Sotto assedio

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Si tolse quegli stupidi occhiali da sole con un gesto plateale e, con un salto, si alzò dalla mia sedia. "Chuck, cerchiamo di essere sinceri l'uno con l'altro, d'accordo?"

Non prometteva affatto bene. "Come vuoi."

"Tu e Revell scopate?"

Poi mi resi conto dell'elemento che avevo davanti, e smisi immediatamente di preoccuparmi.

"Che cosa?" Gli chiesi, alquanto scocciato.

"Rispondi!" Quello preoccupato, ora, sembrava lui.

"No, Dan."

"Me lo giuri?" Mi porse il mignolo, come se fossimo stati in terza elementare.

"Te lo giuro."

Mi guardò, in seguito spostò subito lo sguardo sul suo mignolo.
Sbuffai, e infine glielo strinsi.

"Bene, ora che abbiamo chiarito le questioni importanti, ho un'ultima domanda da farti."

"Sputa il rospo, non ho tutto il giorno."

"Com'è la vista dall'Hoover Building?" Sfoggiò un sorrisetto compiaciuto che avrei preso a pugni più che volentieri.
Dovetti reprimere il mio istinto. Uno dei miei timori più grandi era appena diventato realtà.

"Lo hai sempre saputo, vero?"

"Già. La cosa che non riesco ancora a capire, amico, è da che parte stai."

Stavo per rispondergli in malo modo, quando mi interruppe. "Ma non voglio che sia tu a dirmelo, sono convinto che sarà molto più divertente scoprirlo da solo."

"Che cosa vuoi dire?"

"Ho molti amici all'FBI, ma credo che questo tu già lo sappia." Non ne ero sicuro, ma lo ringraziai mentalmente per la preziosa conferma. "Voglio capire a che gioco stai giocando, e ho intenzione di farlo giocando a mia volta."

"Puoi smetterla di parlare per enigmi? Sei irritante."

"Gesù, sei sempre così pragmatico." Rimasi sconvolto dal fatto che conoscesse la parola "pragmatico", e che l'avesse persino usata correttamente.

"Ora devo scappare, devo assolutamente recuperare la puntata di Comunismo d'Amore che ho perso settimana scorsa."

Uscì indisturbatamente dal mio ufficio, come se non avesse dovuto temere un arresto. Dannata burocrazia. D'altronde dubitai che qualcuno ci avesse fatto caso, considerando che eravamo tutti distrutti dalla sera prima.
Cominciai a riflettere su quell'incontro inaspettato e sulle parole di quello psicopatico.
Era stato davvero così idiota da avermi spifferato che aveva le mani in pasta pure a Washington, o mi stava tendendo una trappola? Cosa diamine stava tramando?
Cominciavo a sospettare che Rob Davis fosse sul serio implicato in tutta questa rete contorta di corruzione e criminalità organizzata. Dopotutto, Revell mi aveva detto che prendeva mazzette già quando era in polizia, e si sa: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

...

"Revell, non capisco se sto morendo, o se mi sta risalendo la sbronza."

"Sei tu il dottore, non saprei che dirti."

La situazione, nel primo pomeriggio, era tragica.
Se la mattina avevamo avuto ancora un briciolo di energia proveniente dall'alcol della sera prima, dopo aver pranzato i nostri neuroni erano definitivamente collassati.
Volevo solo andare a dormire.

"Un giorno dovremmo andare in Irlanda a festeggiare San Patrizio, sarebbe una bella prima volta in quel paese."

In seguito a quell'affermazione, presi la mia lista e depennai l'IRA.
Il cerchio si stava restringendo, ma non era abbastanza.

The enforcer - Sventure di un insolito sicarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora