marco?

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"Io lo capisco che a volte ti manca tuo padre.
Io nei tuoi occhi lo leggo, vorresti aver avuto un natale.
Non tanto per un regalo, ma per sentirti un regalo.
Che per qualcuno vali e sei il diamante più raro.
E per me sei questo, per me sei questo e altro.
Non nascondere le lacrime che infondo scendono in basso.
Tu falle cadere fino a che non diventano fango.
Poi ritorna in quel posto, ci sarà una rosa e sarà maggio.
Vorrei che ti guardassi con i miei occhi.
Vorrei che ti ascoltassi con i miei sogni.
Sai, la mia vita è soltanto un insieme di sogni e tu sei l'unica parte reale che voglio nei giorni. "

Ricordo il primo litigio che ho avuto per lei.

Stava con Marco, e non la sentivo da 2 settimane, cosa alquanto strana per noi.
Le telefonavo e lei non rispondeva.
Le scrivevo messaggi che non leggeva.
Inizialmente pensavo fosse perché aveva cominciato l'università, quindi magari era impegnata.
Poi capii che non poteva essere così.
Eleonora poteva avere 100.000 impegni ma 5 secondi per chiamarmi l'avrebbe trovati.
Mi stancai e mi presentai fuori alla sua porta.
Mi aprì e aveva un occhio nero, che notai subito...vista la sua carnagione pallida, proprio come la mia.
I capelli messi male, gli occhi pieni di lacrime, una felpa bagnata, le labbra screpolate.
Era anche dimagrita, dall'ultima volta che l'avevo vista.
Ricordo che stava per chiudermi la porta in faccia, che la bloccai e la obbligai a farmi entrare.
Appoggiò la testa sul mio petto e cominciò a piangere.
"Chi ti ha fatto questo?"
Chi era quella bestia che aveva messo le mani addosso a una ragazzina così fragile e delicata come Eleonora?
"Sono semplicemente caduta"
"Piccola, sai che puoi dirmi tutto"
"Michele non è successo nulla...semplicemente sono giù"
"E l'occhio nero?"
"Sono caduta te l'ho detto"
"Quando vorrai dirmelo fammi un fischio"
Ricordo che mi strinse forte la maglia, un po' come per aggrapparsi.
"Ti prego non incazzarti con me anche tu"
Come poteva passare dall'essere una roccia all'essere fragile come una piuma?
Eleonora sapeva dare amore e sapeva difenderti sempre.
Ma Eleonora aveva anche bisogno d'amore.
E anche bisogno di qualcuno che la proteggesse.
Forte e fragile.
Forse era proprio questo che mi piaceva di lei.
Eleonora aveva bisogno d'amore, quello che le era mancato sin da piccola.
E io?
Io ero un povero scemo pronto a darglielo.
Ma che lei non capiva io volessi darle.
Ricordo che poi la presi in braccio (era tanto piccolina nei miei confronti) e la portai a letto.
"Non andare da Federica ti prego"
"No, no"
"Resti con me?"
"Devo prima fare una cosa, giuro che torno in fretta"
"Michele.."
"Dai voglio solo prendere due pizze"
"Possiamo prenderle d'asporto"
"È sabato, non arriveranno mai"
"E va bene..."
"Ti voglio bene"
"Anch'io"
Ovviamente non era fare la pizza il mio intento.
Il mio intento era parlare con la sua migliore amica e capire qual era il problema.
Così andai a casa sua e iniziammo a parlare.
"Marco, l'ha fatto Marco"
"E perché mai?"
"È tossico quello. Le sta addosso ossessivamente lo sappiamo bene"
"Già"
"Semplicemente non può lasciarlo"
"Se la portassi con me a Milano?"
"Aspetterebbe il suo ritorno per poi farle peggio"
"Ho un amico qui...si chiama Giulio. Fa palestra è bello grosso. Potrei farlo restare con lei"
"Ci sta"
"Ora devo parlare con Marco"
"Sta attento scemo"
"Mhmh"
Ok, da Marco ci andai ma quello che si fece male fui io.
Cioè, lui faceva palestra, io ero magrolino.
Ma a me non interessava nulla.
Nessuno toccava la mia piccola.
Nessuno.
Vorrei proteggerla ancora da tutto e tutti come all'epoca ma ora è sempre l'opposto.
È lei a proteggermi dalle voci dei giornalisti, dai giudizi della gente.
.

"A che pensi?"
"Marco"
"Marco?"
"Si, lui."
"Perché?"
"A Novembre c'era anche lui"
"In che senso?"
"Che l'avevo appena scontrato, era dietro di me"
Alzo lo sguardo, dato che lei non mi risponde.
"Ero arrabbiato. Sapevo che se era venuto a Roma era solo per te"
"Pensi che..?"
"Penso semplicemente che ero distratto per pensare al motivo per cui era a Roma"
"Tu e la gelosia...una cosa sola"
"Non era gelosia, lo sai" dico, facendo il mio solito gioco con gli anelli.
"Non mi avrebbe potuto far nulla.."
"Che ne sai?"
"C'eri tu...c'eri sempre tu con me...non avrebbe potuto farmi un bel niente"
Si passa una mano tra i capelli e sospira, mordendosi le labbra.
Fa così, ogni volta che vuole trattenere il pianto.
"Sai forse se..."
"Se?"
"No...nulla"
"Dai...cosa?"
"No no davvero...lascia stare"
"Va bene...io vado a riposare...vuoi venire anche te?"
"No tranquilla, vai tu"
"Sicuro?"
"Sicuro"
"Ci vediamo tra poco" sussurra, lasciandomi un bacio sulla guancia.
Sorrido.
"A dopo"
Così lei va a letto, e io silenziosamente torno alla mia scrivania e ai miei fogli.
Dopo un'ora di scervellamento sento bussare alla porta.
Corro ad aprire per non svegliare Ele.
È Federica, insieme a Giulia.
"Ciao Fede, Ciao Giù"
"Giorno"
"Ele?"
"In realtà dorme" dico, sorridendo.
"Dormivi anche tu? Scusa"
"No tranquille, ero sveglio. Entrate o volete tornare dopo, quando lei è sveglia?"
"Appena si sveglia facci chiamare"
"Va bene, a dopo allora"
"A dopo"
Chiudo la porta e vado sul divano.
Mi sembravano preoccupate.
Sarà tutto ok?
Ele si sveglia dopo poco.
SI stropiccia gli occhi con i pugni, come i bambini.
Sorrido.
"Che c'è?"
"Nulla, sei carina"
"Grazie grazie"
"Sono passate Fede e Giulia prima, hanno chiesto se potevi chiamarle appena sveglia"
"Ora telefono"
"Ok"
"Che ne dici se domani andiamo al cinema?"
"Ci sta"
"Bene, inizia a vedere che film ci sono"
Ne scelgo uno e torno da El.
"Ha qualche problema mentale quello lì"
Mi avvicino e le prendo la mano.
"Hai fame?" sussurro.
Annuisce.
L'abbraccio da dietro e le lascio un bacio sul collo.
Poi semplicemente preparo la colazione.
"Ci sentiamo dopo allora, ciao"
Riaggancia e viene a tavola.
"Allora?"
"Marco"
"Cosa?"
"Ci prova con Fede"
"Con Fede?"
"Già"
"Ma è pazzo"
"A quanto pare"
"Vuoi la marmellata?"
"No scemo, lo sai che non mi piace"
"Ah già"
"Stupidino sei" dice, scompigliandomi i capelli.
Mi alzo, prendo un cuscino dal divano e glielo lancio contro.
"Tu sei stupida, non io"
"Tu"
"Tu"
"Tu"
"Assolutamente tu"
"Tu"
"Non sfidarmi"
"Sennò?"
"Sennò.."
La prendo in braccio e la porto a letto, per poi farle il solletico.
"Smettila scemo"
"Chiedi scusa"
"No"
"Chiedi perdono al superiore" dico, ridendo.
"Pietà per questa fanciulla"
La lascio andare, ma resto fermo su di lei.
Quanto mi manca la normalità.
Mi accarezza la guancia, incastrando i suoi occhi nei miei.
"Sempre bello, Bravi"
"Non la smetterai mai vero di chiamarmi con il mio cognome quando mi dai del bello vero?"
"No"
"Stupida" dico, per poi baciarla.
Mi sfila la maglia.
Ma io me la sento? No.
Non sono pronto per un passo così grosso, anche se vorrei, dato che mi manca.
"Hey..."
"Se non riesci tranquillo"
"Scusa...vorrei...lo sai"
"Lo so, ma sta tranquillo non importa"
Mi appoggio sul suo petto.
"Fa freddo"
"Rimettiti la maglia"
Mi alzo e mi guardo allo specchio prima di rimetterla.
Ho il corpo pieno di cicatrici e tagli, che odio.
"Sono sexy"
Sorrido.
"Scema sei" dico, infilandomi la maglia.
Sento qualcuno bussare alla porta, ancora.
Tramite lo spioncino vedo chi è.
Marco?
E cosa vuole marco?

mantieni il bacio.||𝗆𝗂𝖼𝗁𝖾𝗅𝖾 𝖻𝗋𝖺𝗏𝗂.♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora