1612 d.C.
«Signori e signore, la prossima ad essere purificata sarà Caroline!» La voce esce sicura dalle mie labbra, come se la paura che sento dentro non esistesse. Devo ricordare a me stesso il motivo per cui sono qui, il motivo per cui è giusto che questo accada. Queste donne devono essere guarite, sono malate e noi le stiamo salvando.
Alla mia affermazione la folla, radunata nella piazza del mio villaggio, si anima mutando in una nube di schiamazzi e voci che incitano Arthur ad appiccare il fuoco. Lui lo fa. Le gambe biancastre della strega iniziano ad essere avvolte dalle fiamme ma sua faccia non esprime nessuna emozione e lei sembra non soffrire. Gli occhi sono chiusi e la bocca serrata. Magari è svenuta. La mia idea si dissolve quando, pochi istanti dopo, i suoi occhi si spalancano e un macabro sorriso le distorce la faccia. I suoi occhi scrutano la folla alla ricerca dei miei e finalmente mi trovano, mi fissano, mi studiano. Il suo viso mi mette angoscia e voglia di scappare e rintanarmi in casa, ma il suo sguardo mi intrappola e mi costringe a guardare oltre i suoi occhi. Là dietro c'è solo un'emozione: la rabbia. La sua espressione non cambia mentre le fiamme le avvolgono la testa facendo si che i lunghi capelli rossi diventino tutt'uno con le fiamme.
Lei non è, anzi, era come le altre. Era diversa. Non ha emesso un solo suono mentre il suo corpo si trasformava in cenere, al contrario delle altre sei che non la smettevano di urlare. Anche se ora sono si sono zittite le loro voci continuano a risuonarmi nella testa.
«Adesso le loro anime sono in pace! Ricordate: noi le stiamo aiutando. Se state nascondendo alcuni di questi mostri, se sono vostri parenti o amici, se sono le vostre mogli, consegnatele a noi e noi le aiuteremo a stare meglio!» La maggior parte delle persone esulta o fischia mentre i miei occhi si posano per qualche istante su una donna dai capelli neri e un espressione triste per pochi istanti, prima di perderla tra la folla.
Trenta minuti dopo sto rientrando alla mia abitazione. La luna ha ormai preso il posto del sole e i lupi, nei boschi che circondano il villaggio, hanno già iniziato ad adularla con i loro ululati. Fuori dalla finestra non si vede nessuno e l'unico rumore che accompagna la cantilena dei lupi è il fruscio del vento che attraversa veloce le stradine della mia città tutte le notti. Mi sento ancora addosso lo sguardo gelido di Caroline. Penso avesse circa 17 anni, se non fosse stata una strega sarebbe potuta essere un buon partito come moglie. Non ho fame, oggi è stata una giornata lunga e l'unica cosa di cui sento il bisogno è di chiudere gli occhi e lasciare che il sonno mi culli. Mi sdraio e aspetto che le tenebre mi avvolgano.
Sto dormendo, lo so. In torno a noi c'è il nulla ma la cosa non mi spaventa. Non sono solo: lei è qui, a pochi metri da me. Mi guarda e sta muta, come ieri pomeriggio, quando ho pensato che le sue labbra fossero incollate fra loro. Non so da quanto tempo duri questa parte del sogno, sembrano anni che guardo questo viso tanto da farmelo sembrare familiare. Adesso nelle sue iridi vedo il riflesso di una luce. Sembra quella emanata dal fuoco. Non capisco da dove venga. Costa sta bruciando? Voglio guardarmi intorno ma non posso, non voglio. Senza spostare i suoi occhi dai miei, la sua mano si alza e il suo dito indica i miei piedi. Sono consapevole che stanno bruciando ma non riesco a guardarli, ho bisogno di guardare lei. Sento il bisogno di studiare il suo viso lentigginoso. Non so come ma questa donna mi attira a se. I miei piedi iniziano a muoversi e compiono passi decisi verso la sua direzione. Siamo a due metri di distanza. Ancora un passo. Se alzassi la mano adesso potrei toccarla. Un sorriso dolce le compare in volto invitandomi a continuare a muovermi. Un ultimo passo. Sono di fronte a lei. I miei piedi sono di nuovo incollati al pavimento, bruciano ma non sento dolore solo un leggero fastidio. Lei cambia espressione e il sorriso macabro torna ad addobbarle il volto. Mi fissa per pochi secondi e dopo mi abbraccia. Lei è calda, troppo calda. Il suo tocco mi brucia la pelle e in poco tempo i nostri corpi si accendono e prendono fuoco.
Mi sveglio di soprassalto e il buio della stanza mi circonda. Lei era lì, vicinissima a me. Mi sembra di ribollire dall'interno. Il mio corpo è fradicio di sudore e l'unica cosa che riesco a muovere è la testa. Dal collo in giù il mio corpo è ancora paralizzato come nel sogno. Rimango in silenzio in posizione supina per circa 15 minuti. Solo allora trovo il coraggio di alzarmi. Vado velocemente verso la finestra e la spalanco. Una luce tenue inonda la stanza e scaccia via l'oscurità. Guardo fuori, è l'alba. Gli ululati dei lupi sono stati sostituiti dal canto degli uccellini e i colori dell'alba rendono il cielo una tavolozza di colori caldi. Inizio a tranquillizzarmi, ma il nome di quella donna ronza nella mia testa senza lasciami pensare ad altro. Caroline. Devo scoprire chi era quella donna. Perchè guardava proprio me? Dove viveva? Aveva una famiglia? Aveva una figlia? È anche lei una strega? Troppe domande. Sono circa le 05:40 del mattino. È decisamente troppo presto per provare a dare delle risposte ai miei dubbi. Mi dirigo verso la cucina ma il mio stomaco è completamente chiuso, bevo solo dell'acqua. Ho la nausea, corro in bagno ma non mi libero. Tolgo definitivamente i residui del sonno dai miei occhi, mi asciugo la faccia e lentamente alzo la testa e mi guardo allo specchio. Ho paura di vedere lei, ma fortunatamente non è qui. Nello specchio ci sono solo io anche se questa non sembra la mia faccia. Gli occhi sono cerchiati dalla mancanza del sonno mentre la mia bocca è leggermente socchiusa come se stessi per iniziare ad urlare da un momento all'altro. Vado in camera e mi stendo sul letto per provare a riposarmi ma il suo nome non esce dalla mia testa.
Ormai è un'ora che fisso il vuoto fuori dalla finestra provando a convincermi a lasciar perdere. Era solo una strega, un mostro. Non devi pensarci. È morta. Non devi pensare a quella donna! Ma oramai è troppo tardi, il suo sguardo mi ha rapito, mi ha incantato e intrappolato e non ha intenzione di allentare la presa. Rivedo il verde dei suoi occhi ovunque. Lei mi ha ipnotizzato e reso succube. Ho bisogno di ricordarla, di ricordarmi i tratti del suo volto. Ho quasi paura di dimenticarli. Scendo con decisione dal mio giaciglio, mi dirigo alla piccola scrivania accanto alla finestra e mi siedo. Predo un foglio di carta e una matita e inizio a ricomporre il suo dolce, intenso e inquietante viso.
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Non moriremo mai
Fantasy❗️ATTUALMENTE SOSPESA❗️ 23 luglio 1612, in un piccolo villaggio della campagna inglese, sette donne vengono bruciate sul rogo. Tra loro c'è Caroline: una giovane strega bramosa di vendetta contro il popolo che ha acclamato la sua morte. Il destino v...