19 settembre 2013.
Era arrivato il grande giorno. Quella mattina Aurora avrebbe avuto il colloquio di lavoro nello studio legale di Giuseppe Conte.
L'uomo l'aveva contattata alcuni giorni prima, facendole sapere la data e l'orario del colloquio.
Era pronta. Agitata, ma pronta. In cuor suo sapeva che quella volta sarebbe andata meglio, anche perché aveva Giuseppe dalla sua parte e si fidava di lui.
La giovane donna accompagnò la figlia a scuola e poi tornò a casa per prepararsi. Un paio di ore dopo, sarebbe dovuta ripartire in direzione dello studio legale.
Passò tanto (forse troppo) tempo davanti all'armadio, non riuscendo a scegliere l'outfit perfetto per quella situazione. Un vestito? O forse di nuovo un tailleur o qualcos'altro? Dopo lunghi momenti di indecisione, optò per una camicia bianca e una gonna nera a tubino, abbinate a una giacca nera elegante e a dei tacchi. Un outfit semplice, ma adatto all'occasione.Salì in auto e accese la radio. Durante il tragitto verso lo studizo legale, ascoltò un po' di musica per rilassarsi. I Led Zeppelin e i Pink Floyd erano in grado di tenerle compagnia e aiutarla in qualsiasi momento della giornata.
Miracolosamente, dopo una breve esplorazione della zona, trovò un parcheggiò là vicino. Sentiva l'ansia crescere, quindi rimase in auto per ancora alcuni minuti, fumando una sigaretta.
Controllò ancora una volta la borsa, assicurandosi di avere con sè tutti i documenti necessari.
Se fosse andato tutto bene, quello sarebbe stato il suo primo lavoro. Sarebbe diventata avvocato, il suo sogno più grande. Sin da piccola era appassionata di diritto, tant'è che passava molto tempo a leggere libri su quella materia e spesso si ritrovava anche a guardare film che avevano come protagonisti avvocati e che affrontavano temi come i processi.Si incamminò verso l'indirizzo, guardandosi attorno.
Notò la piazza ampia e tranquilla là vicino. Pur essendo settembre, il sole splendeva alto nel cielo, colpendo edifici, persone, panchine e alberi. I loro rami e foglie erano illuminati dal sole, creando così un piacevole gioco di ombre e luci.
Aurora sorrise, tranquillizzandosi leggermente, anche grazie al leggero venticello autunnale che soffiava nella sua direzione, scompigliandole qualche ciuffo di capelli."Arrivo tra un paio di minuti."
...
Giuseppe era nel suo ufficio, intento a sistemare tutti i fogli e documenti sparsi sopra la sua scrivania. Generalmente era un uomo ordinato ma spesso, soprattutto quando aveva più lavoro da svolgere del solito, lasciava che i fogli si accumulassero sulla scrivania. Alzò gli occhi al cielo, non sapendo nemmeno da dove iniziare. Ma in quel momento gli vibrò il telefono. Lesse il nome di Aurora sul display del suo cellulare e sorrise. Al diavolo i fogli sulla scrivania, ci avrebbe pensato in un altro momento.
Uscì frettolosamente dal suo ufficio, percorse il corridoio e scese le rampe di scale fino ad arrivare all'entrata dell'edificio.
Rimase immobile davanti all'enorme portone scuro guardandosi attorno. Aveva già il fiatone. Rise di se stesso, poiché era convinto di non avere più l'età per correre giù per le scale come un ragazzino.
Finalmente vide una figura femminile alta, snella ed elegante camminare nella sua direzione. Le fece un cenno con la mano e sorrise, ammaliato dal suo fascino. Gli sembrava a tutti gli effetti una modella."Giuseppe, ciao!" disse la ragazza, ormai a un paio di metri da lui. Poi si avvicinò ulteriormente e lo salutò dandogli due baci sulle guance. Percepì la pelle delicata e liscia dell'uomo a contatto con la sua, oltre al buon profumo di dopobarba.
Si staccò e lo guardò in viso, sorridendogli. Non aveva mai un pelo fuori posto. Bello e affascinante come sempre. I suoi occhi splendevano e le davano un certo senso di tranquillità e serenità."Come stai? Pronta?" chiese l'uomo aprendo il portone e spostandosi, permettendole di entrare per prima.
"Penso di sì. Ma l'ansia da colloquio di lavoro rimane." rispose Aurora, iniziando a salire le scale lentamente. Non aveva nessuna fretta di arrivare lì, anzi... Avrebbe preferito aspettare ancora un paio di ore.
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I Wanna Be Yours // Giuseppe Conte
Fanfiction"Portare mia figlia a quella festa di classe è stata una tra le scelte più intelligenti che abbia fatto quest'anno." disse Aurora accennando una risata e appoggiando la testa sul petto dell'uomo. Iniziò poi ad accarezzargli una spalla, facendolo sor...