Convoglio

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Passò l'infinito in un abbraccio.
Eravamo pelle e cotone,
narici e profumo,
mani e capelli,
labbra e fronte.
Fatuo il mio respiro,
quando ti lasciai andare...
Speravo, eppur sapevo
dello sfumare di un sogno
e di un silenzio
che mi è valsa la solitudine.
Cos'era per te?
Non lo saprò mai,
forse lo so già
e temo.
Per me era il mondo,
un torrente nel deserto,
la chiave di un regno.
Ancora maledico
quel convoglio,
quel fatale giorno,
la dannata reliquia
testimone di un'altra resa,
che ancora vede i miei occhi
ansiosi e velati
cercare i tuoi,
per sprofondarci
ancora una volta.

Piccola curiosità: questi versi sono stati scritti nella Circumvesuviana. 

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