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Corsi all'interno dei vialetti costeggiati dalle spighe di grano, arrivando al canale di scolo ricoperto da sterpaglia mista a sassi e sviati, rallentando la corsa solo quando mi trovai sul punto più basso del terriccio, conosciuto da me, dal momento che nessuno ci faceva cadere l'occhio a causa delle erbacce cresciute.
Mi abbassai facendo scivolare il piede con cautela, riuscendo a superarlo senza causarmi graffi, finendo dall'altro lato della campagna. Feci gemere i muscoli di dolore, ma non mi piegai alla resa.
Continuai affaticata, con l'orlo di quel maledetto straccio sollevato, guardandomi più volte alle spalle e vedendo come i tre idioti finirono all'interno del canale in una caduta improvvisa.
Riuscii a seminarli e a liberarmi di loro.
Non mi fermai dal correre, proseguii con le ciocche a svolazzare al pari della mia sfrenata corsa.
Una volta che misi piede sullo sterrato, superando anche gli alberi per addentrarmi nel giardino un tempo brillante di verde felce, scorsi civili correre a perdifiato nelle colline circostanti, direzionati ai selciati nel tentativo di mettersi in salvo.
Superai una guardia e un pirata in preda a un duello con lo stridio delle lame in sottofondo, quando venni investita da qualcuno che mi fece rotolare su un fianco e battere la testa sul terreno.
Lo scontro fortuito mi portò ad avvertire un forte dolore tramutarsi poi in bruciore, proprio sulla tempia.
A occhi strizzati avvicinai la mano dove subii l'urto, premendo, quando sentii due mani forzute afferrarmi la gola.
Sbarrai gli occhi scorgendoci un giovane pirata dai lunghi capelli biondi, dalla corta barba tagliata in modo netto, che nel tenermi inchiodata a terra fece risaltare i muscoli delle sue braccia.
Nel posare le mani sulle sue, calde e massicce, pressando con forza nel tentativo di staccargliele, mi piantò degli occhi castani addosso.
«Lasciami b...brutto bas..tardo.» Mi dimenai con il fiato a mancarmi e la paura ad affiorare.
Lui esercitò più pressione per paura potessi sfuggirgli, vedendogli i capelli umidi da sembrare molto fini.
Una folata rovente ci investì di colpo, rendendomi conto che una di quelle palle di cannone colpì un albero e, nel frattempo, mi accorsi di quanto fosse giovane, l'opposto della maggior parte di quelli venuti a invaderci.
Dalla bianca blusa larga pendeva un medaglione di pietra pirite: una di quelle che alleviava i dolori, da come si vociferava.
In cuor mio non ero avvezza al folklore, ma a conoscenza dei racconti tramandati nel lato sud, di come le vecchie streghe di mare maledissero i pescatori, ladri nell'aver rubato i tesori dell'oceano con le reti.
Da anni si mormorava che desiderassero vedere gli umani prendere fuoco e, taluni, in diritto di difendersi, fecero creare un simile gingillo dagli antichi sciamani di Abrahams Bay che li rendesse immuni alle fiamme.
Continuò a fissarmi sotto screziature rilucenti. «Devo farlo» gli uscì fuori una voce da sembrare spezzata, mascolina ma dispiaciuta e forzata.
Quando cominciai a sentirmi i muscoli fiacchi, in procinto di abbandonarmi, mi aggrappai all'ultimo pezzo di forza nel mettermi a tastare il terreno alla ricerca di qualche sasso o pugnale, ma non trovai nulla.
Iniziai a graffiargli le braccia, provando ad avvicinare le mani al viso ma ritrasse la testa all'indietro, facendo creare delle rughe sulla fronte.
Probabilmente il viso mi diventò bluastro, la testa iniziò a vorticare e poi, senza valide spiegazioni, mollò la presa e si alzò di scatto sovrastando il suo possente corpo sotto al mio.
Mi portai le mani al collo tossendo più volte, cercando sollievo spostandomi persino sul lato, tanto presi a tossire.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
ФэнтезиAnno 1720. Fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo volere a sposarsi con u...
