𝑷𝒂𝒖𝒓𝒆

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Salii le scale tirandomi Madama in camera, dopo che ebbe un attimo di smarrimento, e chiusi la porta dirompente facendo tremare persino l'uscio.

Cominciai a immaginarmi scene indegne: tipo che avrebbero potuto prendermi la purezza, finendo stuprata da quel branco di lupi.

Al sol pensiero scossi la testa per ritrovare la prontezza.

«Oh Liz, oh buon signore! Che ci possa assistere» la voce querula di madama rimbombò in tutta la camera, ma non feci caso a lei dato che continuai a riflettere. «Cosa faremo adesso, diverremo prigionieri di questi pirati» mi distrasse a tal punto da scorgerla gesticolare come a richiamare i santi al suo cospetto.

Diversamente dal suo punto di vista, la mia santità rimaneva la lama che non riuscii a trovare in quella stanza.

Mi avvicinai poggiando le mani all'altezza delle sue spalle per infonderle coraggio. «L'unica cosa che ci assisterà adesso è l'altra Liz che destreggia la spada» la determinazione mi si impadronì di ogni arteria.

Feci per superarla, ma mi bloccò.

Mi strinse la mano intorno al polso da impedirmi di raggiungere il baule, scorgendole la fronte già imperlata da gocce di sudore.

«Cosa vuoi fare? Non puoi farlo!» capì le mie intenzioni. «Tutti vedranno chi sei e se la minaccia passa, sapranno chi sei realmente. Non puoi indossare i calzoni! Metterai a repentaglio anche il tuo fidanzamento con l'ufficiale Wilkinson» provò a convincermi supplichevole, provando a tenermi con gli ideali saldi a suolo, intanto che mi guardava preoccupata per il mio futuro.

Ciò nonostante posai la mano già calda sulla sua ruvida, che mi teneva ferma.

«Madama, ascolta. Ti voglio veramente bene, sei come una madre, una sorella e di più. Mi hai cresciuta e mi hai visto cadere, rialzarmi, piangere e sgattaiolare via quando mi è stata negata la libertà. Quindi secondo te, potrebbe mai importarmene del mio fidanzamento quando incombe una minaccia del genere?» La osservai senza perdere di vista le espressioni del suo volto. Ella sembrò rifletterci, poi fece un sospiro sommesso distogliendo lo sguardo e sviandolo verso la finestra. «E poi chissà se riesco a infilarmi i calzoni» una notte buia che sembrò trasformarsi nella luce del giorno a causa delle continue cannonate che arrivavano da sud. Rimpiansi il caldo pomeridiano che riscaldava i vetri. Si voltò verso me e mi osservò. «Madama, non abbiamo tempo, molla la presa» convincendola a lasciarmi andare.

Rimase a respirare con affanno, cercando di riprendere lucidità, poi sentendo altre grida al di fuori sollevò l'orlo della sua veste e si precipitò alla finestra per capire cosa stesse accadendo.

Prima di avvicinarmi al baule, però, dovetti assolutamente portare con me la moneta d'oro che ritrovai sulla spiaggia.

Mi inginocchiai accanto al letto, curvandomi e afferrando il piccolo forziere che tenevo nascosto, lo tirai a me lasciando che scivolasse sul pavimento lucido, poi aprii il cofanetto, afferrandola.

La guardai ancora in tutto il suo splendore.

Si era mantenuta come lucida e intatta.

Mi alzai guardandomi intorno, ricordandomi di avere all'interno del cassetto della scrivania vecchie cianfrusaglie che stipai, in quanto ritenni utili in un eventuale giorno.

Quello lo era!

Mi affrettai a tirare il cassetto a me, scovando tra fazzoletti ricamati, ampolle vuote, reticelle per le compere e trovando un perfetto sacchetto di velluto.

«Oh mio dio, stanno arrivando!» Strepitò Madama, costringendomi a guizzare gli occhi nella sua direzione e vedendola osservare oltre il vetro in uno stato di tensione. «Elisabeth sono qui!» Si girò avvisandomi impaurita.

𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora