non c'è proprio quando la stavo cercando.

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"Ogni volta che cammino e
Mi sembra di averti vicino
Ogni volta che mi guardo intorno
Ogni volta che non me ne accorgo
Ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
Ogni volta che mi sbaglio
Ogni volta che sono sicuro e
Ogni volta che mi sento solo
Ogni volta che mi viene in mente
Qualche cosa che non c'entra niente
Ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
E ogni volta che non è importante
Ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
Ogni volta che non c'è
Proprio quando la stavo cercando
Ogni volta
Ogni volta quando
E ogni volta che non c'entro
Ogni volta che non sono stato
Ogni volta che non guardo in faccia a niente
E ogni volta che dopo piango
Ogni volta che rimango
Con la testa tra le mani
E rimando tutto a domani"

(pov's mich)

alla fine quando si è svegliata l'ho portata a casa "nostra".
poi la sera siamo tornati a casa sua.
"dormi con me..?"
"tua mamma non c'è?"
mi fa un segno di negazione con la testa.
"va bene...solo stanotte"
"grazie"
"fame?"
"abbastanza"
"se ti affidi a me, ti faccio l'unica cosa che so fare" dico, sorridendo.
"la carbonara stile Bravi"
"esatto"
"beh io non la rifiuto mica" dice, sedendosi a tavola.
"

allora aspetta un po' e ti faccio mangiare la cosa più buona di sempre"
"la faccio meglio io scemo"
"è vero, ma fai finta che non sia vero"
così mi metto ai fornelli.
la carbonara è l'unica cosa che mi riesce, per il resto, in cucina sono negato.
"oi mi tagli una fetta di pane mich?"
annuisco.
mentre lo faccio mi taglio, ma la cosa buffa è che non corro a mettere il dito sotto l'acqua.
il dolore è qualcosa di contorto.
può far male ma fa bene...non so spiegare.
guardo quel sangue.
esce a pallini, brucia da morire, ma non faccio nulla per fermarlo.
solo quando ele mi chiama torno alla realtà.
"mettilo sotto l'acqua cosa aspetti?"
apro la fontana e sotto ci metto il dito.
sento la pelle aprirsi, è doloroso ma a me non fa nulla.
penso sia perché questo non è nulla rispetto alle altre forme di dolore che ho subito.
"ti fa male?" dice, prendendomi la mano e guardandomi agitata.
"no"
"dai scemo mi taglio anch'io so che ti fa male"
"non fa male, ti dico"
mi guarda perplessa negli occhi.
faccio spallucce.
"ti...prendo un cerotto aspettami"
annuisco.
sento il campanello.
apro la porta ed è geremia.
"che ci fai qua?"
"ciao anche a te"
"dov'è ele?"
"in bagno, entra"
si siede sul divano.
"ecco il cerotto" poi si blocca.
"ah, ciao"
"ciao"
ele si avvicina e mi prende la mano, per poi aiutarmi a mettermi il cerotto sul dito.
le lascio un bacio sulla fronte e controllo la famosa carbonara.
intanto loro parlano.

"è venuto ancora?"
"l'ho chiamato io che t'importa?"
"ma se ti ha lasciata dicendoti che non vuole vederti"
"la vita è mia geremia"

mi si tinge il viso di rosso.
vado in bagno chiudendo di fretta la porta.
mi siedo in un angolino con la testa tra le mani.
mi da fastidio che quello parli di me così.
scoppio a piangere, questa situazione mi fa veramente schifo.
"mich, mich piccolo apri" dice, bussando ripetutamente.
"michele amore non piangere"
-amore...m'ha chiamato amore?-
apro la porta, col labbro inferiore tremolante e gli occhi rossi.
mi abbraccia forte.
"non dargli retta" sussurra.
"sei tu che conti michele, sei solo tu" sussurra ancora.
il labbro trema sempre di più così come le mani.
così come il battito aumenta.
"sta calmo piccolo, calmo"
"che ho fatto di tanto sbagliato" sussurro, con la voce tremante.
"nulla, non hai fatto nulla"
quando chiudo gli occhi vedo ancora il terrore e la compassione negli occhi di quella donna.
eravamo stesi a terra, con la pioggia che cadeva, ricoperti di sangue, con tanta paura negli occhi.
"non pensarci michele pensa ad altro"
sa anche a cosa penso...è incredibile come mi conosca bene.
mi prende la testa tra le mani, mi sento di nuovo come una volta.
dopo una manciata di minuti mi riprendo.
geremia va via sbattendo la porta, io ed ele ci mettiamo a letto.
"scusa"
"la smetti?"
"no"
"cocciuto"
ci vediamo un film e poi si addormenta, così ne approfitto per andare in bagno.
lei le lamette le mette sempre nel mobile in alto a destra.
infatti sono lì.
sbuffo mentre mi guardo allo specchio.
una parte di me lo vuole, l'altra no.
ripenso al taglio di prima e a quanto contorta e perversa sia la mia mente a volerne di più.
poi non ho più alcun dubbio.
ho bisogno di quel dolore per quanto brutto sia.

mantieni il bacio.||𝗆𝗂𝖼𝗁𝖾𝗅𝖾 𝖻𝗋𝖺𝗏𝗂.♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora