2012 d.C.
Finisco di leggere e ripiego la lettera. Mi giro verso il diario e la rimetto al suo posto, lasciando il diario sulla scrivania. Mi sdraio e mi stropiccio gli occhi. Abbiamo letto per un bel po' completamente in silenzio, entrambe totalmente concentrate su quelle pagine e perse tra quelle parole. «Beh...» Sarah si alza in piedi e si stiracchia. «Lettura interessante, non trovi?» Ha ancora gli occhi lucidi ma sorride.
«Molto meglio di quello che ci fa studiare la nostra professoressa di storia.» Ridacchio e anche lei lo fa, mentre alza gli occhi al cielo. La fisso mentre lo fa e so che, anche se sta scherzando con me, non mi sta dicendo qualcosa. «A cosa stai pensando?»
Mi punta gli occhi addosso, sbuffa e si siede sul bordo del letto mentre io mi rimetto a sedere. «Stavo pensando alla lettera di Rosemary.» La guardo ma non dico nulla. «Lei lo amava indipendentemente da quello che lui aveva fatto a delle sue simili...» le scende una lacrima, ma la sua mano la intercetta velocemente e la spazza via cancellando ogni segno della sua presenza. «A delle tue simili.» Le trema un po' la voce, ma sa celarlo bene.
Ci fissiamo per qualche secondo prima di sentire dei passi che risalgono le scale. Sarah corre verso la scrivania e si siede aprendo il libro di biologia e passandomi il quaderno. Nascondo velocemente il diario sotto il cuscino. Sarah finge di fare alcuni esercizi di un argomento che non abbiamo ancora fatto, mentre io leggo l'ultima pagina di appunti che ho preso scorsa settimana. Dopo qualche secondo mia mamma bussa alla porta e, senza aspettare di avere ilpermesso di entrare, si affaccia nella stanza puntandoci gli occhi addosso.
Alzo la testa e le sorrido. «Ciao.»
Sarah si affretta ad imitarmi. «Ciao Ethel.»
Mia madre ci sorride e sposta tutta la sua attenzione su la mia amica. Torno a guardare il quaderno fingendo di leggere mentre ascolto la loro conversazione.
Sento dei passi e capisco che mia madre si è avvicinata al letto. La sua voce mi arriva più forte. «Ti serve un passaggio per tornare a casa?»
«No, grazie. Mio padre viene a prendermi tra poco.» Capisco che Sarah sta sorridendo dal suo tono di voce.
«Va bene,» vedo con la cosa dell'occhio che mia madre si muove verso la porta dandoci le spalle. Alzo la testa e la seguo con lo sguardo. «Non fate troppo tardi ragazze!» Esclama ed esce dalla camera lasciando la porta socchiusa. «Buonanotte!» La sento dirigersi in camera sua e aprire la porta dall'altro lato del corridoio.
Dischiudo le labbra e inizio bisbigliare mentre nella mia mente si imprime l'immagine di una porta che si chiude. Pochi istanti dopo la posta si richiude da sola e io mi giro verso Sarah che, nel frattempo, ha chiuso il libro e si è alzata in piedi.
«Avrei potuto chiuderla io.» Scuote la testa mentre si viene a sedere sul letto insieme a me. «Ricorda che l'unica sfaticata in questa stanza sei tu, non io.»
Alzo le spalle mentre la mia bocca si apre in un sorriso e lei mi risponde con un sorriso altrettanto luminoso.
Trenta minuti dopo sono davanti alla porta di casa e la guardo mentre sale sulla macchina nuova di suo padre.Abbassa il finestrino e mi manda un bacio. Seguo la macchina bianca con lo sguardo mentre si addentra nel silenzio della città addormentata. Mi stringo nel cappotto nero quando una folata di vento mi scuote i capelli. Guardo la macchina svoltare l'angolo e rientro in casa chiudendomi la porta alle spalle.
Il brontolio del mio stomaco mi conduce in cucina. Ero talmente concentrata sul diario che mi sono dimenticata di cenare. Ethel dorme già, la abbiamo sentita russare poco dopo essersi offerta di riaccompagnare Sarah a casa. Mi fermo davanti al forno e lo apro. Trovo la carne che mia madre aveva preparato per cena. Richiudo il forno; non mi va la carne. Faccio tre passi e mi ritrovo davanti al frigorifero, lo apro e tiro fuori del prosciutto e del formaggio a fette. Lo richiudo e porto il ripieno del mio panino sul tavolo della sala da pranzo. Ritorno in cucina; prendo un tagliere, un coltello e un panino.
Dopo averlo assemblato ad opera d'arte, ripulisco il tavolo dalle briciole, prendo il mio panino ed esco dalla cucina. Torno in camera mia e mi siedo alla scrivania. Mangio il mio panino in silenzio fissando il cuscino dove sotto ho nascosta il diario.
Finito il panino lascio il piatto lì, alzo il cuscino e sposto il diario dal letto. Oggi ti ho dedicato abbastanza tempo. Spengo la luce e mi sdraio nel letto invocando il sonno che non tarda ad arrivare.
La mattina dopo mi sono svegliata in ritardo. Ho sognato di prepararmi e di andare a scuola con mia mamma. Vi lascio immaginare come sia stato risvegliarmi e scoprire che in realtà ero in ritardo di venticinque minuti. Ho valutato di
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Non moriremo mai
Fantasia❗️ATTUALMENTE SOSPESA❗️ 23 luglio 1612, in un piccolo villaggio della campagna inglese, sette donne vengono bruciate sul rogo. Tra loro c'è Caroline: una giovane strega bramosa di vendetta contro il popolo che ha acclamato la sua morte. Il destino v...