Di giorni e di attese

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Spenta osservo l'asfalto
testimone dei tuoi passi.

Nel lieve fragore
di ciottoli striscianti
penso al ritorno insperato,
improvviso come un temporale.

La fiducia che riposi nel tuo animo redento,
smisurata,
irreale come un romanzo mai scritto,
mi ha guardata e ha riso di me.

Ancora qui,
a ricordare discorsi deliranti,
morale da mercato,
presenza sfumata nella nebbia.

Di me
vuoi una Penelope
reclusa,
che tesse, sfila,
logora di giorni
e di attese,
pronta ad accogliere misericordia
e lussuria.

Dovrei vederti andare
tornare,
e andare ancora
in uno sfibrante circolo:

Purezza e gioia
da te tanto decantate,
sparirebbero.

Ma fuggiró,
prima che l'immonda proposta
di cui mi vuoi complice
mi colga.

Con l' anima sotto terra
e la testa alta
ho incendiato i miei telai
sotto cumuli di vita
e di tempo.

Lasciandoti a laidi doveri
rinnovo il mio addio.

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