Anno 1720. Fine dell'era pirata.
Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo volere a sposarsi con u...
L'aria si stava facendo troppo pesante per i miei gusti, allorché mi decisi a muovermi in direzione della porta che dava sul giardino e disfarmi degli sguardi curiosi degli altri, sentendomi sottopressione, quasi obbligata.
Io con Ben, se pur non provavo quella forte attrazione tipica degli amanti, gli dovevo servire garbo e riconoscenza anche solo per il semplice fatto mi sopportasse con pazienza, nonostante stroncavo qualsiasi sua iniziativa che volesse far sbocciare, sul nascere.
Appena varcammo la soglia e scesi i due gradini, mi fermai sul sentiero ghiaioso a rimirare il tramonto rossastro, oltre le colline ondulate, di quella giornata che scorreva nel suo flusso, ma con una piccola differenza: i pochi schiavi rimasti che lavoravano dall'altra parte degli alberi, confinanti con la siepe divisoria della villa.
«Tanti uomini per lavorare una sola terra» guardai dispiaciuta quegli uomini pararsi con gli arti dai raggi del sole, liberarsi dalle gocce di sudore, e facendo pause per riprendere aria data la troppa fatica praticata nell'arare il campo.
Tutti uomini che un tempo potevano godere dell'aria di libertà negata da uomini superiori.
Cosa c'era di più crudele al mondo che privare qualcuno della propria libertà?
L'unica cosa che salva dalla crudeltà della vita quotidiana è anche la parola stessa.
Ciò che la maggior parte degli umani vivevano, era una vita cui scorreva sotto un flusso corrotto di uomini dove il potere era dato alle monete d'oro, e dove c'era potere, c'era astuzia e perfidia: caratteristiche che una volta ritrovatosi, combaciavano come una catastrofe.
Ben mi si affiancò e di sbieco lo vidi sorridere bonario. «Questo ammiro di voi. Così magnanima e comprensiva con il prossimo» il suo sguardo fu impreziosito da una punta di letizia.
«Mi riempi sempre di complimenti, Ben» dissi a fior di labbra, avvicinandomi a un cespuglio di orchidee violacee. Ne staccai il gambo con delicatezza per poterne annusare la fragranza.
«Sei degna di tali lusinghe, mia cara. Desidero solo compiacervi»
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Un sorriso spontaneo si manifestò sulle mie labbra.
Un sorriso spontaneo si manifestò sulle mie labbra. «Come mai eri già qui? Dove hai alloggiato?» Domandai curiosa, sviando quel discorso che già cominciava a farmi sentire in imbarazzo.
Iniziai a passeggiare sotto i fruscii degli insetti a muoversi tra i cespugli, e lui a seguirmi. «Una taverna sicura a nord dell'isola, poco conosciuta da qualche inetto invasore. Sono giunto un giorno prima per concludere alcuni affari importanti e portare a termine un trattato per conto del governo» m'informò incisivo, sembrando essere un tantino vago a riguardo.
Da buona ficcanaso quale ero non potei che insistere per indagare, impicciandomi di faccende che non mi riguardavano.
Dove vivevo non c'erano molte ragazze della mia età, e quelle poche venivano preparate per essere rimandate a Londra, pronte per un altro debutto in società.