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Evidentemente non era affatto astinenza da caos e distruzione.
Per un millesimo di secondo, un fugace attimo di lucidità mentale, avevo pensato che fosse un errore, che avrebbe potuto compromettere tutto.
Ma cos'era poi, quel tutto? Tempo una settimana e ognuno avrebbe ripreso la propria vita lontano dall'altro, indipendentemente dal risultato o dal verdetto. Quindi tanto valeva godersi quei momenti.
Avevo annientato tutte le mie difese con Chuck, avevo abbassato la guardia entro un limite che mi ero imposta di non oltrepassare e, soprattutto, con lui mi ero messa a nudo. Letteralmente.
Pensavate davvero che, in un momento cruciale come il preludio alla fine, mi sarei astenuta dal fare battutacce? Certo che no, io rimango coerente con me stessa.
Tornando a noi, quel penultimo venerdì di scuola arrivai alla terza ora. Mi svegliai abbracciata a Chuck, con la testa sul suo petto, quando guardando l'ora tirai un'imprecazione e mi alzai come un terremoto.
Considerate le attività di quella notte, la doccia era d'obbligo. Avrei voluto fare veloce, ma facendo tutto quel casino avevo svegliato pure la bestia dormiente, che per farmela pagare mi aveva teso un agguato in doccia. Provai a insistere dicendo che avrei fatto tardi, ma lui mi assicurò che mi avrebbe scritto una giustificazione. A quel punto non avevo più scuse quindi, affatto dispiaciuta, dovetti soccombere al desiderio mattutino.

"Che hai fatto ieri sera?" Gal, emettendo dei rumori piuttosto eloquenti, mi aveva riportata nel mondo reale.

"Niente, predator", la squadrai, giocherellando con una penna.

"Cazzate. C'è sotto qualcosa, qualcosa di peccaminoso."

"Porca miseria, sei peggio di Wheeler!"

Wheeler, oltre che per essere uno dei più crudeli e brillanti avvocati della città, era famoso anche per il suo infallibile "radar delle cosacce". Non sto scherzando, era in grado di captare la tensione sessuale fra due individui da distanze incredibili.

"Eric ha una brutta influenza sulla gente."

"Eric?" Sghignazzai. "Nemmeno sua madre lo chiama così."

Alzò un sopracciglio, piuttosto perplessa. "Sua madre non è morta?"

"Dipende da come gli gira", le spiegai.

Mi sembrò ancora più confusa.

"Permesso. Scusi, professore, ho un annuncio da fare."

A salvarmi dal terzo grado ci pensò il divino ingresso in aula della Sovrintendente Lawson.

"Certo, nessun problema", le rispose.

"Ragazzi, volevo comunicarvi che oggi è il mio ultimo giorno in questo istituto."

"Oh no", bisbigliai alla mia compagna. "I discorsi di addio mi fanno sempre piangere."

"Anche a me", mi confessò.

"Comincio col dire che voglio ringraziare tutti voi, per l'enorme forza d'animo e la determinazione nel voler finire quest'anno scolastico nonostante le impervie e le numerose difficoltà." I miei rubinetti stavano per aprirsi. "Un enorme grazie va anche a Revell Davis e Gal Setrakian. Aver prestato servizio per l'intelligence e i Navy Seals ha dato i suoi frutti, e si sono visti."

I miei rubinetti vennero improvvisamente otturati dalla del tutto inaspettata rivelazione bomba con cui la Keane, involontariamente, aveva santificato la mia giornata. La risposta alla domanda delle domande.
Non riuscii a trattenermi. Scattai in piedi e, con un gesto di esultanza, strillai: "Ma certo, i Navy Seals, cazzo!"

"Davis!" Mi riprese all'istante.

"Scusi." Tornai a sedere come un agnellino.

"Stavo dicendo" si schiarì la gola "Davis e Setrakian sono state impeccabili nel garantire la difesa e la sicurezza di questo posto. Per questa sera, come tutti saprete già, è prevista  la festa di fine anno."

The enforcer - Sventure di un insolito sicarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora