25
Mi lasciai deturpare dallo sconforto per un momento, prima di ritrovare le forze.
Nessuno mi avrebbe tratta in salvo se non provvedendo da sola per me stessa.
Così, ripetei dentro di me le parole udite e consigliatemi da una signora rubiconda che incontrai la settimana scorsa, giù in paese, mentre arrancava nel tentativo di portare le ceste piene di cibo per il suo signore: Sei una donna forte, non ti farai abbattere da nessuno, né dai demoni né dagli uomini, né dal malcontento che si fa strada. La forza del mondo risiede in te come un uragano, perché tu sarai la tempesta nelle loro menti.
Avrei tanto voluto rincorrerlo e urlargli contro, ma dovetti comportarmi egregiamente per non dare sfoggio ai miei impulsi, vista la presenza degli ospiti.
Tirai su col naso e, ligia, iniziai ad avanzare cercando di darmi quel coraggio necessario per continuare ad affrontare una serata che si rivelò ben più pesante del previsto.
Con portamento signorile mi recai nella sala da pranzo, rallentando i passi non appena notai mio padre, il commodoro e Ben attorniati vicino al salotto, intenti a blaterare come sempre di sole questioni politiche. Diverso fu il signor Cromwell, che prese a ciondolare avanti e indietro, scrutando i vari ornamenti e adocchiando qualche quadro con curiosità.
Li ignorai tutti e quattro, decidendo di avvicinarmi alle finestre che davano sul giardino principale dell'entrata.
Afferrai maldestramente un ventaglio poggiato su uno dei tanti tavolini e mi appostai vicino ai vetri, iniziando a sventolare quel pezzo di stoffa contro il viso, con gli occhi puntati nella penombra.
Le stelle scintillavano in cielo come diamanti immacolati, a differenza delle fioche luci lontane delle taverne sparse in paese, schermate da una caligine che mi impediva di vederci con chiarezza.
Nel frattempo, qualche sbuffo di vento proveniente da nord fece smuovere le fronde degli alberi sparsi attorno alla villa.
Rimasi immobile finché non avvertii dei passi alle mie spalle. Mi voltai.
Il comandante Cromwell mi si affiancò con solennità.
«Di grazia, Miss Smith, non vorrei sembrarvi invadente. In tal caso vi porgo anticipatamente le mie scuse, ma... cosa vi turba?»
Invadente già per la terza volta, mio caro.
Sotto il suo sguardo vigile non riuscii a farla franca: notava ogni mio minimo atteggiamento. Ma, giacché non potevo più sfuggire ai suoi occhi, mi decisi a parlargli.
«Alcune questioni politiche che non potevano essere rimandate. Ma non preoccupatevi troppo.»
Riuscii ad arginare le parole dettemi da mio padre, restando sul vago per tranquillizzarlo.
Speravo non mi ponesse altre domande, evitando di cadere nel ridicolo indiscreto.
«Capisco,» aggiunse breve, scoccando un'occhiata alla notte buia. Più di una volta lo notai guardarmi sottecchi, in procinto di proferire parola ma esitante. Aprì la bocca, poi la richiuse, mostrandosi titubante, finché:
«Avete una bella tenuta,» disse, guardando oltre i vetri.
«La ringrazio, comandante.»
«Sapete, Miss...» Il coraggio lo ritrovò in un batti baleno. «La notte è portatrice di morte, da come si suol dire... ma dà anche i migliori consigli sulla vita.»
Molto profondo da parte sua, lasciandomi quasi sbalordita. Rimarcava un certo contegno poco sfoggiato.
«Mi avete sorpresa, Oliver. La notte, anche se portatrice di tante cose, resta sempre meravigliosa,» mi congratulai a modo mio, parlandogli informalmente.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
FantasiaAnno 1720. Fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo volere a sposarsi con u...
