Attenzione: scene sessualmente esplicite.
*GIUSEPPE*
Era passato un mese da quando avevo traslocato e finalmente mi sentivo tranquillo e in pace con me stesso.
Tutto era cambiato in meglio, finalmente non ero più stressato e di malumore come una volta. Inoltre anche il rapporto che avevo con mio figlio sembrava sereno, anche se temevo provasse qualche tipo di rancore nei miei confronti.
Uscivo con lui ogni volta che potevo, nei migliori dei casi tre volte a settimana, e lo riempivo di attenzioni e regali. Forse era solo un mio modo patetico per provare a stare nelle sue grazie o per farmi perdonare per essermi separato da sua mamma, ma intanto sembrava funzionare. Speravo solo che le cose continuassero ad andare per il verso giusto, anche se ovviamente avevo le mie paure.
Temevo che la nuova presenza nella mia vita di Aurora, e di conseguenza di Angela, lo turbasse o che lo facesse sentire escluso o rimpiazzato.
Io, invece, volevo solo dimostrargli che il mio numero uno era lui e che lo sarebbe stato per sempre.
Non avrei mai permesso a nessuno di portarmelo via.
Per fortuna avevo al mio fianco Aurora, anch'essa genitore, quindi era sempre stata comprensiva nei miei confronti perché lei in primis sapeva cosa volesse dire avere paura di non essere abbastanza per il proprio figlio.
Con lei le cose andavano alla perfezione, non potevo chiedere di meglio. Tenevo a lei, avrei fatto qualsiasi cosa per vederla sorridere perché vedere lei felice rendeva felice anche me. Ormai mi ci ero affezionato fin troppo ed ero consapevole del fatto che non sarei più potuto tornare indietro. Non eravamo più due semplici persone che ogni tanto si vedevano per spassarsela.
Con il passare del tempo si intensificava il legame spirituale che mi legava a lei, che mi impediva di allontanarmi o che non mi permetteva di passare una sola giornata senza vederla o senza desiderare di averla tra le mie braccia.
Quel sabato sera l'avrei vista, sarebbe venuta per la prima volta a passare la notte con me nel mio appartamento.
Mi aveva detto che Angela avrebbe dormito dalla nonna materna e che quindi sarebbe riuscita a stare con me quella notte.
Non stavo più nella pelle, non riuscivo a non pensare a lei e a come avremmo passato la serata, anche se avevo già alcune idee.
Mi disse che sarebbe passata da me verso le otto, per l'ora di cena, quindi mi feci trovare pronto.
Avevo ordinato la casa per renderla più accogliente ai suoi occhi, avevo anche già apparecchiato la tavola.
A lei quelle cose non importavano e lo sapevo. Mi aveva detto più volte che le bastava che ci fossi io, non le importava dove o come, cosa che mi faceva commuovere nel profondo. Tuttavia non riuscivo a non comportarmi da galantuomo con lei.
Aurora era una giovane donna dolce, dal cuore nobile e raffinata e io l'avrei trattata come tale.
Sentii squillare il campanello, poi guardai l'ora. Doveva essere lei. Aveva fatto un quarto d'ora di ritardo, ma la cosa non mi infastidiva. Conoscevo bene la condizione delle vie di Roma a quell'ora di sabato sera.
La feci accomodare e non appena la vidi, un enorme sorriso spuntò sul volto di entrambi."Ciao, Giuseppe!" mi disse dopo essere entrata nell'appartamento.
Chiusi la porta alle sue spalle, poi la aiutai a togliersi il cappotto, che infine appoggiai con cura sull'attaccapanni."Ciao, piccola." dissi continuando a sorridere. Mi avvicinai a lei e le presi il viso tra le mani, notando che le sue guance erano leggermente fredde per via del clima invernale.
Le diedi un bacio sulla fronte, come ero solito fare.
Poi gliene diedi uno sulla punta del naso, facendola ridere di gusto.
La sua risata era una melodia per le mie orecchie.
Poi scesi ulteriormente e le baciai le labbra con lentezza, desideroso di assaporarle. Facevo fatica a staccarmi da lei, non la vedevo da un solo giorno ma ormai sembravo essere in astinenza.
Le diedi mille baci, poi cento.
Poi ancora mille, poi di nuovo cento.
Poi senza smettere mille, poi cento.
Infine mi staccai, poiché avevo bisogno di aria e sicuramente anche lei.
La guardai da capo a piedi.
Teneva i lunghi capelli biondi e mossi sciolti sulla schiena.
Sembrava avere poco trucco sul viso, probabilmente solo il mascara, ma non ne ero sicuro. Non ero mai stato un esperto di make-up femminile, tuttavia mi piaceva osservare anche quei piccoli particolari di lei.
Aveva addosso un maglioncino morbido di cashmere color blu scuro, assieme a dei pantaloni neri eleganti e dei tacchi dello stesso colore, che secondo il mio modesto e superfluo parere da uomo sembravano essere abbastanza scomodi, infatti se li tolse subito all'entrata, permettendomi di osservare per qualche istante la loro suola color rosso acceso.
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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fanfiction"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...