capitolo 11

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"ascoltami Ginevra, devi andare, torna dopodomani per allora sarò salita al trono e sarò pronta, ma per ora è troppo pericoloso per te, devi andare, ti voglio bene amica mia" dico abbracciandola.
"Okey, ci vediamo tra tre giorni" dice sorridendo, si allontana nuotando verso casa. Nuoto salendo in superfice e portandomi Derek per un braccio, lo sbatto contro lo scoglio, stando attenta a non ferirlo, lo blocco mettendogli le mani ai lati del viso e bloccandolo con la coda, lo fulmino con lo sguardo "non provare mai più a toccare uno squalo, se vengo a sapere che ne hai ferito anche solo uno, ti esilio sulla terra"
Mi giro e nuoto verso la mia grotta segreta, entro lentamente stando attenta che nessuno mi veda, un senso di solitudine pervade tutto il mio corpo, gli occhi cominciano a pizzicare ma trattengo le lacrime in silenzio, guardo dal piccolo foro sul tetto la luna piena perfettamente allineata.
Dea Ondina, tu che mi proteggi nel tuo mare azzurro, perché hai riservato per me questo destino? Cosa dovrei fare ora? Mia dea parlami ti prego, in nome del contratto che mia madre fece con voi mia dea, io vi prometto di restare fedele ai miei sudditi, così come mi è stato insegnato da quando sono nata, ma ho bisogno di voi mia dea, ho bisogno di sentire qualcuno al mio fianco, Max diventerà il mio sposo ma ho paura che non sia felice qui con me, vi prego aiutatemi
Piango silenziosamente.
"Ehy" il mio corpo viene percosso da brividi al suono della sua voce, calda e dolce, non mi giro. Le sue braccia mi circondano il corpo stringendolo al suo, continuo a piangere in silenzio tra le sue braccia, mi sento al sicuro.
Alzo il viso e guardo la luna, lui mi sposta i capelli di lato e mi dà un bacio sul collo "calmati piccola" mi dice con le labbra ancora sul collo.
"Perché?" Dico con un filo di voce.
"Cosa?" Dice sollevato.
"Perché é dovuto morire? se avessi rinunciato a quella gara e fossi stata attenta questo non sarebbe successo"
"Non è colpa tua" mi gira verso di lui prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negl'occhi "ehy, sarebbe accaduto comunque d'accordo?" Distolgo lo sguardo.
"È colpa mia, io...lo sapevo, potevo fermarlo eppure non ho dato peso ai sogni" dico piangendo.
"Di cosa stai parlando?" Dice confuso abbasso lo sguardo restando in silenzio, mi calmo e faccio un respiro profondo.
"Coloro che hanno la benedizione della dea ad un certo punto della loro vita hanno sogni premonitori iniziano quando il tritone o la sirena diventano adulti"
"A che età diventi adulto qui?"
"17 anni" dico seria.
"Cos'hai sognato?" Dice guardandomi dolcemente.
"Ho visto mio padre, bianco come il latte sul suo letto, che mi guardava con dolcezza, lo vedevo chiudere gli occhi lentamente fino a esalare l'ultimo respiro, poi ho visto una coppa su un tavolo e un il numero 17 sopra il vino che lo riempiva" dico abbassando lo sguardo.
Riprende il mio viso tra le sue grandi mani, portandomi a guardarlo "ascoltami okey? Non è colpa tua, non potevi saperlo, le cose accadono quando meno ce lo aspettiamo, il destino ci riserva cose meravigliose, come per me che mi ha permesso di incontrarti, ma a volte anche cose orribili, come per tuo padre, non possiamo cambiare le cose, se potessimo cambieremmo troppe cose non credi?" Dice sorridendomi dolcemente.
"Il destino è orribile" dico seria, lui si mette a ridere e mi abbraccia, appoggio la fronte sulla sua spalla "posso rimanere così per un po?"
"Certo" dice dandomi un bacio sul collo restiamo abbracciati per qualche minuto mi piace quando si comporta così è un ragazzo fantastico, si prende cura di me e mi ama dimostrandomelo, io...sono solo un egoista certo gli voglio bene ma non sono sicura che questo sia amore. Mi stacco dal suo abbraccio a questo pensiero e gli sorrido appena "domattina quando saremo sulla terra, pensaci okey? puoi ancora tornare a essere un umano e vivere come hai sempre voluto e realizzare i tuoi sogni, oppure potrai tornare qui con me, nel mare e racconteremo a tua madre del mio popolo okey?"
"Gwen-" prova a replicare ma lo blocco.
"Me lo prometti?" Dico guardandolo seria.
"Si te lo prometto" dice sospirando.
"Grazie" dico sentendo il cuore più leggero, chiudo gli occhi per un attimo e qualcosa di caldo e morbido si posa sulle mie labbra staccandosi poco dopo, apro gli occhi e vedo Max che sorride facendomi sogliere il cuore "andiamo?" Mi dice sorridendo.
"Si, come ti senti con la nuova coda?" Dico indicandola, mentre andiamo verso l'entrata.
"Benissimo" ci guardiamo intorno prima di uscire, non c'è nessuno, usciamo e andiamo a palazzo, una ninfa dell'acqua mi accoglie sorridendo.
"Mia regina mi segua" dice con voce melodiosa.
Continuo a fare domande per tutto il tragitto, confusa, mentre Max ci segue guardandola incantato, arriviamo davanti a una grande porta di cui non sapevo neanche la l'esistenza. Ed è strando visto che io e Yuna da piccole, abbiamo trovato tutti i passaggi segreti e le camere a cui portavono, del palazzo.
Ci porta dentro un lungo corridoio, illuminato da piccoli fuochi d'acqua, chiudendo la porta alle nostre spalle "mi segua" dice precedendomi.
"dove stiamo andando?" Dico seguendola.
"Alla fonte della vita, mia regina"
"La fonte della vita?" Dico incredula.
"Ci sono cose che nessuno sa del nostro mondo mia regina, solo i sovrani possono entrare in questo corridoio, nessun'altro può vederlo" dice guardandomi con la coda dell'occhio e sorridendomi "il re è stato grandioso in tutti questi anni, ed era molto fiero che lei fosse sua figlia, ci ha parlato spesso di lei ma non poteva parlare di noi con nessuno, proprio come non potrete fare voi miei signori"
"Chi sei tu?" Dico con il cervello in palla.
"oh già non mi sono ancora prensentata" si inchina sorridendo "io sono Eco, ninfa dell'acqua, protettrice delle creature marine e fedele servitrice della dea Ondina" solo adesso noto la sua bellezza, dei lunghi capelli neri le incorniciano il volto giovanile, ha un corpo snello e delle lunghe gambe che farebbero invidia a chiunque.
"Io sono Ondina è un piacere conoscerti...ehm....avrei molte domande ma penso che questo non sia il momento opportuno" dico con un sorriso tirato.
Max viene al mio fianco "io sono Max, sono un essere umano, o almeno lo ero prima che mi spuntasse questa coda meravigliosa, siete incantevole signorina Eco" dice sorridendole, la bacia la mano educatamente e una stretta al petto si fa largo tra i miei mille sentimenti.
La ninfa ride, la sua voce riecheggia tra le pareti come acqua cristallina.
"Siete davvero una coppia meravigliosa, penso che la vita cambierà con due giovani come voi qui a palazzo, proprio come quando c'era re Adam" dice girandosi e ricominciando a camminare verso un luogo a noi ignoto.
"Conoscevi il mio bisnonno?" Annuisce.
"Certo e anche il tuo trisavolo e tutte le generazioni indietro"
"Sul serio?" Dico fermandomi a bocca aperta.
"Non posso mentire perciò direi propio di si" dice ridendo.
"Quindi tu conoscevi anche mia madre vero?" Dico riprendendo a seguirla.
"Si" dice rattristendosi "non solo noi ninfe ma anche la dea Ondina eravamo distrutte dal dolore alla sua morte, era una dottoressa delle fate fantastica, in tutti questi anni ti abbiamo osservato mia regina lei è una persona fantastica propio come sua madre, forse però un po più lenta a capire i suoi sentimenti come suo padre" dice con una nota di tristezza nella sua voce.
Arriviamo davanti a una grande porta e un sorriso si dipinge sulle sue labbra, si gira saltellando sul posto come una bambina "siamo arrivati" si ferma prendendo una posizione seria, di rispetto e prendendo un respiro dice "mia regina mio re, vi do il benvenuto nella stanza della vita" apre la porta mostrando una stanza meravigliosa, piena di pergamene e decorazioni di stelle e gusci di telline, gli scaffali sono decorati con perle d'argento e sul soffitto in vetro si vede il cielo, strano che non l'abbia mai notato, vado verso il soffitto, catturata da quell'immagine, tocco il vetro freddo con una mano "oscurato all'esterno così da sembrare parte del castello" dice Max venendomi accanto e toccando anche lui il vetro.
"Ammirevole nostro re" dice un'altra voce portandoci a distogliere lo sguardo da quella visione meravigliosa, vedo una donna alta e bella, con dei lunghi capelli verdi e un vestito azzurro chiaro come quello di Eco (l'immagine all'inizio), scendo andando di fronte a lei "è un'onore conoscerla io sono Ondina" dico sorridendo a quello sguardo familiare.
"Anche per me mia regina, io sono...Daiana" dice sorridendomi e inchinandosi elegantemente, mi inchino anch'io e Max è subito al mio fianco.
"Io sono Max, è un piacere conoscerla" dice inchinandosi.
"Anche per me, nostro futuro re" dice sorridendo, ha qualcosa di nostalgico, di familiare e dolce, mi guarda sorridendo "è bellissima come sua madre mia signora" dice guardandomi dalla testa alla pinna.
"La ringrazio" le dico arrossendo.
La donna si gira "Eco la stanza è pronta?" Dice gentilmente.
La ragazza annuisce sorridendo.
"Bene allora, vi prego di seguirmi" comincia a camminare e mette la mano su una parete, una porta si apre ed entriamo lentamente.
Siamo in una stanza arancione, semi vuota con al suo interno una grossa conchiglia chiusa, la guardo incantata, c'è qualcosa di quella conchiglia che mi fa percorrere la schiena di brividi, sento qualcosa che mi chiama verso di sé.
"Ondina...Ondina" una voce lontana mi chiama, guardo la conchiglia e mi avvicino, una fitta in tutto il corpo mi blocca sul posto "vieni Ondina!" La voce si è fatta più forte, continuo ad avvicinarmi e ad ogni centimetro le fitte aumentano come se ci fosse una bariera e io la stessi passando, sono a pochi centimetri dalla conchiglia e una scossa incredibilmente forte mi fa gridare dal dolore "procedi figliola, vieni da me" mi avvolgo le braccia intorno al corpo e un fuoco si estende dalla punta della coda fino al collo che sembra chiudersi in una morsa, tolgo immediatamente le mani dal mio corpo allungando le braccia.
"Non....posso....non ci riesco" dico gemendo dal dolore.
"Vieni piccola mia, qui troverai ristoro, sei una regina ora imparerai a soffrire e a resistere, poiché il tuo cuore è forte ma la tua mente è debole" dice dolcemente la voce
"ho paura" dico abbassando le braccia, mi sento mancare le forze.
"Lo so tesoro, vieni, sono qui, manca poco" mi avvicino resistendo al dolore e tocco la conchiglia con un dito, il respiro viene a mancare come se i miei polmoni fossero stati svuotati, spalanco gli occhi e mi accascio a terra cercando di respirare, mi tiro su sulle braccia e guardo a terra, i capelli mi cadono di lato ondulati.
"Alza lo sguardo figlia mia" faccio come mi è stato detto e vedo nella conchiglia ora aperta una perla enorme color rosa chiaro.
"Tu sei Ondina vero?"
"Si" dico esitante.
"Sei una ragazza fantastica" la voce esce dolce.
"Grazie" dico continuando a guardarla, sento dei rumori dietro di me, mi giro e vedo Max che viene dietro di me, ma si blocca arrivando all'inizio delle scosse.
"Max" dico in un sussurro, cerco di alzarmi ma non ci riesco, allungo una mano verso di lui "ti farai del male, non farlo" gli dico preoccupata.
Continua ad avanzare e i dolori si fanno sempre più forti, mi allungo fino quasi a sfiorarlo, il bruciore ricomincia a salire per il mio corpo.
"Se lo toccherai sentirai il suo dolore, sicura di volerlo fare?" Dice la voce alle mie spalle.
"Non lascerò che lui soffra" mi allungo ancora un po e afferro la sua mano, il suo dolore passa al mio corpo facendomi perdere completamente le forze, lo tiro verso di me e lo abbraccio "non lo fare mai più" dico prima di essere inghiottita dal buio.

il mare che mi culla dolcemente [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora