Ed eccoci qui: madre e figlia riunite su un divano. Sembra un bel quadro no? Beh, non lo è. Non lo è sapendo quello che sta per succedere, perché qualcosa sta per succedere. Glielo leggo in faccia. Mi preparo mentalmente per la sfuriata che, tra parentesi, non arriva.
«Come ti senti?» Ethel, come al suo solito, rimane tranquilla. Il suo tono di voce è talmente calmo da darmi sui nervi.
Non so come mi sento, madre.
Un pensiero mi passa per la mante. La curiosità prende il sopravvento e cambio velocemente discorso. «Cosa è successo ieri dopo che hai cacciato Sarah?» Chiedo come se non avessi nemmeno udito la sua domanda.
Mia madre se ne accorge ma lascia perdere e mi da corda. Alza una sopracciglio. «Sarah ti ha detto che la ho cacciata?»
Forse le dovrei dire che le ho frugato nella testa e ho visto il suo viso mentre pronunciava quelle parole, ma non lo faccio. Fino a che non saprò cosa sta succedendo è meglio se tengo per me quello che ho scoperto di poter fare.
Mi stringo nelle spalle. «Questa notte, quando mi sono svegliata, abbiamo parlato e lei mi ha raccontato quanto accaduto mentre avevo perso i sensi.»
Ometto anche la parte in cui non ricordo assolutamente niente di quanto accaduto dopo il suono della prima campanella. Cambierebbe qualcosa se mia madre lo sapesse? La risposta è: no. Quindi, Greta, per una volta è meglio se stai zitta.
Mia madre annuisce. «Qualche minuto dopo che Sarah ha lasciato la casa, sono arrivate le streghe anziane. Scottavi eavevi bisogno di cure. Cure che né io né un normale ospedale avremmo mai potuto darti. Così ti ho consegnata a loro. Ti hanno portata via, curata e riportata a casa nel giro di un paio di ore. Hanno detto che avevi usato troppa magia insieme e che, dato che non sapevi come controllarla, alla fine, non eri più tu a controllare lei, ma lei a controllare te. Ti ha consumata da dentro.» Smette di parlare.
Aspetto qualche secondo. «Ok.» Non dico altro, mi limito ad osservarla.
Palesemente a disagio, Ethel distoglie lo sguardo dal mio e guarda altrove.
Io rimango a studiarla. Ha la mascella serrata, gli occhi vacui e la fronte lievemente corrucciata. Conoscono quest'espressione fin troppo bene: è la sua espressione da "ti sto nascondendo qualcosa ma lo faccio per il tuo bene". È la stessa che aveva quando, dopo la morte di Stacy, cercava di nascondermi il divorzio Michael Dixon, mio padre. Indossava la stessa espressione anche quando, il giorno del mio ottavo compleanno, lei e Michael avevano organizzato una festa a sorpresa in piscina per me e Stacy e, alla fine, mia madre aveva ceduto e ci aveva raccontato della festa cinque minuti prima di essere arrivati a destinazione. Ethel Dixon ha molti pregi, mantenere i segreti non è tra quelli. «So che mi stai nascondendo qualcosa.» Incrocio le braccia al petto e la fisso.
Lei si volta e, appena i suoi occhi incontrano i miei, i suoi lineamenti si distendono. Chiude gli occhi e sospira rassegnata. «Va bene...» riapre gli occhi e li punta nei miei. «C'è una cosa che non ti ho detto.» Fa una pausa.
Cosa aspetta?
Provo ad incoraggiarla con un cenno della testa. Parefunzionare perché lei annuisce.
Sposta di nuovo lo sguardo lontano da me. «Le streghe anziane sono furiose.» Sputa fuori le parole velocemente, senza darmi il tempo di capirle. «Hanno detto che ti concederanno due settimane di riposo per riprenderti. Dopodiché ci sarà una riunione.»
Due settimane di riposo, poteva andarmi decisamente peggio.
Aspetto che mia madre continui a parlare, ma lei non lo fa, quindi prendo io la parola. «Quando arriva la parte brutta?» Chiedo.
Ci deve essere per forza una parte peggiore. Se non fosse così lei, adesso, mi starebbe guardando in faccia.
Ethel sospira e riprende a parlare continuando a non guardarmi. «Nelle due settimane di convalescenza» mima le virgolette quando pronuncia l'ultima parola. «Non potrai uscire di casa. Saremo sorvegliate e nessuno entrerà o uscirà di qui. Hanno già avvisato la scuola che sei malata.» Dice secca. Aspetta qualche secondo poi parla ancora. «Inoltre...alla riunione saranno presenti tutte le streghe di Tecani, grandi e piccole, e servirà a decidere se farti rimanere una strega o cancellarti la memoria e farti vivere il resto della tua vita da umana.»
«Oh.» Ecco tutto quello che riesco a dire. Mi spiace Rossa ma il tuo uccellino interiore ha cantato troppo presto. Questo è decisamente peggio.
Giurerei di averle visto gli occhi luccicare. Non so se mi abbia scioccata di più quella visione o le parole che le sono uscite dalla bocca. Mia madre china il capo come se il mio sguardo pesasse così tanto da non poter più sopportare il suo peso. Ci metto qualche minuto a rimettere insieme lesue parole: "sorvegliate", "malata", "riunione", "memoria", "umana".
Sento la gola secca e la bocca suona impastata quando provo a parlare. «Possono farlo?» Sussurro scioccata.
Mia madre annuisce lentamente. «Hai superato il limite bambina mia. Per loro, il tuo atto, è stato un segno di egoismo.» Fa una pausa e si passa le mani sul viso rigato da lacrime silenziose. «Dicono che hai messo tutte noi in pericolo e che per questo meriti di essere punita.»
Appena finisce di parlare si alza e, senza degnarmi di un'ulteriore sguardo, esce dal salotto e risale le scale. Rimango sola nella stanza che adesso sembra troppo grande per solo un corpo insignificante come il mio. Sento il familiare bruciore alla gola mentre cerco di trattenere le lacrime che minacciano di inondarmi il volto. Dopo lunghissimi secondi di lotta, vincono loro e iniziano cadere lente e silenziose. Il mio corpo non si muove, si rifiuta di spostare un solo muscolo. Forse se rimango immobile per abbastanza tempo mi sveglierò e scoprirò di aver avuto solo un incubo, penso. Purtroppo, però, non è un sogno. Sarah entra in salotto riempiendo subito un po' dello spazio vuoto della stanza che adesso sembra già essere di una grandezza più...normale. Tuttavia, noto la sua presenza solo nel momento in cui si siede nello stesso punto in cui era seduta mia madre. I miei occhi allagati, che non si sono mai spostati di un millimetro, si puntano direttamente sul suo viso.
«Che succede, tesoro?» Mi chiede preoccupata prendendomi le mani.
Glielo lascio fare, ma non ricambio la stretta. Non ho le forze per farlo. Sono sicura che, se adesso provassi adalzarmi, il mio corpo si scioglierebbe come un cubetto di ghiaccio sotto il caldo sole estive.
Sarah è davanti a me, ma io è come se non la vedessi. Tutto ciò a cui riesco a pensare sono le recenti parole di mia madre. Mi passano davanti agli occhi senza darmi tregua. Non smettono mai. Quando il discorso finisce, dopo poco, riparte.
Con la bocca asciutta provo a parlare ma ne esce solo un sussurro spezzato. «Mi leveranno i poteri.»
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Non moriremo mai
Fantasía❗️ATTUALMENTE SOSPESA❗️ 23 luglio 1612, in un piccolo villaggio della campagna inglese, sette donne vengono bruciate sul rogo. Tra loro c'è Caroline: una giovane strega bramosa di vendetta contro il popolo che ha acclamato la sua morte. Il destino v...