Capitolo 37

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1 giugno 2018.

"Che fai, Giuseppe?" sussurrò Aurora, entrando in soggiorno.
Si appoggiò sullo stipite della porta e rimase immobile a guardare l'uomo, che era in piedi davanti alla finestra e teneva le mani appoggiate sul davanzale.
Non riuscì a vederlo bene, la stanza era completamente buia, e la figura dell'uomo era messa in risalto solo dalla luce del lampione che illuminava la strada.
Inoltre lì c'era un silenzio tombale, l'unico rumore a malapena percepibile era il respiro dell'uomo. Giuseppe era pensieroso, completamente immerso in quella quiete, infatti sussultò non appena sentì la voce della donna.

"Non riuscivo a dormire..." rispose lui, girandosi verso di lei. La guardò per provare a metterla a fuoco, anche se il troppo buio non glielo permetteva. "Tu perché sei qui?"

"Mi sono svegliata e ho visto che non eri lì." rispose lei, poi rimasero in silenzio entrambi. Aurora decise di avvicinarsi, e lui lo capì dal suono dei suoi passi, che sembravano spezzare quel silenzio improvviso che si era creato tra i due.
La donna lo abbracciò da dietro, avvolgendo le braccia attorno al busto dell'uomo. Gli accarezzò il petto, la pancia, poi chiuse gli occhi - visto che era ancora assonnata - e appoggiò la fronte sulla sua schiena.

"Piccola, forse dovresti andare a letto... È notte fonda, sono le tre." disse lui. Appoggiò le mani su quelle della donna e le accarezzò dolcemente.
Lei sorrise, non solo per quel gesto affettuoso, ma anche per le parole che aveva usato per rivolgersi a lei. Dopo tutti quegli anni, non aveva ancora perso l'abitudine di chiamarla piccola.

"Secondo me sei tu che dovresti tornare a letto." mormorò Aurora. "Oggi è il grande giorno, devi essere riposato."

"Non riesco ad addormentarmi..." si lamentò lui.

"Cosa ti turba?" domandò allora lei.

"Sai già."

"Lo so... Ma quello che voglio dire è che se senti il bisogno di sfogarti o di liberare la mente, ci sono. Se può aiutarti, parlamene di nuovo." sussurrò lei. Poco dopo alzò leggermente il capo e gli diede un bacio sulla schiena.

"In questi ultimi giorni credo di averti rotto abbastanza." rise lui.

"Ma stai zitto, va'." disse lei, dandogli un improvviso pizzicotto sulla pancia. "Potresti letteralmente elencarmi la tua lista della spesa e ti ascolterei più che volentieri."

"Addirittura." disse Giuseppe, poi scoppiò a ridere. "No, comunque, non so nemmeno da dove iniziare. Queste ultime settimane sono state così assurde."

"Chi l'avrebbe mai detto che ti avrebbero riproposto come Presidente del Consiglio?"

"Infatti." annuì lui. "Però questa volta è andata meglio, almeno Mattarella non ha posto veti su nessun ministro. Sta accadendo veramente, ci credi?"

"È strano pensare a come la situazione si sia ribaltata in così poco tempo."

"Pensavo che fosse finita, e invece eccomi qui. Manca così poco, oggi c'è il giuramento e tra alcuni giorni la fiducia in parlamento. Faccio ancora fatica a credere che mi sia stata una seconda possibilità. Sono emozionato, ma ho così tanta paura. Ce la farò? E se deludessimo i cittadini? Magari hanno aspettative alte per questo governo del cambiamento... Questo è un ruolo davvero importante e temo di non essere all'altezza. Ma perché io? Cioè, è pieno di gente che sta in politica da anni e anni. Io non sono nessuno, i cittadini non sanno nemmeno chi io sia. Non credo abbiano votato il Movimento o la Lega per vedere uno sconosciuto a capo del governo."

"Se sei qui, è perché è quello il tuo posto, Giuseppe. Succede tutto per un motivo, penso che il futuro abbia in serbo tante cose per te." disse lei, poi lo strinse a sè con forza. "Non può essere una coincidenza. Beppe, ti è stata data una seconda chance e devi fare il possibile affinché tutto vada per il verso giusto. Sono sicura che se lavorerai con impegno e onestà, come hai sempre fatto, i cittadini lo noteranno e riuscirai a farti amare a pieno. Abbi fiducia in te, ti prego."

I Wanna Be Yours // Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora