𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒕𝒊

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«Sono stati scaltri, e molto anche» parlò Ben, continuando a osservare la notte illuminarsi dalle palle di cannone che venivano lanciate in direzione della terra ferma. Il campanile della cappella sesta, costruito nella zona limitrofa, prese a suonare, anche se ormai in ritardo, dando così un definitivo allarme. «Ci hanno attaccati nel cuore della notte, nascondendosi tra le ombre. Hanno ideato tutto in modo accurato pur di non farsi scoprire, di sicuro hanno raggirando le coste delle isole circostanti, oppure usando qualcuno da spia. Ma chi?» ragionò, passandosi una mano tremolante in quei capelli tirati all'indietro, in modo disperato. Alcune ciocche, tirate dalle sue dita, sfuggirono ai lati.

Avrei dovuto riferirgli di quello che venni a conoscenza nelle ultime settimane. «Padre, probabilmente qualche giubba corrotta» le mie parole dirette le feci passare più come una supposizione.

Lui corrugò la fronte. «Giubbe? Impossibile. Nessuno dei nostri si farebbe mai compromettere.» Ne parve più che certo.

«In questo caso dobbiamo ammettere tutto» si intromise Oliver Cromwell, credendoci. «Sono giunti senza tanti problemi e stanno già distruggendo il lato sud. Penso che Miss Smith abbia ragione.» E prese a guardare prima me, poi Ben e poi i due uomini.

Ben fece un passo indietro, sviando lo sguardo su tutti noi riuniti nell'atrio.

Gettò occhio sulle espressioni incupite. «Concordo anch'io. Hanno avuto mano facile, fin troppo. Troveremo il colpevole, sempre se ci riusciremo» sarebbe stato altamente difficile.

Una divisione comprendeva dai trecento ai quattrocento ufficiali e dai settemila a novemila uomini di truppa.

«Traditori della peggior specie!» imprecò il commodoro al mio fianco, fra i denti, stringendo i pugni con l'impotenza che l'avvolse in una rabbia mai vista prima di quel momento, consapevole di avere le ore contate.

Si sentirono solo i nostri fiati pesanti, persino il ticchettio del pendolo a muro, posto nell'atrio, smise di suonare, segnando la fine di un'era di pace e l'inizio di una nuova guerra.

«Non c'è più tempo per ragionare, Ben, stiamo subendo un assalto. Dobbiamo solo prepararci» gli fece presente il commodoro, facendo guizzare poi lo sguardo su mio padre. «James, abbiamo i minuti contati» una folata di vento lasciò oscillare le fiammelle sulle candele, spegnendole e ritrovandoci in mezzo alla penombra.

I timori delle donne presenti, vedendosi avvolte dal buio, aumentarono.

La loro tremarella si impadronì di ogni muscolo.

«Commodoro, proporrei di adunarci con le seconde giubbe, le Hitmor, e convocare un concilio d'emergenza alla piazza d'armi» propose mio padre. «Muovendoci prima dell'invasione»

La cerchia ristretta di giubbe più fidate, scelti accuratamente da lui.

Di solito per entrare a farne parte, questi uomini dovevano pronunciare delle parole di fiducia, anche a me sconosciute, come una sorta di credo per rimanere sempre fedeli e devoti all'Inghilterra.

«Non penso che riusciremmo a farlo, dobbiamo prima avanzare al loro fianco per contrastare la minaccia. In questo modo potremo essergli di maggiore utilità» ribatté il commodoro.

«Ha ragione mio zio» asserì Ben. «Probabile si siano già attivati per impedire alle avvisaglie di proseguire fino a qui al nord. Sanno come agire, in questo caso eviterei qualsiasi adunata» aggiunse dubbioso, continuando a osservare lo sterminio che veniva compiuto da quegli enormi galeoni nemici, vicinissimi al golfo. «Potrebbero essere in molti» presuppose, ancora perplesso per ciò che si era manifestato sotto i nostri occhi.

𝐼 𝑝𝑖𝑟𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 - 𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora