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Mi girai vedendo il cocchiere emettere un suono gutturale, così da fermare la corsa dei cavalli, poi la carrozza. Un uomo della servitù, con un balzo impacciato, scese da dietro e si avvicinò alla portiera, aprendola.
Fece la sua comparsa mio padre in tutta la sua magra apparenza formale, vestito con la tipica giacca dai bottoni dorati lungo i fianchi e dai calzoni bianchi, abbinando il tutto sotto scarpe oxford laccate in nero.
Tutto, pur di sembrare presentabile agli occhi del commodoro e della ciurma a bordo.
Lui era l'esatto esempio formale da seguire.
Mi accinsi a raggiungerlo, nel frattempo che si sistemava il tricorno, messosi oggi, a celargli il capo.
Nel soffermarmi dinanzi a lui non notò, da subito, la mia presenza. Quell'affare in testa se lo depositò lo stesso perché aderiva alle tonalità del suo abbigliamento, se pur ma non tanto lo sopportava. Se lo sistemò sopra quella capigliatura ordinata e, quando i suoi occhi si posarono sul suolo, scorse la mia ombra stagliata per terra.
Sollevò lo sguardo e aggiunse: "Giusto in tempo, Liz" voltandosi verso l'inserviente al suo fianco che gli aveva teso un taccuino di cuoio.
Lo afferrò e lo aprì, prendendo a leggiucchiare qualcosa.
"Giusto in tempo voi, padre. La flotta è appena arrivata" gli comunicai, osservandolo nella solita quotidianità indaffarata. Si fece passare una penna di piuma da costui, in attesa al suo fianco, e annotò qualcosa, potendo scorgere a malapena la sua accurata grafia, dopodiché, lo richiuse porgendoglielo.
L'uomo lo afferrò, affrettandosi poi a raggiungere la sua postazione.
Tirò un respiro e: "Ah, finalmente! Nuova aria dall'Inghilterra, figlia mia. Ci sono buone notizie, sai" con un'espressione leggiadra osservò il primo vascello attraccare vicino la banchina.
Si udii il vociare dei civili a bordo, ma in modo molto attutito.
Poggiò poi la mano sulla mia spalla, dandomi una lieve pacca affettuosa e iniziando a passeggiare. "Padre, per voi tutto ciò che arriva dall'Inghilterra è sempre buono. Anche se sarebbe del marcio" allusi all'arrivo di Ben.
Non faceva altro che lodarlo a udirne il solo nome. Che lagna!
Lui mi scoccò una rapida occhiata, ma si astené dal commentare quella frase in modo sgarbato. "Di marcio dall'Inghilterra non ne potrà mai uscire nulla, siamo già il più grande governo e la più grande forza portante. Guarda con i tuoi stessi occhi" sollevò una mano verso quei tre enormi vascelli con fierezza, quindi lo seguii scorgendo marinai arrampicati ai pennoni per sistemare le corde delle vele. "Oltre agli spagnoli e ai francesi, chi altri possiede una tale bellezza? Maestosa agli occhi e difficile da abbattere" gli riuscii a intravedere un sorriso che provò a trattenere, lasciando sviare gli occhi al suolo e continuando a camminare per avvicinarci. Quello era il suo mondo, impossibile per lui contenere la commozione. "Tra non molto, anche i nostri silenziosi rivali ci temeranno. Espanderemo il nostro commercio con altre isole e altri continenti del vecchio mondo."
"Il governo ha già fatto molto per questo, ovvero con il commercio degli schiavi" si soffermò, osservandomi a palpebre semichiuse a causa del riverbero dei raggi che, sbucarono oltre una nube, lasciando illuminare di poco il suolo sotto i nostri piedi.
Potei notargli lo stupore riguardo la mia istruzione su quell'argomento politico: Non tanto mi premuravo di mettermi a conoscenza di certi argomenti che reputavo noiosi, ma per quell'arrivo mi impegnai d'informarmi su qualcosa, anche se dedussi fosse una minima parte.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
Fantasia(In Revisione) Anno 1720, la fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo vole...