27
Lo notai il viso di Ben, nell'apprestarsi a raggiungerci indispettito in un'espressione che si sforzò a velare, facendo diventare me tesa come una corda di violino.
Non trovai parole per giustificare la presenza di quell'inguardabile, immaginandomi già chiusa in qualche stanza buia sotto punizione da mio padre, seppur la presenza di Ben mi avrebbe potuta salvare.
Fatto sta, colui rimasto all'ingresso, decise di assumere un atteggiamento ancora più sfacciato.
Mi accorsi di come Ben se lo mise a scrutare, per poi chiedermi: «Elisabeth, chi è costui?» ritornando a osservarlo con un certo ribrezzo per il modo in cui si presentava: sempre avvolto in quelle vesti nere, spigliato, e costellato di gingilli di poco valore.
Iniziai a ridacchiare di nervosismo. «Ehm...» tentennai, incerta sul modo in cui mi sarei dovuta spiegare nell'osservare quel maledetto intruso assumere un ghigno furbesco; sembrava avesse vinto un trofeo. Ebbi poi una mezza idea, la quale gli avrebbe fatto sparire quel sorrisetto dal viso. «È un povero mendicante in cerca di pane per sfamarsi. Ho detto a Bennett di servirlo, per questo è lì in attesa» mi gustai il sapore della rivincita nel vedergli il sorriso sparirgli, permettendomi di farlo apparire sul mio.
«Oh, capisco» esclamò Ben, apparendo imparziale. «Mi rincresce farglielo presente, comprendo siano tempi duri e, intendo, per tutti. Ognuno cerca di rimettersi in sesto alla meglio» gli si rivolse, assumendo un'aria amareggiata. «Di sicuro Bennett le offrirà qualcosa sul retro. Per questo, vi chiedo gentilmente di raggiungerlo dall'altra parte del giardino e liberare il pianerottolo dalla vostra presenza, la ringrazio» mantenendosi nella sua modesta signorilità che gli apparteneva, fece intendere che la presenza di tale individuo lo avesse, oltremodo che dispiaciuto, anche irritato.
Nel poggiare una spalla sulla soglia della porta, sussultò infastidito lasciando inclinare il capo da un lato e strofinandosi una parte della fronte con l'indice come a trovare pazienza. «Un medicante!» Ripeté risentito serrando le labbra, infine si voltò per osservarci serioso.
Ciò mi fece irrigidire.
Non apparteneva a Velvet, questo lo capii, mi aveva però seguita tutto il tempo e infastidita con i suoi futili punzecchiamenti, intromettendosi insistentemente.
Come l'avrei indotto a confessargli l'identità, se tutto ciò che stavo provando in mio potere, verso lui, non funzionava sotto nessun verso?
Ben presto, tutti, sarebbero venuti a conoscenza delle mie attitudini notturne.
«Se non siete un mendicante, allora potreste identificarvi?» Chiese Ben, rivolgendosi all'uomo e guardandolo circospetto, con un certo distacco, ma mantenendosi sempre in un atteggiamento doveroso.
Quando più passi ineludibili fecero voltare sia me che il futuro sposo.
Ed ecco giunta la mia fine.
Vidi prima il commodoro avanzare più veloce di mio padre. «Ci stavamo preoccupando non vedendovi ritornare» ammise proseguendo al centro dell'atrio, accanto all'ambasciatore.
«Chi è costui?» Mio padre non attese nemmeno che il commodoro finisse, che ci parlò sopra senza accorgersene, in cerca di risposta da parte nostra.
Schiusi le labbra, voltandomi verso Ben per ritrovarmi a mia insaputa, a fissarlo con due occhioni che imploravano di aiutarmi.
Il suo sguardo rimasto fisso nei miei occhi azzurri, parlò da sé, come a comprendere che in quella faccenda c'entravo io. Ancora una volta, quella sera alla spiaggia, mi balzò alla mente.
«Sono signor nessuno, ma ancora per poco» lo sconosciuto alla porta lasciò echeggiare la sua voce burlesca nell'atrio, riprendendomi dai pensieri.
«Signor nessuno? Ma falla finita» gli mimai con apatia.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
ФэнтезиAnno 1720. Fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo volere a sposarsi con u...
