"Sì, certo, come no. Dai, non scherzare", rise nervosamente.
"Non sto scherzando." E io mi sentii come un condannato che saliva sul banco dei testimoni, pur sapendo che nemmeno l'avvocato del diavolo avrebbe potuto salvarlo.
La sua risata si trasformò prima in perplessità, poi in consapevolezza, e infine in rabbia.
"Siete state voi?!"
Avevo messo in conto che Carl non avrebbe avuto la migliore delle reazioni. Dopotutto, io e Gal ci eravamo rese responsabili di un disastro informatico in piena regola.
Nonostante ciò, imparammo una preziosa lezione di vita: mai, e dico mai, per nessuna ragione al mondo, mettersi a smanettare con i sistemi di sicurezza di un ente governativo quando si è sotto effetto del Pervitin.Tentai di calmarlo: "Senti, ero nel panico, e né tu né nessun'altro del Dipartimento si era ancora fatto vivo. Cosa avrei dovuto fare? Avevo appena ricevuto quell'ultimatum, che tuttora mi pesa sulle spalle come una dannata spada di Damocle, e inoltre non so se te l'hanno mai detto; ma stare in prigione fa schifo!"
Invano. "Questa non è assolutamente una scusa per la violazione che avete commesso! Avete combinato un casino di dimensioni epiche! Ti rendi conto che abbiamo perso tutto su quel bastardo?" Tentò di ricomporsi dopo aver notato l'attenzione che stava attirando su di sé. "Tutto."
Aveva ragione. Gal sapeva tutto della telefonata del verme, del ricatto e delle catastrofiche ripercussioni che questo avrebbe avuto su tutti noi. E dato che era un specie di genio dei computer, e visto anche che le probabilità di uscire dal carcere si prospettavano se non nulle decisamente sfavorevoli, avevamo optato per un approccio non del tutto convenzionale. Anzi, da impresa disperata.
"Mi vuoi spiegare poi come cazzo ci siete riuscite?!"
"Un mago non svela mai i suoi segreti." Tentai di sdrammatizzare, ma mio fratello non sembrò affatto in vena.
"Revell, rispondi alla mia domanda, prima che mi incazzi sul serio." Affatto in vena.
Quindi feci appello alla mia esausta memoria. "Se vuoi sapere la parte tecnica, allora devo deluderti, perché come ben sai io non ci capisco niente di software e compagnia bella. Gal è riuscita a fare tutto da un telefono che tiene di nascosto in cella."
"Che telefono?"
"Un vecchio Samsung. Quello che ai tempi fu ritirato dal commercio perché esplodeva, mi pare."
Carl tirò un sospiro pregno di rassegnazione. "Ovviamente."
Non eravamo mai stati famosi per l'efficienza dei nostri sistemi, né dei nostri funzionari, né dei nostri concittadini. In effetti, in quanto a disordine generale, Vaulsey era seconda solo a Gotham City.
"In che senso avete perso tutto?" Da quel che mi ricordavo, Gal aveva cancellato solo i file inerenti alla mia persona.
"Nel senso che se volevate cancellare solo i file inerenti alla tua persona, allora avete fatto un grandissimo lavoro di merda!" Cominciavo a pensare che tutte quelle teorie sulla telepatia fra gemelli non fossero le micidiali stronzate che credevo.
Ebbi quasi paura a chiederglielo: "Perché?"
"Perché, oltre ai fascicoli su di te, avete eliminato praticamente tutto quello che avevamo su Foster."
Sentii le mie cellule cerebrali insultarmi, alzare il dito medio e poi, per ripicca, girare i tacchi e nuotare verso l'immenso oceano dell'esaurimento nervoso.
"Almeno qualcosa, però, è riuscito bene, giusto?" Alzai il pollice per spronarlo a fare lo stesso.
Non fece una piega.
STAI LEGGENDO
The enforcer - Sventure di un insolito sicario
ActionRevell Davis è un sicario dal pungente senso dell'umorismo che opera nella cittadina immaginaria e fuori controllo di Vaulsey. Vive con il fratello gemello Carl che, paradossalmente, fa parte delle forze dell'ordine, e svolge il suo mestiere per ord...