Capitolo 5

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Ho abbandonato il mondo dei sogni troppo presto. L'orologio segna le 05:23 del mattino. La casa è immersa nel silenzio. Mi sarei dovuta svegliare tra circa due ore ma evidentemente non era destino che accadesse. Ho provato a riaddormentarmi ma niente da fare. Il sonno ha completamente lasciato il mio corpo. Chiudo gli occhi, mi giro su un fianco e ripenso alla giornata di ieri.
Da quando Stacy è morta tutto è andato a rotoli. Da quando lei non c'è più, festeggiare il nostro...il mio compleanno mi risulta sempre più complicato. I miei genitori pensano che io non lo veda ma per loro è difficile anche solo rimanere nella stessa casa per più di qualche minuto. Ieri pomeriggio infatti, quando sono ritornata a casa dopo scuola, lui era già sparito lasciandomi un bigliettino sulla scrivania. Scusami piccola ma mi stanno aspettando a lavoro. Non riesco a tornare per cena stasera, mi ha chiamato il mio capo chiedendomi di preparare una relazione per la riunione di domani mattina, quindi lavorerò tutta la sera. Mi dispiace tesoro, un giorno di questi ti vengo a trovare promesso. Ti voglio bene. Un classico, lo dice sempre e cerca delle scuse; la sua preferita è quella del lavoro o dice che il giorno dopo sarà una giornata impegnativa e che deve riposare. Ad ogni modo, scuse o meno, non torna mai.
I miei genitori credono di essere responsabili per la morte di mia sorella e pensano di aver fallito come genitori. Io

non la penso propriamente come loro. Mio padre e mia madre si sono allontanati sempre di più dopo che ci è giunta la notizia dalla polizia. Si sono allontanati talmente tanto che un anno dopo papà se ne è andato di casa, rassicurandomi che non sarebbe cambiato nulla e che si sarebbe aggiustato tutto. Inutile dire che non è successo. Nel giro di un anno la mia famiglia si era dimezzata e io ero rimasta più sola che mai.
Dopo aver ricevuto il diario del mio antenato sono salita in camera. Ho trovato il biglietto, lo ho letto, strappato e buttato nel cestino. Delle sue promesse non me ne faccio assolutamente nulla. Ho appoggiato il diario sul letto e mi sono preparata per l'allenamento di pallavolo. Puntuale come una sveglia, alle 17:20 sono passate a prendermi Sarah e sua madre. Ci siamo allenate fino alle 19, poi mi hanno riaccompagnata a casa e mi sono fatta una doccia. Ho cenato in camera. Non avevo nessuna voglia di rimanere da sola con mia madre. Dopo cena ho studiato, anche se il desiderio di leggere e scoprire cosa aveva da raccontare Oscar nel suo diario era talmente forte che non sono riuscita a concentrarmi granché.
Sono crollata a letto alle 22:40 e penso di essermi addormentata all'istante, perché non ricordo niente dopo allora.
E adesso mi ritrovo qui, a rigirarmi nel letto alle sei del mattino. Il sonno non ha intenzione di tornare quindi decido di alzarmi. Mi siedo e allungo la mano destra accendendo la lampada sulla scrivania. La luce calda e soffusa inonda metà della camera lasciando la parte vicino alla porta nella penombra. La mia sarebbe la camera da sogno di ogni ragazza della mia età, ma io ho sempre pensato che sia

troppo grande per una sola persona. Mi alzo e vado ad accendere la lampada da terra che si trova tra lo specchio a parete e la porta finestra che dà sul balcone. Dopo averla accesa mi giro e vado verso la libreria accanto al letto. Quando ero più piccola mia madre ci leggeva le storie prima di dormire. Mi è sempre piaciuto leggere. Mi fermo davanti al ripiano dei classici e prendo Cime tempestose di Emily Brontë. È passato parecchio tempo da quando lo ho letto l'ultima volta. Mi sdraio sul letto de inizio a leggere.
Verso le 07:30 mia madre bussa alla mia porta e pochi istanti dopo entra.
«Greta, tesoro, preparati. Alle otto partiamo.» Detto ciò esce dalla stanza. Non sembrava affatto sorpresa di vedermi già sveglia.
Chiudo il libro e inizio a vestirmi. Oggi è il gran giorno; lo aspettavo con più ansia del mio compleanno. Da oggi in poi non sarò più considerata una bambina, ma sarò una strega adulta. Tutte le mie simili, il giorno dopo aver compiuto il loro diciassettesimo compleanno, sono chiamate a partecipare alla Cerimonia Bianca. Come si può capire dal nome, bisogna essere vestiti completamente di bianco. Puoi indossare qualsiasi capo tu voglia, basta che sia di colore bianco. Ognuna di noi deve firmare il Libro delle anime, un libro che contiene le firme di tutte le streghe vissute dopo la fine della caccia alle streghe.
Mi guardo allo specchio. Il vestito bianco è leggero e mi arriva poco sopra le ginocchia. Le scarpe sportive che indosso sono le uniche scarpe bianche che possiedo. Lascio che i lisci capelli rossi mi ricadano al lato del viso. Sono pronta.

Non moriremo maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora