quando ti dicono che non sei capace.

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"Raccontami una storia ma che sia divertente che il futuro ci aspetta con le braccia aperte.
Ma questa vita è come l'acqua della doccia e scende prima gelata e poi bollente.
Solo nelle favole i buoni vincono sempre.
Quando il cuore si spezza nessuno lo sente.
E a volte vorrei vivere in un'altra pelle molto più dura e resistente."

"Chi è?"
"Marco" sussurro.
"Apro io"

Faccio segno di negazione con la testa e gli apro la porta.
"Ma guarda chi si rivede. Bravi il campione. Allora, quanto vogliono darti? Ah già, 5 anni"
Deglutisco.
"Che vuoi..?" dico, quasi sussurrando.
"Sono passato per salutare El, non sapevo ci fossi anche tu, Bravi"
"El sta bene anche senza di te"
"Forse, ma sta bene anche senza di te però"
Deglutisco ancora.
Penso spesso al fatto che Ele starebbe meglio senza di me, ma sentirselo dire così, spudoratamente, è brutto.
"Vattene imbecille" dice El, spuntando dietro di me.
"Non cambi mai. Dai fammi entrare"
"Ti ha detto che te ne devi andare"
"Bravi, perché non vai a farti i tuoi 5 anni per aver ucciso quella povera donna e lasci vivere El? Guarda, si è rovinata per stare dietro a te come se fossi un bambino"
Possibile che tutto ciò che riesco a fare e deglutire e guardare a terra?
El mi spinge dentro e chiude la porta.
Corro sul divano.
So che Ele si sta rovinando per me.
So che mi accudisce come un neonato.
So di essere un assassino.
So che dovrei essere in galera.
So che dovevo morire io e non lei.
So tutto.
Me lo ripeto spesso.
Ma giuro, sentirselo dire è diverso.
Sono un metro e novanta ma mi sono sentito piccolo due centimetri.
V

orrei stare in pace.
Vorrei tornare a essere quello di prima.
Ele dice sempre che non dovrei pensare a prima, ma provare ad aiutare il mio presente.
Ma come faccio? Sono cambiate troppe cose.
Poi la gente me lo fa pesare.
Non intendo solo per le critiche, anche per il supporto.
Cioè, quando mi arriva una semplice notifica, di qualcuno che prova a supportarmi, a me da fastidio.
Vorrei che nessuno ne parlasse.
Vorrei che nessuno si ricordasse di Michele Bravi.
Vorrei essere un punto tra la gente.
Ho abbandonato tutti.
Ho abbandonato i miei genitori, le mie sorelle, la mia ragazza, e anche i miei piccoli angeli custodi.
I miei angeli custodi, si.
Quelle persone che pur non facendo nulla facevano tanto.
Quelle persone che con un semplice "ti voglio bene" mi facevano piangere come un bambino.
Quelle persone che quando le incontravo e piangevano mi facevano sentire importante per qualcuno.
Quelle persone che nonostante tutto so che non mi abbandoneranno mai, anche se io ho abbandonato loro.
Certe volte penso a cosa ho lasciato in sospeso.
Ho lasciato in sospeso un album, delle date del tour, dei firmacopie.
Volevo anche chiedere a Ele la convivenza.
"Hey"
Alzo lo sguardo.
"Scusa" sussurro.
Si siede accanto a me.
"Per cosa?"
Appoggio la testa nell'incavo del suo collo.
"Per tutto" dico, provocandole indubbiamente il solletico (difatti sorride)
"Non devi scusarti proprio per nulla" dice, accarezzandomi la nuca.
"Ha ragione lui"
"Su cosa?"
"Sul fatto che ti stai rovinando con me"
"Non è vero, io sto benissimo con te. Mi rovinerei se non ci fossi tu"
Sospiro.
"Tutto passa"
"E quando passa davvero? Sono due anni che lo diciamo."
"Un altro po' di pazienza...giuro che passerà"
"Non ce la faccio più"
Mi alza il viso e mi asciuga una lacrima che è scesa.
"Hai sentito quel che ha detto?"
"Quello è scemo, lascialo perdere voleva solo istigarti"
"Come posso lasciarlo perdere, come?"
"Puoi"
"Io non ce la faccio con questa situazione di merda, io voglio tornare a star bene. Voglio tornare a prima non voglio più stare così"
"Lo so.."
Mi metto in un angolo del divano, probabilmente a guardare il nulla.
Così lei parla, e io penso all'incidente.
Ho avuto paura, ho avuto una paura fottuta.
Quando ho sentito che lei non ce l'aveva fatta, dio quel momento è stato fatale.
Ho sentito qualcosa dentro distruggersi.
"Michele"
Spezzo i pensieri e la guardo.
"Smettila, stai tremando come una foglia"
Ennesimo attacco di panico, manco ci avevo fatto caso per quanto ero chiuso nel mio pensiero.
"Michele smettila"
Non è mai così preoccupata, mai.
"Michele ti prego basta"
Poi boh.
Poi il vuoto.

(pov's El)
Ha continuato con l'attacco di panico e s'è sentito male.
Ho chiamato i suoi, stiamo aspettando fuori.
"Io entro..." dico.
Apro la porta e mi avvicino al lettino.
Gli prendo la mano e gli accarezzo capelli.
Michele...l'incredibile Michele.
Capace di spostare le rocce, ma capace di cadere per un soffio di vento.
È così fragile, così delicato.
Così diverso.
Dolce, veramente dolce.
Il ragazzo che ho sempre cercato insomma.
Michele, quel bambinone con la lacrima facile.
Quello che quando stavo male era capace di farsi 4 ore di treno pur di venire ad abbracciarmi.
Quello che si faceva ore e ore di viaggio solo perché ero andata dal dentista e mi faceva male un dente.
Quello sempre pronto a supportarmi, in ogni mia cosa, anche se sbagliata.
Quello che sogna in grande.
Quello che mi protegge da tutto e tutti.
Quello che se stavo male io stava male anche lui.
Quello che voleva che andassi all'università, perché voleva assicurarsi un futuro perfetto per me.
Quello che mi ripeteva "sono fiero di te, sei il mio orgoglio".
Non sa quanto lui però è il mio d'orgoglio.
Quanto sono fiera ogni volta che fa un passo in più.
Non sa quanto sono felice con lui, non lo capirà mai.
Ho provato a spiegarlo mille volte, ma sono 5 anni che non se lo mette in testa.
"Sempre nei guai" dico, sorridendo.
Non mi accorgo nemmeno di una lacrima che mi sta bagnando la faccia.
Non piango mai davanti a lui, né davanti agli altri.
Non sopporto mostrare a Michele che sto male, a volte.
Con la coda dell'occhio vedo che si è svegliato.
Ha gli occhi pieni di spavento.
"Piccolo...dio sei sveglio. Tranquillo è tutto ok"
Sorride ma gli scende qualche lacrima, che asciugo.
So perché piange.
L'ultima volta che è stato in un lettino d'ospedale era il 22 novembre 2018.
"Lo so...lo so amore. Non ci pensare, è passato"
Mi fa segno di appoggiarmi a lui, così lo faccio.
Si tocca il petto, proprio sul cuore, per poi riportare la mano sul mio.
Un po' come a dire,
'Prenditi cura di me, e lo farò anch'io, ugualmente'
Sorrido.
"E più io resto qui a guardarti più me ne rendo conto"
Lo guardo, senza capire.
"La capirai più in là"

mantieni il bacio.||𝗆𝗂𝖼𝗁𝖾𝗅𝖾 𝖻𝗋𝖺𝗏𝗂.♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora