutti e tre."Da quant'è che ci pensi?" chiese Paolo, dopo aver ascoltato con attenzione le mie parole.
"Poco più di due settimane, credo. Devo muovere il culo, lo so, ma ho paura. Tanta, anche." dissi appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Mi presi il viso tra le mani, pensieroso.
Avevo detto ad Aurora che avrei messo fine alla mia relazione e non avevo certamente cambiato idea. Non avrei mai infranto quella piccola promessa implicita che le avevo fatto, quello era poco ma sicuro.
Però avevo paura. Da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata del tutto e il cambiamento mi spaventava. Ero così abituato alla mia solita vita, che l'idea di cambiare tutto mi metteva una strana angoscia addosso."Mi dispiace, non so cosa dire. Io ero quello che più aveva creduto in voi e nella possibilità che tornaste a essere la coppia di una volta. Però se pensi che la separazione possa farvi stare meglio, fallo. E fallo presto, quanto hai intenzione di aspettare? Non tirarla per le lunghe. Sei sei sicuro, fallo prima che cambi idea nuovamente."

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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fanfiction"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...