𝑳'𝒖𝒐𝒎𝒐 𝒂𝒍 𝒄𝒐𝒎𝒂𝒏𝒅𝒐

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Un uomo varcò la soglia e fece un'apparizione da spezzare il tempo, ogni ritmo, rendendolo lento, di quelli che si osservano intorno con zelante precisione.

Scrutai con dovizia ogni dettaglio da balzarmi agli occhi: alto, dai capelli neri e mossi, abbastanza lunghi da coprirgli i lati della fronte.

Nel compiere un altro passo, con la punta dello stivale, qualche ciocca gli ricadde davanti agli occhi, screziati da riflessi ambrati che avrebbero fatto invidia alla brughiera.

Dal fisico asciutto e statuario, notai la sua pelle appena abbronzata, diversa da quella degli altri, e le labbra rosee come un petalo di begonia, in netto contrasto con le mascelle affilate. Il suo portamento era inscalfibile, come se niente e nessuno potesse scalfirlo.

Si piazzò accanto a Jacob, quel maledetto che mi aveva procurato i peggiori grattacapi nelle ultime ore.

Mi resi conto che stava scrutando tutto con sicurezza. Indossava una camicia di lino bianco, abbastanza sottile da lasciar intravedere parte del petto glabro, mentre le gambe erano fasciate da calzoni nero avorio.

Quando si spostò sotto uno scorcio di luce, scorsi una cinghia di cuoio non troppo spessa: fungeva da fodero per la spada col pomello d'osso che portava dietro la schiena.

Alle dita portava diversi anelli, la maggior parte incastonati con gemme rossastre scintillanti.

Rasentava i dintorni troneggiando, sicuro nei movimenti silenziosi che stava compiendo, tanto da apparire inquietante.

A un certo punto, i suoi occhi, contornati da una lieve striscia nera, si posarono su di me e sul pirata che mi teneva alle strette. Da quell'atteggiamento di benvenuto capii subito con che tipo di persona mi sarei dovuta confrontare.

«Perché tiene la ragazza in quel modo?» si enunciò, chiedendo subito spiegazioni con una voce giovane

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«Perché tiene la ragazza in quel modo?» si enunciò, chiedendo subito spiegazioni con una voce giovane.

L'uomo accanto a lui lo fissò, cercando un modo per rispondergli. Poi sorrise in modo disonesto, lasciando che il suo sguardo scivolasse su di me.

«Fratello, sai bene che dobbiamo imporre la nostra autorità con certi metodi» rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo usare quel comportamento meschino.

E la cosa peggiore era che lo aveva chiamato fratello. Come se uno non bastasse. La situazione stava peggiorando drasticamente.

«Con una donna!» L'esclamazione gli uscì di evidente stupore.

Un sussulto, prima che l'altro aggiungesse: «Perché non l'hai vista. Non va sottovalutata, è scaltra. Corre come una gazzella», disse con una certa punta d'ironia che avvertii come scherno.

A spezzare le spiegazioni dei due furono dei passi frenetici provenienti dal portico.

«Capitano!» una terza voce rintronò trafelata. «Posso confermarlo.»

𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora