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Feci guizzare gli occhi su Ben, speranzosa non fosse stato trafitto lui, ma tirai un sospiro nel vederlo stringere le nocche intorno al manico della spada, pressando nella carne del nemico già grondante di sanguigno.
Nel momento in cui sfilammo le lame trionfanti, lasciammo che i corpi ricadessero a terra, quando un tonfo si susseguì alla mia sinistra: scorsi il comandante Cromwell accasciarsi contro la parete.
Il viso intrappolato in una smorfia contratta, intanto che, con una mano, si faceva pressione sul fianco destro insanguinato: la macchia rossa si stava estendendo rapidamente, impregnando il tessuto.
Mi allarmai. «Oliver!» Con i paraggi liberi lo raggiunsi a grandi falcate, sudata, raggirando corpi morti e inginocchiandomi accanto a lui.
Mostrava un pessimo aspetto: la fronte febbricitante, il contorno degli occhi violaceo e l'espressione annichilita lasciavano presagire il peggio.
Gli posai una mano sulla ferita e poi tentai di reggerlo, ma finì per afflosciarsi del tutto.
«Resistete, per favore. Presto arriveranno le giubbe in nostro aiuto» provai a confortarlo, nonostante il colorito gli stesse diventando sempre più pallido.
Alle mie spalle si udirono altri passi: quelli di Ben, che si inginocchiò accanto a lui così velocemente da lasciar allentare l'elastico che gli reggeva i capelli.
Dai movimenti repentini le ciocche si sciolsero e si adagiarono sulle sue spalle, mentre altre gli ricaddero in avanti. Strappò un pezzo di tessuto nelle sue vicinanze, cercando di fare pressione sulla ferita che gorgogliava sangue.
«Comandante Cromwell, ce la fate a reggervi in piedi? Dobbiamo uscire da qui» cercò di ottenere una reazione, tamponando quella lacerazione; non c'era più tempo da perdere. Da parte del comandante ricevette dei mugugni rochi da labbra serrate dal dolore, mentre girava il capo lentamente a destra e sinistra, nel tentativo di placare il tormento di cui era preda. «So che sarà difficile ma dobbiamo provarci, non abbiamo altra scelta.» Continuò Ben mosso dalla tenacia di salvezza.
«Aspetta» afferrai il braccio di Cromwell per testargli il polso e capirne la frequenza del battito. Era debole. «Sbrigati ad alzarlo.» Ben allungò un braccio dietro la sua nuca, nel tentativo di sollevarlo, con l'altra afferrò il suo braccio.
«Aspetta, ti aiuto» intervenni, rendendomi utile. Con una spinta riuscimmo a rimetterlo in piedi.
Ben tentò di avanzare e, io, per facilitargli l'intervento, scostai alcuni detriti d'ingombro con la punta del piede, permettendo al comandante di compiere il primo passo.
Nell'arrancare, potei percepire i suoi respiri affannosi, nel frattempo che mi mettevo a scandagliare guardinga i paraggi.
Scorsi la parete della biblioteca forata. L'entrata cosparsa di schegge e vetri, pezzi di legno di un paio di mobili, alcuni salvati, altri per metà.
A pochi passi dal varcare la soglia mi sentii strattonare al gomito da una presa così forte, che quasi rischiai di cadere.
Non ebbi tempo nemmeno di gridare o di opporre resistenza che mi ritrovai una lama puntata alla carotide.
Con una ciocca di capelli a smuoversi alle movenze del mio fiato, finii per essere immobilizzata da un braccio possente.
Feci cadere gli occhi sgranati sulla presa, scorgendo dita grosse e pelose.
Ciò nonostante provai a compiere un movimento, ma il mio tentativo lo innervosì a tal punto da trascinarmi più vicina, così da potermi spostare la presa al collo, iniziando a stringerlo con moderazione per non soffocarmi.
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𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎
ФэнтезиAnno 1720. Fine dell'era pirata. Una donna fuori dagli schemi e dall'ordinario collettivo, previsto dai canoni dell'alta società, trasgredisce a ogni sorta di regolamento impostato dall'autorità del padre, obbligata per suo volere a sposarsi con u...
