Corridoio

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Il 12 rinnovai la mia usura,
il fato
sentenziò i tuoi passi.

Da finestra cerulea
ti vidi: parlavi.

Accennai
un saluto non visto.

Rimpianto é ora torpore
nella piccola arena
arsa dal sole
densa di grigio,
bagnata di ricordo.

Nel bianco passaggio
il mio posto,
il tuo cammino.

- Come posso aiutarla? -

Uscisti.

Occhi lontani,
laconico suono di stampa.

- Buona giornata -

Chiusa la porta alle tue spalle.

L'eco dei doveri
non ci avvicinò.

Il parlarci reso incerto
da gote rosse,
dallo sgraziato passo
di un fagotto
che ti guardava.

Un nome
inciso su inutili terminali
mi beffò,
uccise parole e gesti.

Sei un altro messaggio vuoto,
sguardo mai incrociato
per pudore o resa.

Il suono dell' "avrei potuto"
batte come martello
su pareti di carne.

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