23
Rimasi sopraffatta col fiato mozzo e lo sguardo ancora puntato su quella cicatrice.
Che fosse lui il tizio sbucato dal nulla, sulla spiaggia del sud? Impossibile!
Per un attimo non ebbi controllo delle mie emozioni e un tremolio lungo il braccio, fino ad arrivare alla mano, si impadronì di me, lasciando che il vino frizzante nel calice oscillasse e catturasse l'attenzione di qualcuno.
Il mio sgomento non passò inosservato a Ben che mi scrutò, corrugando a malapena la fronte.
Posai il calice ritraendo la mano e nascondendola sotto al tavolo; quella situazione stava minando la mia stabilità mentale.
Lo vidi curvarsi per sussurrami: «Liz, state bene?» Nel temprare il tono per non farsi udire dagli uomini presi a conversare tra loro, cercò di accertarsi del mio improvviso stato di sbiancamento.
Lo rassicurai con un cenno del capo, e di sottecchi notai gli occhi del comandante superiore scrutare il mio viso. Parve capire il mio disagio; non si lasciava sfuggire nulla sotto quello sguardo meticoloso, ciò mi provocò un'ulteriore accaloramento dei miei pori già dilatati per il caldo.
Gli altri non si accorsero del mio stato d'agitazione che forzai di celare, poiché presi a conversare.
Perché Ben si sarebbe dovuto nascondere nell'ombra e trascinarmi sulla spiaggia, e a quale scopo? Come si era procurato quella ferita?
Lui era in totale sintonia con mio padre e la mia famiglia, per cui impensabile.
Cercai di scacciare quei pensieri prendendo raffinatamente la forchetta e guardando indecisa prima la lonza di maiale alla melagrana, poi il salmone affumicato, puntando la selvaggina insaporita con spezie. Infine, la infilzai su una fetta di pollo, dalla crosta dorata, che avvicinai alle labbra così da degustarne il sapore dolce sotto al palato.
Masticai notando mio padre pulirsi le labbra con un tovagliolo, tamponando a malapena, subito dopo lo allontanò poggiandolo sul tavolo. "Concludendo il trattato con le indie Occidentali, espanderemo il commercio su vasta scala, in modo da entrare ancora di più nelle grazie degli altri continenti del vecchio mondo. Non credete commodoro?" Gli si rivolse, allungando una mano verso la forchetta e, guardandolo, cercò di scorgere la sua espressione.
Ne assunse una accigliata. "Oh, assolutamente" convenne l'uomo, posando il calice davanti a sé. "Sono stato anch'io a suggerirti tali iniziative. Appena mi è stato tutto chiaro mi sono precipitato da te per riferirti l'eccellente ideale. Cominceremo a prendere piede prima che lo facciano altri, dopotutto, dobbiamo pur prenderci cura dei nostri interessi" continuò a spiegarsi, guardando anche gli altri membri, in modo si sentissero integrati nella conversazione. "Sono sicuro delle mie prese di posizione" garantì poi, poggiando i polsi sul tavolo.
"Non penso che qualcun altro possa interporsi in questa faccenda, ne conoscono le conseguenze" lo rassicurò mio padre, mostrando il suo intramontabile patriottismo.
"Nonostante tutto, è andata bene anche la tratta degli schiavi. Sta filando tutto liscio" prese parola il commodoro con aria bonaria. "Solo, spero la proposta che il governo accetterà venga estesa anche all'assemblea nazionale francese" quella frase vaga riuscii a farmi distogliere l'attenzione dalla ferita di Ben. "C'è da pur mettere in conto le loro colonie"
Vidi Cromwell testare il tavolo nel tentativo di trovare la posata. "Presto, ambasciatore, dovrete farli marchiare a fuoco" e la affondò su una patata speziata di rosmarino. "Presuppongo venga fatto con i giusti modi e senza pressare con la forza" portandola nel suo piatto. Con quel ragionamento, Cromwell fece sottintendere ben altro, alludendo all'utilizzo di modi rudi adoperati da mio padre e ignorando persino la risposta del commodoro, come se non ci fosse.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
Fantasy(In Revisione) Anno 1720, la fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo vole...