*AURORA*
Tornai nella camera da letto, lui era rimasto lì disteso e aveva il cellulare in mano. Lo posò sul comodino, e dopo qualche istante si alzò anche lui.
"Vado a farmi una doccia." sbuffò.
Mi sembrava agitato, era appena successo qualcosa o era per la serata appena conclusa?"Okay." annuii.
Rimasi lì sola, ed ebbi il modo di riflettere su quello che era appena successo.Inaspettatamente, quella sera era passato a trovarmi.
Non sapevo se volessi veramente vederlo, però visto che la rabbia della sera prima era un po' sparita, decisi di lasciarlo salire.
Erano già uscite alcune foto sue di quella sera, assieme a dei video di qualche intervista, e vederlo così stanco e provato mi aveva fatto davvero tanta tenerezza.
Per quanto mi avesse fatta star male la sera prima, continuavo ad amarlo e a volerlo al mio fianco. Non riuscivo ad arrabbiarmi veramente con lui.Vederlo lì, all'entrata del mio appartamento, mi aveva sciolto il cuore. Potevo capire che fosse stanco, ma nonostante tutto, aveva deciso di passare da me.
Ero in accappatoio, quindi andai a cambiarmi, e lui mi raggiunse in camera poco dopo.
Mi ero spaventata, non l'avevo sentito arrivare, per quello mi ero coperta istintivamente. Ma forse, oltre a quello, c'era anche un altro motivo di fondo, cioè che in quell'ultimo periodo mi sentivo un po' a disagio con me stessa e con il mio corpo.
Mi vergognavo del modo in cui mi ero ridotta. Mi guardavo allo specchio e non vedevo più una donna forte e bella.
E se avesse iniziato a notarlo anche lui? Forse non mi trovava più attraente come una volta?Mi vestii velocemente, poi rimanemmo in silenzio per un po'.
Non era da noi non parlarci, quindi iniziai io la conversazione con la domanda più semplice che mi fosse venuta in mente."Come è andata stasera?"
Continuammo a parlare, a scambiarci un paio di battute, poi la situazione peggiorò quando mi accusò di non capirlo. A me pareva che fosse lui a non capire me.
Ancora una volta, gli spiegai il mio punto di vista, gli dissi cose che sapeva già: non me la sentivo, era troppo presto per me, volevo aspettare ancora un po' prima di uscire a qualche evento ufficiale con lui.
Mi sorprese quando di punto in bianco mi disse che mi amava.
Era l'ultima cosa che mi aspettavo che accadesse.
Averlo a un palmo dal mio viso e sentirlo pronunciare quelle parole mi mandò in confusione.
Anche io amavo lui, come avevo sempre fatto.
Appoggai una mano sul suo petto e pensavo di aver fatto una cazzata, ma quando si avvicinò un po' a me, capii che ci stava pure lui.
Cinque minuti dopo, eravamo entrambi nudi a letto.Concluso il rapporto, una strana angoscia aveva preso il controllo di me.
Mi veniva da piangere, mi sentivo così sporca, come se avessi fatto qualcosa che non dovevo.
Semplicemente mi dava fastidio che fossimo caduti così in basso, non era in quel modo che dovevamo risolvere i nostri problemi.
Non lo avevamo mai fatto, e non dovevamo farlo più.
Eravamo entrambi deboli e pensavamo fosse giusto, ma si era rivelato un errore.
Sembrava anche lui deluso e arrabbiato, lo avevo capito dall'espressione sul suo volto.
Sopracciglia corrucciate, mascella serrata, sguardo serio.Improvvisamente, la vibrazione di un cellulare interruppe il flusso dei miei pensieri.
Era il mio? Controllai, ma no.
Era il suo, allora. Vibrò ancora, ancora, e ancora.
Chissà chi gli scriveva a quell'ora...
Non erano affari miei.
Non dovevo chiederglielo, e non dovevo guardare.Io mi ero sempre fidata ciecamente di lui, sapevo che non avesse mai nulla da nascondermi.
Però ero curiosa. Lui non era lì, avrei comunque potuto dare buttare un occhio o no?
Avrei voluto prendermi a schiaffi da sola, dovevo fare qualcosa per placare quel mio desiderio di sapere di più.
Però la curiosità, in quel momento, divenne qualcosa di insopportabile.
Mi limitai a guardare lo schermo e basta, c'erano alcuni messaggi di Paolo.
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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fanfiction"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...