"Lo hanno promosso a Detective?! Non ci posso credere. Una volta l'ho visto spegnere la radio durante una rapina in corso perché mancavano tre minuti alla fine del suo turno." Volevo bene a mio fratello, ma era sempre stato il più grande nullafacente che io avessi mai conosciuto.
"Lo so! Sono sorpresa quanto te!" Ed ero quasi sicura che Anne fosse d'accordo con me.
Nonostante quei due stessero insieme da sei mesi, la sua capacità di giudizio, fortunatamente, non ne risentiva minimamente.
Era incredibile come nessuno non si fosse mai accorto di nulla. D'altronde, operavano in un settore dove sospetti e investigazioni erano all'ordine del giorno, quindi non incontrarono molte difficoltà ad occultare la loro storia.
A giocare a loro sfavore, però, era la politica che proibiva le relazioni sul posto di lavoro. Sì, non erano propriamente colleghi, ma Striker non aveva mai visto di buon occhio le tresche in ufficio, complice forse anche l'intera odissea fra me e Dan."Ad ogni modo, cosa voleva quell'idiota di Rick?" Con la frenesia dei numerosi avvenimenti di quel periodo, non avevamo avuto il tempo di aggiornarci sulle nostre vite all'infuori del Dipartimento.
"Voleva sapere cosa ne pensassi del fatto che avrebbe portato Max a pescare in Michigan."
"Digli di andarci da solo; la pesca è uno strazio, e Max non si merita una tale tortura." Inoltre, dopo aver giocato con me a nascondi il bong a Foley, qualsiasi altra attività gli sarebbe parsa una noia mortale.
"Non posso; è un suo diritto passare del tempo con lui. Se ne avessi l'opportunità, terrei sempre quel piccolino con me."
"Dammi il consenso, e lo farò sembrare un incidente." Volevo bene ad Anne, ma il padre di suo figlio non mi era mai piaciuto.
"Non ci pensare nemmeno! Tu devi startene buona, o tornerai dritta a Faraday Island." Ed era sempre stata il piccolo angioletto sulla spalla che tentava disperatamente di fermarmi ogni volta che fossi stata in procinto di commettere un'azione discutibile. Fu grazie a lei se non avevo comprato il fidget spinner.
"Davis, per caso la stiamo disturbando?"
Prima che potessi automaticamente replicare positivamente e in tono sprezzante, analizzai brevemente l'ambiente circostante: banchi, gente, una sghignazzante Gal e la professoressa Matthews che mi stava guardando in cagnesco.
Talmente non ero più abituata a stare in una classe, che quando Anne mi chiamò, mi venne spontaneo rispondere.
Quanto avrei voluto non menzionare quel sogno erotico su Batman."Anne, devo andare. Ci vediamo stasera." E riattaccai.
"Ma quale Batman, Christian Bale o Ben Affleck?" Avrei dovuto immaginare che avrei attizzato la curiosità di Gal.
"Bale, ovviamente. Affleck non è, e non sarà mai Batman." Mi infastidì non poco il fatto che avessi dovuto specificare una tale ovvietà.
Ormai io e la mia compare ci eravamo forzatamente inserite all'interno dell'ambito studentesco, ma non passava giorno senza che ci chiedessimo cosa diamine fossimo lì a fare.
L'Hudson Institute, autoproclamatosi "scuola prestigiosa", era pieno di boriosi figli di funzionari, deficienti, disadattati e nerd (che temevo fossero diventati miei seguaci). Questi ultimi non mi dispiacevano troppo, dato che potevo contare su di loro per compiti e test, in cambio della mia protezione dai bulli. E non mi dispiaceva nemmeno tartassare questi altri ultimi, dato che si erano rivelati degli ottimi espedienti per alleviare la mia rabbia perenne."Revell, sei una cazzona. Non si risponde al telefono in classe." E poi c'era Claude. Era la figlia di un agente dei Servizi Segreti, e ci eravamo conosciute durante la lezione di scienze. In quell'occasione, invece di dire "organismo" avevo detto "orgasmo", ed era stata proprio lei a correggermi.
Non riuscivo ancora a inquadrarla bene, il suo carattere oscillava fra la simpatica cordialità e una stronzaggine pungente.
Claude mi piaceva."Zitta, Claude. Ti ho vista giocare ad Among Us durante economia." Mi aveva scocciato il fatto che non mi avesse chiesto se volevo aggregarmi.
"Se inizio una partita adesso, la smetti di rompermi le palle?" Come vi avevo detto, pungente.
"D'accordo."
La mattinata passò senza particolari intoppi. Ammesso che il fatto di far crollare una parte di soffitto non possa essere considerato tale. Successe perché avevo risposto correttamente a una domanda della professoressa, quindi mi esaltai e, come segno di vittoria, lanciai con troppa foga l'astuccio verso l'alto dei cieli. Il resto è storia.
Io e Gal ci eravamo rese conto che in quel posto sembrava essere tutto sotto controllo; non avevamo rilevato ancora nessuna minaccia e, erroneamente, ci eravamo illuse che quei quattro mesi sarebbero stati una passeggiata.
Avevamo creduto che il nostro assurdo incarico fosse dovuto dall'eccessiva preoccupazione covata dai pezzi grossi. Lo credemmo fino a quando una raffica di proiettili sfondò la porta dell'aula al pianterreno; mi ricordò la povera finestra del bagno, e mi ricordò inoltre di chiedere a Carl se l'avesse fatta aggiustare.
Tornando alla sparatoria, vidi Gal incitare i presenti a ripararsi sotto i banchi, mentre io presi la pistola che portavo sempre nella borsa, ed uscii in cerca dell'infame assalitore che se l'era presa comoda per tutto il giorno, aspettando l'ultima ora per colpire. Sarebbe stato carino, da parte sua, farlo prima di pranzo; almeno avremmo avuto il pomeriggio libero. Inoltre, dopo averlo stanato, a me e Gal sarebbe toccato andare al Dipartimento di Polizia per fare rapporto e subire un interrogatorio, così da poter redigere il verbale sull'accaduto. Quella prospettiva mi fece andare su tutte le furie, perché quella sera saremmo dovute andare da Anne; prima per cenare, e poi per guardare Comunismo d'Amore.
Avrei preso il figlio di puttana, e l'avrei preso vivo; così da mandare lui da chi di dovere a perdersi la serata.
Nessuno si sarebbe frapposto fra noi e il nostro appuntamento settimanale soap opera trash.
Perlustrai il corridoio, ma persi il bastardo immediatamente. Creare quel diversivo fu un'ottima strategia, se la sua intenzione era stata quella di far perdere le sue tracce.
Scorsi Gal correre nella mia direzione. "Si sono fatti desiderare, vedo.""È arrivata l'ora del contrattacco", risposi alla mia sanguinaria amica.
La confusione prese il sopravvento; allievi e insegnanti nel panico che si davano alla fuga e urla di terrore che echeggiavano per tutta la struttura, ma riuscii a nascondere la pistola nell'orlo superiore della gonna prima che qualcuno avesse potuto notarla.
La istruii sulla procedura: "Evacua l'edificio e assicurati che non ci siano feriti. Io mi occupo del tiratore.""Ricevuto."
Ci scambiammo uno sguardo d'intesa, o per meglio dire, un sorriso malvagio, e ci dividemmo.
"Revell, aspetta."
"Sì?"
"Noi guarderemo Comunismo d'Amore questa sera."
Ripresi in mano la pistola, e replicai: "Ad ogni costo."
Rimasi per un momento spaesata, perché non sapevo da dove cominciare la mia ricerca, e non ero nemmeno sicura che l'assalitore si trovasse ancora all'interno della scuola.
Improvvisamente, le luci si spensero. Riuscii a udire in lontananza altri spari.
Seguii quei rumori, cercando di non inciampare, dato che la luce naturale, che filtrava dalle entrate principali, non era nitida in ogni zona dell'istituto.
Mi ritrovai a vagare nel buio, finché l'eco dei proiettili mi condusse al secondo piano. Tutto quello che potevo vedere erano alcuni riflessi dell'ambiente esterno proiettati sugli armadietti.
Vidi la sagoma di una persona bloccarmi il passaggio.
Mi avvicinai, puntandole la pistola. Ma l'abbassai non appena, dopo pochi passi, riconobbi il volto della ragazza che si trovava davanti a me.
Vidi la sua arma gettata sul pavimento, a pochi metri da lei.
Ero cosciente del fatto che, inevitabilmente, quel giorno sarebbe arrivato.
Mi rivolse uno sguardo pieno d'odio, ed esordì: "Chi non muore si rivede. Vedo che uccidere, quando si tratta di te, non è così semplice come lo fai sembrare."Avrei potuto farle notare da che pulpito arrivasse la predica, ma mi limitai a rivolgerle un sorriso di scherno.
"Ciao, Jennifer."
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The enforcer - Sventure di un insolito sicario
ActionRevell Davis è un sicario dal pungente senso dell'umorismo che opera nella cittadina immaginaria e fuori controllo di Vaulsey. Vive con il fratello gemello Carl che, paradossalmente, fa parte delle forze dell'ordine, e svolge il suo mestiere per ord...