"Chissà se ti mancherò, perché mancarsi è universale
Chissà se ti rivedrò, perché mancarsi fa più male
Di non averti più, di non amarti più
Cosa c’è che mi manca di te
Mi manca guardarti mentre dormi
Mentre balli, mentre sogni
E ti nascondi in debolezze che non hai
Mi manca svegliarmi al mattino vedendoti in giro
E sapendo che da me verrai
Mi manca mancarti sapendo che in fondo un pò mi mancherai
C’è che sto bene con te e che mi manchi anche quando ci sei
So che stai bene con me e se ti manco qualcosa c’è"(pov's mich)
"22 novembre 2018.
l'auto cammina.
l'auto cammina e cammina anche la moto.
l'auto cammina senza vedere la moto.
la moto cammina senza vedere l'auto.
la moto si schianta nell'auto.
l'auto si distrugge.
io sono a terra.
lei è a terra.
mi guarda con dolcezza.
la guardo con terrore.
"ti prego non andare."mi risveglio.
è sempre lo stesso incubo da giorni.
era tanto che non sognavo l'incidente.
stringo forte tra le mani la sciarpa di ele, che porto al petto urlando il suo nome, per poi girarmi e capire che lei non è accanto a me.
quasi mi manca il fiato.
quel sogno è ogni volta più dettagliato.
vado in cucina.
"giorno"
alzo lo sguardo, è papà.
"giorno" sussurro, con la solita tisana tra le mani.
sono a Milano da 2 settimane, con me è venuto mio padre perché a stare da solo non se ne parla, non so come stia Ele e vorrei tanto saperlo.
"hai sentito ele?"
"se magari...no, non ci siamo sentiti più"
"mh...se vuoi posso chiamarla io, le chiedo almeno come sta tanto a me risponde sinceramente, così ti metti un po' l'anima in pace"
"no, no lascia stare sta meglio senza sapere nulla di me"
"sai anche tu che non è vero" dice, sedendosi accanto a me.
"si che è vero, dai papà hai visto come stava ultimamente? nemmeno dormiva"
"lo sai che per lei non era un peso"
"ma per me si. papà io non sopporto quando le persone si sforzano per aiutarmi nemmeno 5 minuti, e lei lo fa da 2 anni"
"michele...senza aiuto nessuno andrebbe da nessuna parte. tutti abbiamo bisogno di una mano, tutti. so che a te non piace, non piace neanche a me. sai, forse la mamma ha ragione quando dice che siamo uguali io e te. ma michele, senza aiuto io non riuscirei a fare nulla, e tu lo stesso. e anche per gli altri è così. per quanto tu lo odi devi accettare sempre una mano perché ti servirà. ora lei sarà arrabbiata ed è normale, ma si calmerà proprio come ogni volta. sta tranquillo, ele tornerà"
"mh.."
"mi ha chiamato l'avvocato, l'appuntamento è spostato oggi"
"come faccio.."
"hey andrà bene ci sono io, c'è tua madre, ci sono le tue sorelle, tranquillo"
e cosa me ne faccio di loro?
voglio ele accanto a me.
ho bisogno della sua voce che mi sussurra che andrà bene.
mi alzo e vado a vestirmi.
"è presto, dove vai?"
"torno dopo, devo fare una cosa"
"va bene, non fare tardi"
esco di casa e prendo il primo treno per roma.
non ci vado da solo dall'avvocato, ho bisogno di lei.
nel frattempo mi chiama Helio.
"hey mich"
"ciao helio, come va?"
"tutto ok, da te che si dice? ho saputo di ele...mi dispiace"
"non posso lamentarmi...potrebbe andarmi peggio anche se...per ele.."
"dai le passerà, aspetta un po' e tornerà"
"già...come mai mi hai chiamato?"
"volevo chiederti se ti va di passare in studio uno di questi giorni, io e fede abbiamo delle robe da farti vedere"
"si, si magari passo domani ok?"
"va bene, a domani allora"
"ciao Helio"
riaggancio.
non mi accorgo nemmeno che sono già arrivato a roma.
una volta sotto casa mi fermo.
voglio di nuovo annoiarla?
dopo 2 settimane non posso presentarmi sotto casa dicendo "ti va di accompagnarmi dall'avvocato?".
resto un po' lì, non so nemmeno io a fare cosa ma alla fine torno a casa.
"ah eccoti, tra mezz'ora dobbiamo presentarci, che ne dici di iniziare ad andare?"
"come vuoi"
ci dirigiamo presso lo studio dell'avvocato.
dio, come farò?
mi chiederà le dinamiche dell'incidente e tante altre cose che non sopporto nemmeno a pensare.
una volta arrivati non so cosa fare.
sono qui, seduto, che tremo.
vorrei che lei fosse qui con me.
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mantieni il bacio.||𝗆𝗂𝖼𝗁𝖾𝗅𝖾 𝖻𝗋𝖺𝗏𝗂.♡︎
Fanfictionin revisione. . «è riconoscersi da un gesto, una parola, capendo poi di essere una cosa sola.»