Affari di famiglia

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"Quindi, fammi capire; un tizio che, cito testualmente, era un misto fra Jude Law e Michael Fassbender, ti ha seguita, messa con le spalle al muro, chiesto chi fossi, e poi se ne è andato dopo che gli è squillato il telefono?" Adoravo la capacità di Carl di sintetizzare i miei accurati e approfonditi rapporti.

"Esatto. Tranne per il fatto che non ho detto Jude Law, bensì Tom Cruise."

"Certo, dettaglio estremamente rilevante." Però odiavo il suo sarcasmo. Ero io la gemella sarcastica. Non ce ne possono essere due; è contro le leggi della natura.

"Credi davvero che possa essere un agente degli Affari Interni?" Proseguì.

"Davvero non saprei. Dal modo in cui era vestito potrebbe anche darsi. D'altra parte, i suoi addominali scolpiti come il marmo non mi davano troppo l'idea del fisico da avvoltoio."

"Non riesci proprio a tenere a freno i tuoi istinti primordiali, vero?" Il suo tono sembrava quasi di rimprovero.

"Guarda che anche noi donne facciamo caso a certe cose, è solo che siamo più discrete di voi."

Scacco matto.
Bevemmo a fiato i nostri drink, dopodiché chiesi al mio compagno di DNA se ci fossero novità riguardanti la mia scena del crimine.

"Non molto. Senza un corpo trovare degli indizi è difficile, quindi la Scientifica ha ben poco da analizzare." Come sempre, Vargas e Foley avevano svolto un lavoro impeccabile. Mi immaginavo già Malory Alvarez, la coroner, maledire il Dios perché non si poteva fare nada.

"Striker mi ha detto di tenere un profilo basso."

"A me è stato detto che gli hai distrutto l'ufficio." Come sempre il mio vecchio boss amava usare delle improbabili iperboli.

"Ho solo accidentalmente rotto il suo contenitore dello scotch. Me lo detrarrà dalla prossima busta paga e amici come prima."

"Lo spero per te, non vorrei vederlo infuriato per niente al mondo. Comunque ha fatto bene a dirtelo, perché nel caso tu non te ne sia ancora voluta rendere conto, sei davvero una personcina testarda!"

No, questa non gliela avrei fatta passare liscia. Per mia fortuna, avevo già il colpo di contrattacco: "Vogliamo davvero parlare di testardaggine? Perché vorrei rammentarti l'ultima volta che siamo andati a Disneyland..." Cominciavo già a intravvedere la mia vittoria. "Io ti avevo detto di non mangiare tutte quelle caramelle, e tu non mi hai ascoltata. Ti sei abbuffato, e mi hai vomitato sulle scarpe!"

"Andiamo, Revell! Ancora con questa storia? Eravamo piccoli, da allora ne è passata di acqua sotto i ponti."

"È stato due anni fa!"

Scacco matto, di nuovo.

"E sipario." Accompagnai quest'ultima chiusura ad effetto col gesto più platealmente solenne che mi riuscì.

Dopo aver ordinato un altro giro, tornammo alle cose serie. "Anne ha condotto qualche ricerca sul tizio che hai ucciso prima, sai chi era?"

"Certo che lo so. Come diavolo faccio a lavorare, se non conosco il nome dei miei obiettivi?"

"Certo che invece non lo sai. Perché quello che ti è stato comunicato è un nome falso, che utilizza da un paio d'anni per i suoi affari loschi con Foster."

Aveva senso, in effetti il nome Homer Simpson non brillava per verosimiglianza. Chiesi allora chiarimenti.

"Il suo vero nome era Andrew Rodgers."

"Andrew Rodgers?! L'ex capo dei Servizi Segreti?" Quasi sputai il mio drink.

Ora dovete sapere, miei cari lettori, che Vaulsey aveva alle spalle una lunga e triste storia di corruzione e infiltrazioni criminali fin dagli albori dell'istituzione della città; il lontano 2012. La polizia era corrotta fino al midollo, la procura era corrotta fino al midollo, e i Servizi Segreti? Vi lascio immaginare fino a dove fossero corrotti. Col senno di poi è possibile che fossero questi i motivi per cui eravamo segregati dal resto degli Stati Uniti. Qualche tempo fa, il Presidente ci definì Sodoma e Gomorra. Non ci fece un gran piacere, ma decidemmo di riderci su, dopo aver organizzato un raduno sfociato accidentalmente in una rivolta. Ma questi sono dettagli del tutto superflui.

"Sì, proprio lui." Carl interruppe le mie riflessioni. "Anne ha scavato nei meandri di fascicoli altamente confidenziali, e quello era un pesce grosso. Rodgers aveva amici e gente che gli doveva favori all'interno di tutti i dipartimenti di Vaulsey. Mi ha inoltre informato che i suoi nipoti sono indagati per presunta associazione a delinquere, dati i legami e le intercettazioni telefoniche svolte dai nostri colleghi. Uno di loro potrebbe sospettare un nostro coinvolgimento nell'esecuzione dello zio."

Esecuzione. Ora che mi era venuto in mente, non avevo mai visto me stessa come un boia, piuttosto come un adorabile angelo della morte.
Mi sorse spontanea una domanda: "Ma se Striker non era sicuro al cento percento dell'identità di chi stessi realmente per uccidere, perché non ha bloccato il tutto? Perché correre il rischio, permettere che succedesse e far saltare fuori tutto questo casino? Non ha senso. È una testa calda, ma in quanto a piani strategici ha sempre avuto cautela e sangue freddo nel procedere."

"Perché c'è un altro fattore, che non ti ho ancora detto: hai presente l'attuale capo dei Servizi Segreti? L'ex comandante della Marina, Michael Jackson?"

"Non mi dire, non è il suo vero nome." Questa faccenda degli pseudonimi a dir poco demenziali stava cominciando a sfuggire di mano.

"Già. Anne sta indagando, con la collaborazione di alcuni agenti dell'FBI, e sospettano che in realtà lui sia il padre di Dan, George Foster" un vero e proprio affare di famiglia "e che abbia passato informazioni importanti a suo figlio e Rodgers. Il nostro Generale ha ordinato l'uccisione del pesce grosso, a prescindere dal suo vero nome, per riuscire a catturare lo squalo."

Aveva perfettamente senso, ma era ad ogni modo agghiacciante.
Tutto questo avrebbe potuto essere la trama di una puntata di Dynasty, se Atlanta fosse Vaulsey e io la sorella sfigata di Fallon.

The enforcer - Sventure di un insolito sicarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora