Il divano si sposta lentamente verso la parete del salotto sotto lo sguardo concentrato di mia madre dalla cui bocca esce un rivolo di parole sussurrate.
«Ecco.» Dice lei rivolta alle due donne che si trovano a pochi passi da me quando il divano tocca la parete. «Adesso la stanza è pronta.»
«Eccellente.» Risponde rigidamente la più alta delle due donne.
I lisci capelli di fiamma sono raccolti bassi dietro la testa; il volto è corrucciato da un'espressione severa che altera l'età della donna e la fa sembrare più saggia di quanto- ne sono certa- non sia; la pelle chiara, quasi quanto la mia, crea contrasto con i due buchi neri con cui mi sta fissando da quando ha messo piede in questa casa.
Alla sua sinistra, una donna paffuta, alta poco più della metà dell'altra, ha il volto dolce da cui, però, traspare più potenza dell'essere severo che le sta affianco.
Entrambe tengono le mani giunte in grembo e non fanno altro che fissarmi. Mi chiedo se...hanno forse paura? La risposta non tarda ad arrivare. Non essere sciocca, perché mai dovrebbero avere paura di una ragazzina. «Procediamo.» Esclama ad un tratto la donna dal volto dolce. Ruota il capo verso la destra, incrocia lo sguardo della strega e annuisce decisa.
La strega più alta fa un passo avanti, allarga le braccia davanti a se lasciandole morbide e inizia a recitare l'incantesimo. Dai palmi delle mani rivolti verso l'alto inizia a levarsi una luce verde acqua che si muove come avesse vita propria. Non assomiglia affatto alla sfera di luce che ho creato io, questa è più opaca e soffusa, mentre la mia eraquasi accecante. La luce si muove davanti alla donna e inizia ad arrotolarsi su se stessa creando una piccola spirale che piano piano inizia ad ingrossarsi. Quando la strega finisce di parlare, la spirale è più alta di lei e occupa il centro della stanza.
La strega si riporta le mani al ventre. «Come ben saprete, il portale da me creato ci porterà nel luogo dove avverrà la riunione.» Guarda prima mia madre e poi me. «Come vi abbiamo già detto quando siamo arriva: il luogo della riunione è e deve rimane segreto. Quando quest'ultima sarà finita vi riporteremo noi a casa tramite portale.» Ci fa segno di avanzare. «Prego, dopo di voi.»
Faccio come dice e mi avvicino. Mi fermo ad un passo dal portale e osservo la luce che lo compone. Perché ha un colore differente da quello di mia madre? Quest'ultima, probabilmente pensando che mi fossi fermata a causa della paura, mi afferra la mano e mi sorride quando mi volto a osservarle il viso. Non la vedevo sorridere da settimane. Provo a sorriderle ma il risultato sembra più una smorfia che un sorriso. Giro la testa e guardo dritto dentro la spirale. Conto mentalmente fino a tre ed entro.
Pochi secondi dopo del salotto di casa mia non c'è più traccia. Davanti a me si apre un'enorme radura circondata da boschi. Inizio a guardarmi intorno e la mia bocca si spalanca sempre di più per lo stupore. Un manto d'erba verde e lucida si estende sotto i miei piedi; ogni tanto qualche piccolo cerchietto colorato lo decora rendendolo ancora più spettacolare. Portali di mille colori si aprono e si chiudono in ogni direzione per lasciare passare donne e bambine dai capelli di ogni sfumatura di rosso. Al centro della radura sono state sistemate centinaia di sedie di legnointagliate e particolari rivolte verso un palco- anch'esso di legno- dove sono state posizionate tredici sedie di legno, decisamente più maestose ed imponenti di quelle che si trovano sull'erba.
Sento la mano di mia madre abbandonare la mia. Mi giro verso di lei e vedo che anche la sua bocca è socchiusa. Con la cosa dell'occhio vedo il portale richiudersi dietro le due donne che ci hanno scortate.
«Seguitemi, per favore.» Dice la più bassa.
Ci fa strada e noi la seguiamo. Ci fermiamo in prima fila e prendiamo posto sulle quattro sedie centrali; io mi siedo accanto a mia madre, e le due donne si mettono alla sua destra.
Il sole mattutino mi riscalda la pelle mentre il venticello che spira leggero dal bosco la rinfresca. Mi guardo alle spalle e noto che piano piano le sedie stanno trovando dei proprietari, mentre quelle sul palco rimangono vuote. Chissà perché nessuno le ha ancora occupate. Torno a guardare davanti a me e l'occhio mi cade sui braccioli della mia sedia: su quello sinistro dei spiccano dei fiori intagliati, su quello destro le onde del mare mi osservano aspettando che mi tuffi nelle loro acque. Seguo i solchi del legno con il dito e quasi mi perdo.
«Tutto apposto?» L a voce di Ethel mi riporta al presente. Le rispondo annuendo.
Un vecchio pensiero mi passa davanti agli occhi e, senza pensarci ulteriormente, glielo esprimo. «Posso farti una domanda?» Sussurro.
«Certo.» Lòa sua espressione diventa seria.
Guardo oltre il duo volto verso una donna altissima che sta varcando un portale giallo pastello. «Perché il portale cheprima quella donna ha creato nel nostro salotto era verde acqua mentre i tuoi portali sono viola?» Torno a guardarla negli occhi.
Il suo volto si corruga e il suo sguardo mi accusa di non averle detto qualcosa. Ci metto qualche secondo per capire il motivo di questa reazione: io non potevo vedere il colore del suo portale perché ero svenuta, ho potuto vederlo solo grazie alla mente di Sarah. Ma mia madre non lo sa quello che ho fatto con i ricordi di Sarah.
Cerco velocemente un modo per rimediare al mio errore. «Sarah me lo ha raccontato prima che iniziasse la reclusione.»
Si guarda intorno e poi abbassa ulteriormente il tono della voce. «Non la hai più sentita, vero?»
Scuoto la testa e lei sembra tranquillizzarsi. Non sai quanto avrei voluto farlo.
Mi guarda negli occhi. «Per rispondere alla tua domanda...» torna sull'argomento strappandomi dai miei ricordi della mia migliore amica. «Il colore di un portale cambia da strega a strega. Dovresti aver notato che prima si sono aperti decine di portali.»
Annuisco decisa anche se la sua non era una domanda ma un'affermazione.
«Bene.» Continua lei. «Ognuno di essi aveva un colore diverso. Questo accade perché il colore di un portale di una strega è direttamente proporzionale al potere di quest'ultima. Più il potere della strega è grande, più il colore del suo portale sarà scuro.»
Apro la bocca per farle una domanda ma lei mi precede. «Prima che tu me lo domandi: il colore del portale di una strega non cambia. Se tu adesso creassi un portale, essosarebbe dello stesso colore di un tuo portale creato tra cinquant'anni.» Fa una pausa e si ispeziona le mani. Sembra quasi che stia decidendo se dirmi o meno quello che sta pensando. Rimane in silenzio per alcuni minuti e poi riprende a parlare. «Il colore dei portali creati dalla nostra strega madre è grigio abbastanza scuro. Nessuno nella storia delle streghe di Tecani ha mai creato un portale più scuro.» Alza lo sguardo e aggancia i suoi occhi ai miei. «Qual è il colore del mio portale?» Chiedo con un filo di voce.
Lei rimane in silenzio per qualche secondo e poi accenna un sorriso tirato. «Quando arriverà il momento lo scoprirai.»
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Non moriremo mai
Fantasy❗️ATTUALMENTE SOSPESA❗️ 23 luglio 1612, in un piccolo villaggio della campagna inglese, sette donne vengono bruciate sul rogo. Tra loro c'è Caroline: una giovane strega bramosa di vendetta contro il popolo che ha acclamato la sua morte. Il destino v...