Erano passate alcune settimane da quella conversazione con Giuseppe in cui avevano deciso di rimanere amici.
Erano stati giorni abbastanza duri per entrambi, più che altro perché la tensione tra i due era aumentata esponenzialmente. Erano sempre a un passo dall'infrangere quella regola ferrea che si erano imposti.
Non mancavano mai sguardi, sorrisi, provocazioni. Però a quanto pare entrambi ci avevano preso gusto, erano ormai abituati a quella farsa.
Per certi versi, avevano proprio l'impressione di essere i protagonisti di un bizzarro gioco di ruolo.
Ma in qualche modo andava bene a entrambi, non solo perchè camminare su una lastra sottile di ghiaccio portava un po' di adrenalina nelle loro vite, ma anche perché intanto avevano rafforzato seriamente il loro legame amichevole. Avevano finalmente iniziato a vedersi con occhi diversi dal solito. Non era più solo attrazione fisica, ma anche mentale.
Chiacchierando, ridendo e scherzando, avevano entrambi scoperto di essere più legati all'altro di quanto non pensassero.
Giuseppe, ogni tanto, arrivava addirittura a confidarle alcuni suoi problemi personali, sapendo di avere a che fare con una persona affidabile e onesta. Cosa che non gli era mai successa, tra l'altro. Aveva sempre mantenuto un rapporto professionale con tutti i suoi dipendenti, ma lei era lo strappo alla regola.
Non solo trovava che fosse una ragazza gentile, dall'animo puro, di cui gradiva la compagnia, ma era anche una grandissima lavoratrice. La sua costante voglia di imparare e migliorare se stessa lo lasciava perplesso ogni volta, rendendolo fiero di lei.
Infatti la sua presenza in quello studio legale era come un raggio di sole, che gli portava allegria, e grazie al quale si ritrovava a voler andare a lavorare più volentieri, sapendo che lei sarebbe stata lì.
Lo stesso si poteva dire della ragazza, che ammirava l'uomo in tutto e per tutto e si considerava fortunata ad avere un amico e capo come lui.
Entrambi erano felici di aversi a vicenda, sapendo di poter contare l'uno sull'altra in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, lavorativo e non.
Però nessuno dei sue sapeva quanto sarebbe ancora durata quella semplice amicizia. Pur essendo felici di aver costruito quel legame così forte, stava diventando troppo poco per entrambi.Quella mattina Aurora si era alzata più presto del solito, e anche di buonumore. Si era preparata con calma, a differenza di come faceva di solito, e aveva fatto colazione con Angela senza troppa fretta.
Guidò fino alla scuola di sua figlia e aspettarono che suonasse la campanella, sedute su una panchina nel cortile dell'edificio.
Madre e figlia stavano chiacchierando allegramente, perlopiù di scuola, quando quella loro conversazione piacevole venne interrotta da delle urla."Angela! Ciao!" disse il figlio di Giuseppe correndo in quella direzione e saltando addosso alla bambina, abbracciandola affettuosamente.
La giovane donna alzò lo sguardo e notò che dietro di lui c'era una figura che camminava velocemente nella loro direzione, provando a tenere il passo del figlio.
Sbiancò improvvisamente."Mamma, lei è la mia migliore amica Angela! E lei è Aurora!" disse il bambino con entusiasmo, tirando sua madre per un braccio.
"È un piacere conoscerla." disse Aurora, con la voce tremante, stringendole la mano. Deglutì nervosamente, osservando la donna in piedi davanti a sè come se avesse visto un fantasma.
Sperava solo non avesse notato quel suo nervosismo improvviso."Il piacere è mio." rispose la donna, sorridendole cordialmente.
Aurora la guardò, imprimendo nella testa ogni suo minimo particolare.
Teneva i splendidi capelli biondi e mossi sciolti sulle spalle.
I suoi occhi erano scuri e profondi, che lasciavano trasparire tranquillità e sicurezza. Era una bellissima donna, nulla da dire; aveva probabilmente quasi quarant'anni, ma ne dimostrava di meno.
Le due donne si sedettero sulla panchina, continuando a scambiarsi alcune parole."E quindi sei tu il nuovo avvocato nello studio legale di mio marito?" chiese la donna, accavvallando le gambe e squadrando la giovane ragazza seduta al suo fianco.
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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fiksi Penggemar"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...